La Tunisia e le oasi di montagna sono un’altro di quei luoghi che non ti aspetti ma che, tra le sabbie del deserto e le scogliere rocciose del nord sonnecchiano tra palme e datteri.
Tozeur e Nefta, le capitali del dattero
Oggi, finalmente, nel centro di Tozeur abbiamo incontrato i primi gruppi di motociclisti: Ne avevamo visti sbarcare parecchi ma lungo la strada nemmeno l’ombra. Qui finalmente eccoli apparire mescolati alla frenetica attività commerciale del centro di questa antica oasi.

L’antica Thusuros romana già a quei tempi era un importante snodo commerciale lungo la direttiva Gabes – Biskra. Lungo questa rotta passavano schiavi e datteri, quei datteri che ancora oggi trovi sui banchi del mercato e che sono ancora famosi per la loro qualità.
Nefta e i grandi palmeti
Da Tozeur ci spostiamo verso Nefta, immersi nella magia di un’oasi dove acqua, palme, alberi da frutto ( molti melograni ) e sabbia creano un piccolo paradiso che ai tempi delle carovane mercantili che da qui passavano doveva apparire come l’arrivo nella terra promessa.

Oggi è un centro religioso molto importante del mondo mussulamno e meta, insieme alla città di Kairouan di pellegrinaggi.
Dopo l’affollato mercato di Tozeur a Nefta ci concediamo alcuni chilometri di guida rilassata dentro l’enorme palmento fermandoci a raccogliere datteri o melograni. Alcuni spazi sono recintati ma ci sono molte strade che si incrociano e si accavallano fino a rigettarti fuori all’improvviso.
La Tunisia e le oasi di montagna
Dopo la meraviglia degli ksar del sud della Tunisia, l’immersione nel deserto che inghiotte Douz siamo ora immersi nel magico mondo dei grandi palmeti e delle oasi.
Rientriamo a Tozeur guidando sulla RN3 che si allunga diritta tagliando il deserto per proseguire il nostro viaggio verso Tamerza.
Giusto il tempo di allontanarci dalla città per poi imboccare la RN16 che si allunga lambendo le sponde del Chott El Gharsa un altro lago salato che supera il confine tra la Tunisia e l’Algeria e il cui punto più profondo, 17 metri sotto il livello del mare, segna anche il punto di profondità maggiore di tutto il paese.

Chott El Gharsa
Rientriamo per altri chilometri dentro le suggestioni a volte illusorie di queste distese composte da cristalli di sale e depositi di gesso depositati in milioni di anni di storia del nostro paese. Un paesaggio incredibile dove, in lontananza ma in avvicinamento possiamo scorgere le montagne che presto ci regaleranno nuove divertenti curve e appaganti tornanti ma, che in questo momento sembrano quasi illusioni ottiche.

La prima oasi è quella di Chebika che attraversiamo immersi tra i palmeti. Con il senno di poi avremmo dovuto restare un giorno in più a Tozeur e goderci questi itinerari che attraversano queste splendide oasi che racchiudono canyon, cascate, viste panoramiche mozzafiato ma che per goderne appieno hanno bisogno di essere attraversate a piedi.
Poi c’è la pista di Rommel che noi non abbiamo attraversato ma che comunque non ha tolto nulla al fascino e alla bellezza di questi luoghi.

L’oasi di Chebika e le cascate di Tamerza
Attraversiamo l’antico avamposto romano, distrutto negli anni “60 da un’alluvione e riprendiamo la bellissima RN16 che si appresta a farci danzare con una serie di curve terrazzate che salgono mostrando la bellezza del panorama sotto di noi.
I colori sono quelli del deserto, le chiazze verdi sono quelle dei palmeti e quasi inghiottiti dalla terra i piccoli villaggi, alcuni abbandonati, altri immobili sotto il sole.
Pochi asini, qualche cammello e tanto caldo mentre si sale verso Tamerza il villaggio berbero, anche lui parzialmente abbandonato a causa di un inondazione che nel 1969 distrusse il centro più antico.

Seguendo le indicazioni andiamo a visitare un canyon e una cascata per poi regalarci una sosta per il pranzo in un modesto ristorantino della zona completamente inghiottito dalle palme dove vengono serviti piatti tipici della cucina tunisina.
Chakchouka a base di pomodori e peperoni, la Mechouia, un’insalata con tonno, uova, pomodoro, olive e altro e una specie di cous cous alle verdure. Dolce? Naturalmente i datteri che sono il leit motiv di questo viaggio, sempre con noi da mangiare nelle pause.
La strada verso Mides
La svolta a destra ci immette sulla RR201, stiamo guidando verso Mides, il piccolo villaggio ai margini di un incredibile canyon che guarda diretto verso l’Algeria. E’ l’ultima delle fantastiche oasi di montagna ma la suggestione che si vive guidando lungo queste strade resta comunque invariata anche una volta ripresa la via verso nord.

E’ innegabile che questo territorio dove sabbia e oasi, canyon e specchi di acqua sprigionino una bellezza estrema che coinvolge ed emoziona.
Continuiamo a guidare sulla RR201 superando Redeyef costruita su uno dei più importanti bacini al mondo e ancora Moulares. La meta finale di oggi è Gafsa, la prima città dopo Tozeur ad offrire strutture alberghiere disponibili.
Arrivo a Gafsa
La raggiungiamo come ci capita spessa dopo il tramonto e, anche per oggi, ci fermiamo qui. Hotel cinque stelle, una buona cena e una bella dormita. Anche per oggi un itinerario fantastico e indimenticabile.
Cosa ci aspetta domani? 🙂
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