Intervista
presso il Moto Club Renzo pasolini di Rimini
Rimini festeggia Marco Bezzecchi, vincitore del Gran Premio d’Argentina Moto3
E’ stato un grande abbraccio, di orgoglio e d’affetto, quello che ha accolto Marco Bezzecchi, straordinario dominatore dell’ultimo Gran Premio d’Argentina in Moto3.
Un’impresa degna di essere festeggiata come è avvenuto ieri sera nella sede del suo moto club, il Motoclub “Renzo Pasolini” che lo ha visto nascere come pilota e crescere, insieme a tanti altri alcuni dei quali presenti ai festeggiamenti, come campione.
Un momento che è stato l’occasione per ripercorrere i momenti culminanti della gara che ha consacrato l’ex promessa in un campione.
La tua gara l’abbiamo vista tutti e sicuramente è stata perfetta in un weekend che è stato particolarmente positivo perché già dall’FP1 ti trovato subito davanti
Bezzecchi – Sì intanto grazie di essere venuti, non mi aspettavo così tanta gente. Son riuscito ad andar forte dall’FP1 e mi son trovato subito bene. Comunque la KTM sta spingendo molto perché ci tiene molto a migliorare. Un pelino dalle Honda… ecco non è che soffriamo ma in alcuni punti siamo un po’ in difficoltà, non tanto di moto ma per come si deve guidare la KTM. Per questo sto cercando di portare un po’ di sviluppi. Mi hanno fatto provare qualche cosa che però non mi è piaciuto tantissimo e difatti nel pomeriggio sono andato piano, ero rimasto un po’ indietro e quindi gli ho detto di rimettere la moto come prima. Così sabato mattina sono tornato ad andar forte e in qualifica ero riuscito quasi a fare la pool. Nel secondo time attack ha iniziato a piovere, ma comunque ho guadagnato la prima fila. Nel warm up tutto bene poi in gara l’incognita delle gomme come sempre, anche se alla fine ho scelto bene.
Tutti dicono che sei l’uomo della pioggia, l’uomo del bagnato. Tra l’altro questa pista ha un asfalto particolarmente insidioso e richiede molta concentrazione, concentrazione che sembra tu abbia avuto in Argentina come anche in Qatar.
Bezzecchi – La pista non è stata mai proprio bagnata. Ogni curva era diversa e bisognava stare molto attenti a come si entrava: una curva era bagnata, una curva aveva una chiazza sola, in una tre chiazze, in quella dopo nessuna. Con le gomme da bagnato in alcune si andava, ti potevi fidare, dove era asciutto c’era molto grip poi arrivava la chiazza quindi.. sì, bisognava stare concentrati.
Questa gara in particolare poteva essere interpretata in diversi modi come si può vedere dalle scelte fatte da Arbolino di fianco a te in griglia, potevano essere montate gomme rain oppure si poteva rischiare con una gomma da asciutto come altri hanno fatto
Bezzecchi – durante il weekend ci sono state condizioni miste che spesso non aiutano e ci hanno costretti a prendere in esame le varie eventualità: che la pista si asciugasse come a rilevare le varie chiazze di bagnato presenti e, di volta in volta, misurare il grip. Un weekend strano ma che è servito ad affrontare la gara di domenica
Puoi parlarci del circuito? Dov’è questo Rio Hondo? com’è?
Bezzecchi – “L’è un postaz”
Dacci qualche visione che hai avuto non solo della pista ma anche fuori. Questa è una pista che dicono non si asciuga mai ed è presente del terriccio, è vero?
Bezzecchi – la pista è molto bella però è in un posto non proprio bello, è un po’ così, lì ci girano poco quindi è sporca. Quando siamo arrivati noi erano due mesi che non giravano. Noi siamo entrati che sembrava piovesse da quanto si scivolava mentre c’era un sole che spaccava le pietre. Il secondo giorno ha pure piovuto quindi con lo sporco ci si è messa anche l’acqua, ha fatto un paciugo per tutto il weekend.
Marco torniamo su un argomento importante: il team. Sembra che il tuo compagno anche se non è l’ultimo arrivato sembra sia già in difficoltà al tuo confronto. Tu ti trovi bene? Hai un buon rapporto, parlaci un po’ del team
Bezzecchi – Kornfeil è forte ed un bravo ragazzo ancora però non lo conosco abbastanza da poter dire niente anche se, se si trova qui al mondiale, vuole dire che è uno che da gas. Con il team mi sono trovato subito molto bene, il capo è molto giovane e riesce a calarsi bene nei nostri panni. Anche il mio capo tecnico è molto giovane, anche se non sembra ha lavorato in parecchi team ed anche in Moto 2 e sa sempre come aiutarmi. I miei meccanici sono bravissimi e mi danno non fiducia ma di più, ed è come se mi riempissero di coccole in modo… da corsa insomma
Ahahahah le coccole da corsa
Bezzecchi – veramente bravissimi e mi infondono fiducia. Questa cosa mi fa star bene perché comunque vedo che anche loro ci credono. Sin dalla prima gara mi hanno detto – quest’anno andiamo forte, quest’anno facciam paura – e io – guardate, io ci provo ma non mi spingete tanto – invece loro insistono – no no guarda ci crediamo – e a me questa cosa piace un sacco. La moto da quando l’ho provata mi son trovato bene. Son partito molto bene all’inizio perché avevo una gran foga di provarla e non ho fatto neanche tanto caso ai pregi e ai difetti, ho solo guidato e sono andato fortissimo poi però quando è stata l’ora di iniziare a lavorare ho scoperto anche qualche difetto e ho fatto un po’ fatica e sono anche caduto un paio di volte. Ma sbagliando si impara, ho capito dai miei errori quello che non dovevo fare e da lì ho iniziato a migliorare. Devo cercare di migliorare qualcosa nel mio stile di guida perché ancora la guido come se fosse la Mahindra e non dovrei. La moto va fortissimo e anche i ragazzi della KTM, come Cristian, il capo del progetto Moto 3, mi spinge di brutto. Anche oggi mi ha mandato un messaggio, mi ha fatto i complimenti e tutti i ragazzi sono stati contenti, piangevano anche loro sotto il podio quindi va tutto bene.
Certo che di KTM in cima ce ne sono poche, anzi, quelle della VR46 sono dietro che arrancano mentre le Honda sono in testa. Qual’è la tua impressione su questo gap che c’è tra KTM e Honda
Bezzecchi – non è proprio un gap, la Honda è molto versatile come moto quindi bene o male piste lente, piste veloci, curvoni, curve lente si trova sempre la quadra. Invece la KTM in certe curve non riesci a metterla a posto, magari vai bene su tutta la pista e poi arrivi ad una curva che non c’è modo di farla venire, provi a muoverla di qua e poi di là, la muovi su e giù ma la moto fa sempre uguale, è meno versatile. Alla fine comunque devo guidarla un po’ perché la moto perfetta purtroppo…
Gli ultimi tre, quattro giri cosa hai pensato?
Bezzecchi – più che tre quattro gli ultimi… Non finiva mai, la pista era troppo lunga. All’inizio il meccanico che mi dava la tabella è stato intelligente e mi ha aiutato, un po’ psicologicamente. Della gara ne avevo parlato un po’ con il capotecnico che mi aveva consigliato di partire forte: “se te riesci ad andar via un pelo prima o a sgranare il gruppone sarebbe meglio. Te prova a spingere e se vedi magari che ne hai poi, dopo te la giochi” E io glio ho detto “Oh, ci provo”. Son partito benissimo ed ero davanti, però se mi avesse dato tutti i centesimi che guadagnavo mi si sarebbe fuso il cervello. Così lui mi ha dato solo i secondi. Anzi, i primi giri non mi ha dato niente, mi spingeva come un matto e io vedevo solo i giri che mancavano, giù orecchie nella coppa. Ad un certo punto ha cominciato a segnare il tempo, al terzo e quarto giro mi ha dato +3 e io ho detto cavolo!!! Poi ad ogni giro ne aumentavo uno, non so come facevo, poi mi sono ritrovato a 6 secondi e mi sono ricordato che nella gara di Misano. Quando andavo più forte degli altri mi ero detto di aspettarli.. e mi hanno steso. Questa volta ho pensato: adesso vado non aspetto più, e ho continuato a spingere. Ho rischiato un po’ ma ho continuato a spingere e questa cosa mi ha aiutato perché tutto è passato più in fretta. A dodici giri dalla fine ho iniziato a fare fatica però, poi negli ultimi cinque non ce la facevo proprio più, mi stava esplodendo il cervello. L’anno scorso quando sulla pioggia sbagliavo spesso, andavo forte ma facevo un sacco di errori. Non riuscivo a fare un giro pulito. Il mio capotecnico continuava a dirmi “tu, quando sei in difficoltà, parlati, parlati da solo nel casco” e così io, anche se sembra stupido, durante la gara nei rettilinei continuavo a dirmi “stai concentrato, stai concentrato” e questo alla fine mi ha aiutato.
Dall’anno scorso sei stato molto più concentrato sempre in tutti i turni che hai fatto, quindi volevo chiederti: cosa è cambiato nell’approccio sia nei test che nelle gare
Bezzecchi – Praticamente l’anno scorso avendo la Mahindra – che anche se tutti ne parlano male io posso solo ringraziarli perché se non era per loro non ero neanche al mondiale – che purtroppo era inferiore, mi sono dovuto sforzare a lavorare molto sulla ricerca del miglioramento anche minimale, su ogni cosa, anche di un millesimo su tutto, come le cambiate giuste, rialzare la moto più piano possibile per fargli prendere i giri più veloce possibile, frenare in un certo modo, aspettare il tempo giusto per aprire. Quando poi sono salito sulla KTM, che è più difficile da mettere a punto ma va più veloce, tutto questo lavoro mi hanno aiutato subito ad andare forte. E poi ancora il lavoro duro su questa moto continuando a cercare quel millesimo in più visto che qui tutti vogliono vincere. Infatti a me fa male la spalla destra perché, io essendo alto non ci sto con le gambe, così spingo come un baghino con le braccia.
Guardando la gara alla tv sembrava quasi che tu guidassi in scioltezza, senza una sbavatura, eri perfetto. C’è stato un momento critico?
Bezzecchi – Secondo me dalla televisione non si vedono i movimenti della moto, ma sono riuscito a non fare errori anche se la moto si muoveva molto riuscendo a capire i movimenti, quando era troppo e viceversa, e quindi sono sempre riuscito a tenerla.
Ma d’inverno cosa fai?
Vito (il Babbo) – Va tutti i giorni in palestra, quando organizzano gli allenamenti alla VR con i cart, con le moto, al ranch va a tutti. La mattina viene da noi in officina, ci viene a dare una mano. Senza nessun obbligo, ma secondo me non è giusto che si dorma fino a mezzogiorno. E così viene a dare una mano, magari ho bisogno di mandare qualcuno in un posto oppure mi da una mano in magazzino. Per il resto è sempre tutto dedicato alla passione, studia inglese che è giusto che non sia un ignorantone come me e basta. Ha deciso di fare quello nella vita e spero che lo porti avanti.
Eppoi la torta, i festeggiamenti, le foto assieme ai dirigenti del nuovo Moto club Renzo Pasolini, ai famigliari, amici, tifosi e sponsor e anche a due piloti emergenti che proprio nel week end hanno raccolto importanti risultati nelle categorie in cui gareggiano: Matteo Ferrari, secondo nel CIV Superbike di Misano dietro a Michele Pirro, e Kevin Zannoni, anche lui secondo nel CIV Moto3.
Marco Bezzecchi è nato a Rimini il 12 novembre 1998. Ha vinto nel 2015 il titolo nella classe Moto3 con una Mahindra nel Campionato Italiano Velocità. Sempre nel 2015 fa il suo esordio nel Motomondiale correndo due Gran Premi come wild card. Sempre con una Mahindra del team ufficiale Mahindra Racing partecipa nuovamente nel 2016 al motomondiale, classe Moto3, mentre nel 2017 prende parte alla sua prima stagione da pilota titolare Mahindra del team Cip e in Giappone coglie il primo podio nel motomondiale, giungendo terzo. Quest’anno corre con la KTM RC 250 GP del team Redox Preustel GP.