Prendete una domenica di sole, l’entroterra riminese nel cuore della Romagna, un borgo unico per il suo panorama e dal nome altamente evocativo come San Giovanni in Galilea, aggiungeteci una rocca ed un piccolo museo e la giornata diventerà perfetta.
Prime tappe di un itinerario breve
Imbocchiamo da Rimini la SS9 verso Santarcangelo per entrare nel magico paesaggio dell’entroterra romagnolo.
Da questo meraviglioso e antico borgo, proseguendo pochi chilometri svoltiamo sulla SP13 per attraversare lo Stradone e risalire la valle del fiume Uso che, dalle pendici del monte Aquilone appena sopra Perticara, scende sino a Bellaria per sfociare nell’Adriatico.
Ben presto dall’alto della rupe appare inconfondibile il profilo di San Giovanni in Galilea capace di allungare la sua ombra per un buon tratto sul fiume.
Si raggiunge San Giovanni in Galilea
San Giovanni è un minuscolo borgo ma con una storia molto particolare. Le sue vicende si intrecciano in quel periodo ricco di mutamenti che gli storici chiamano Medio Evo e che vide la valle dell’Uso e del Marecchia contesa tra la chiesa, il ducato dei Montefeltro di Urbino e la famiglia dei Malatesta signori di Rimini e di buona parte dei territori circostanti.
Tutta questa zona, a causa di queste guerre e guerricciuole, è oggi disseminata di rocche e castelli, dominati e abitati di volta in volta dai vincitori di turno.
Questo particolare e la conformazione del territorio rendono questi luoghi unici e di grande poesia per la dolcezza del paesaggio nel quale sono immersi.
Un pò di storia
Il piccolo borgo di San Giovanni può vantare così i resti di poderose fortificazioni risalenti al XIV e XV sec. e una rocca, o Palazzo Malatesta, del XVI sec. ma non solo.
Come abbiamo avuto occasione di constatare noi stessi visitando il museo, questo luogo era attivo già nel periodo etrusco – villanoviano. Il toponimo “Galilea” rimanderebbe anche ad un ipotetico stanziamento da parte di tribù dei Galli Senoni, come d’altronde avvenne anche nelle zone limitrofe.
Qui, in periodi più recenti passò anche Garibaldi durante la sua fuga verso Venezia infiammando gli animi dei borghigiani che ancora oggi lo ricordano con un cippo alla memoria e anche diversi convegni. Passò purtroppo anche la linea gotica dove gli eserciti alleati si scontrarono con i tedeschi seminando morte e distruzione.
Un panorama unico
Oggi San Giovanni in Galilea offre a chi avesse voglia di arrampicarsi fino a quassù un panorama unico che nelle giornate limpide disegna a est la linea del mar Adriatico e la costa romagnola mentre a nord e sud tutte le valli magiche dell’entroterra riminese, dalla mitica valle del Marecchia a quella del Rubicone.
Oltre a questo, e una volta che vi sarete ripresi dall’emozione del panorama, entrando nel paese vi troverete diversi spunti interessanti. Uno, inaspettato e per noi divertente, è l’incontro con una scultura raffigurante una motocicletta che ricorda a tutti visitatori l’amore di questo borgo per le due ruote.
La festa dè Mutor
Un amore che ogni anno in aprile si rinnova quando, esattamente il 25 del mese, si dichiara attraverso la “Festa de’ Mutor”, “Motoconcentrazione Interregionale aperta a tutti (uomini e donne) con qualsiasi tipo di moto”.
Noi non ne sapevamo nulla ma il prossimo anno saremo sicuramente della partita per goderci l’atmosfera romagnola condita da musica live e birra a volontà. Oggi ammiriamo sorpresi e stupefatti la caratteristica scultura felici di essere tra amici motorriders.
Il Museo Renzi
Altra fermata da non perdere assolutamente è quella al Museo Renzi: uno scrigno che racchiude la storia e la memoria di San Giovanni collocato dentro l’antica struttura che dal XIII sec. faceva parte del complesso fortilizio dei Malatesta e restaurata nel 2005 per essere messa a disposizione dei visitatori.
Dobbiamo questo piccolo tesoro alla intelligente passione di Don Francesco Renzi parroco del borgo dal 1868 fino alla sua morte avvenuta nel 1895 che, nei momenti di triste solitudine a cui la piccola canonica l’obbligava, iniziò a raccogliere resti e reperti di ogni tipo che venivano alla luce nel circondario sino a trasformare queste solitarie peregrinazioni in una vera e propria passione per l’archeologia e la geologia.
Tutti questi reperti vengono catalogati e repertati dal prete che, dopo un primo momento nel quale Don Renzi condivide le sue scoperte con il museo della città di Rimini, inizia a conservare in canonica.
Nel 1879 viene presentata una prima collezione che attirerà in zona eminenti studiosi e archeologi. Nel 1885 nasce il Museo e Biblioteca Renzi.
La storia e la tecnologia
Il proseguo della storia che potete scoprire collegandovi al sito http://www.museorenzi.it/it/storia-del-museo/ che porta sino ad oggi e ai tentativi che vengono compiuti attraverso la creazione di eventi o incontri di portare il museo all’attenzione dei visitatori.
Un piccolo ambiente quello del Museo Renzi, curato nei minimi particolari e supportato dalla moderna tecnologia che vi permetterà di seguire passo passo i vari momenti storici che hanno caratterizzato la vita del paese dal periodo villanoviano ad oggi.
Un percorso creato con intelligenza che vi avvolgerà con i colori vivaci che rallegrano le pareti e diapositive che rimandano ad una narrazione avvincente.
Si rientra nella valle del marecchia
Un’ultima passeggiata sino al bellissimo cimitero in cima alla rupe dalle forme d’una fortezza e poi nuovamente giù a ritroso lungo la discesa verso la valle del Marecchia che, con un breve passaggio davanti alla rocca di Torriana e uno sguardo veloce verso quella di Verucchio, ci accompagna verso Rimini, fino a casa.
San Giovanni in Galilea – San Giovanni in galilea