La Tunisia e i siti archeologici, una storia che a un certo punto diventa comune perchè abbraccia tutto un territorio che guarda e vive lungo le coste del Mediterraneo.
Da Gafsa a Sbeitla, tracce di storia romana
Oggi giornata corta ma intensa. Lasciato il deserto alle spalle entriamo nella zona dei siti archeologici e per farlo dobbiamo guidare i primi chilometri lungo uno dei tratti più anonimi e noiosi di tutto il paese.
La RN15 ci accompagna dunque lungo la pianura affiancati da molti mezzi di grosse dimensioni che trasportano merci. Il traffico è abbastanza intenso, sabbia ai lati, sabbia lungo la strada, rari arbusti e case dai muri scrostati, 120 chilometri che ci lasciano alle porte di Sbeitla.

Sbeitla antica città romana
A Sbeitla ci aspetta uno dei siti archeologici più belli della Tunisia. L’antica Sufutela racconta la propria storia attraverso un percorso che, attraversato a piedi supera prima il cardo poi il decumano e tante piccole vie che riportano in vita gli antichi punici che ancor prima dei romani abitavano questi territori.
L’origine di Sufutela è romana e allora eccoci attraversare l’arco trionfale che apre la porta all’antico sito e che ci accompagna verso le terme dove ancora oggi, con un esercizio semplice di immaginazione possiamo sentire le voci di donne e uomini che trovavano qui riposo e relax dopo una mattinata di lavoro.

A Sufutela ancora oggi possiamo passeggiare lungo le strette viuzze che portavano al foro dove piccoli negozi e laboratori artigiani davano colore a questa come a tutte le antiche città romane.
Il foro di Sufutela
Giunti alla porta di Antonino ecco aprirsi il foro, cuore e anima della città che conserva quasi intatti i tre templi dedicati a Giove, Giunone e Minerva.
Bellissime tracce hanno lasciato anche i bizantini come la fonte battesimale intatta e meravigliosa che si trova tra i resti di una basilica che come altre fuori dal foro furono erette sui resti di costruzioni romane.

Ci siamo presi il nostro tempo, il sito lo merita ma questo ci ha impedito di proseguire. Sono già le tre del pomeriggio e strutture sicure in zona non ne troviamo ma pazienza, per oggi possiamo restare qui, passeggiare tranquilli lungo queste strade ricche di storia, cenare in hotel e concedersi una bella dormita.
L’altopiano di Jugurta ci attende
Dopo i fasti di Sbeitla oggi ci attende un’altra perla del territorio tunisino, meno conosciuta ma decisamente affascinante.
Apre le danze la RR84 diritta, circondata dal deserto, una linea diritta che guarda verso montagne lontane. Il paesaggio sin da subito conquista, la Rn17 che si sostituisce alla più agevole RR84 raccoglie la sabbia che si deposita sulla strada e regala a tratti qualche sterrata, giusto per divertirsi un pò :-).
Stiamo guidando verso uno dei luoghi simbolo della rivolta contro gli invasori giunti da Roma – l’altopiano di Jugurtha.

Un paesaggio straordinario
Pochi chilometri quindi per entrare in sintonia con un paesaggio straordinario caratterizzato da rilievi montuosi dove i colori caldi della terra, in gran parte coltivata, raccolgono tante sfumature diverse a seconda della luce del sole.
Le tinte che portano verso il marrone si tingono improvvisamente di bianco, i toni sul giallo raccolgono l’arancione, macchie di un rosso intenso compaiono e scompaiono tra il verde dei pini e le distese di ulivi.
La strada, come abbiamo visto, a tratti sterrata, una volta abbandonata la pianura inizia a scendere e a salire disegnando curve e tornanti che vanno a perdersi dentro foreste di pini d’Aleppo.

L’altopiano di Jugurtha
Uscendo da una curva ecco apparire in lontananza il profilo inconfondibile di Jugurtha e qui il viaggio incontra la storia.
La Numidia era un’antico regno berbero che governava i territori dell’attuale Algeria, Giugurtha che visse tra il 160 e il 104 a.C. fu uno dei re che governarono questo impero che divenne famoso per aver ingaggiato una lotta contro i romani.
Non andiamo oltre nel racconto epico e storico allo stesso tempo, vi diciamo solo che la zona è fantastica.
Una superficie rocciosa con la cima piatta e le pareti molto ripide che si eleva per 600 metri dalla pianura circostante. Ci si può avvicinare alla vetta con la moto lungo una scarpata che abbraccia, salendo tutto il paesaggio circostante, ma gli ultimi metri si fanno a piedi salendo 136 gradini.
Noi non li abbiamo fatti, troppo caldo, ma se voi avrete la voglia e la paziaenza sappiate che in cima troverete un’antica moschea e un panorama mozzafiato.
Jendouba e il sito archeologico di Chemtou
Riprendiamo la strada che ci guida verso nord, superando Le Kef. Siamo diretti verso il sito archeologico di Chemtou che incontriamo una volta superata la cittadina di Jendouba.

La visita al sito ci sorprende e ci esalta. All’interno del sito di Chemtou, al tempo dell’antica Roma famosa e conosciuta per l’estrazione del marmo giallo, molto apprezzato dai nostri antichi progenitori, tra campi coltivati a peperoni rossi, asini che passeggiano, bambini che giocano possiamo ammirare esterrefatti da tanto abbandono i resti di un anfiteatro e altre testimonianze come un’arco e un acquedotto che si confondono tra le case modeste dei contadini della zona.
L’antica Simitthu romana ancora oggi vive abitata e utilizzata dai pochi abitanti, soprattutto bambini e ragazzini che siedono o corrono lungo le gradinate dell’antico anfiteatro ancora in piedi o i resti di una basilica. Visitare per credere.
Ultimi chilometri verso la costa nord
RN17 si sale verso il Mediterraneo e la costa nord della Tunisia. Ai colori caldi del deserto mano a mano che si sale si sostituisce il verde delle foreste di alta montagna.

Gli ultimi chilometri salgono strade di montagna asfaltate e veloci. Il mare non si vede ma si sente, la vegetazione è quella mediterranea. Riappaiono le distese bellissime degli ulivi che ci accompagnano sino a Tabarka che nel 1540 divenne per un periodo territorio ligure.
In serata raggiungiamo Tabarka e ci sistemiamo in hotel. Di questa giornata resta l’incanto del paesaggio a tratti selvaggio, a tratti rimodellato dalla mano e dal lavoro dell’uomo e trasformati in enormi giardini dove i singolari pini d’Aleppo danno una nota singolare di bellezza con le loro forme così diverse ed armoniose.

Pesce fresco e aria di mare – Tabarka ci accoglie
Tabarka ci accoglie con i suoi alberghi, i suoi turisti e la vivacità dei luoghi di mare. Se avete la pazienza di uscire dalle strade del turismo ed addentrarvi tra le stradine meno frequentate potrete trovare alcune pescherie dove, una volta acquistato il pesce pescato in giornata verrà posato su griglie accese e servito bollente con pane e insalta. Che ne dite? A noi è parso fantastico 🙂
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