L’autunno regala momenti veramente magici. Basta che il sole faccia la sua apparizione perchè il paesaggio trasmetta le vivaci suggestioni di un acquerello. Acquerelli d’autunno dove il giallo brillante delle foglie che pendono dai filari delle viti si confonde con il rosso di querce e aceri mentre i castagni si contorcono con i loro rami spogli ma vivi nelle loro forme.
L’autunno è la stagione dei sensi, tutto è pronto per il letargo invernale ma tutto ancora si muove e si trasforma sprigionando odori, rumori e visioni con grande velocità.Mettersi in viaggio in questo periodo è un’esperienza unica e ogni giorno di sole e temperature miti è un giorno regalato alla nostra grande passione: la moto.
La dolcezza delle curve, dei paesaggi, dell’aria frizzantina ne fanno un’esperienza unica anche nella cautela con cui, chilometro dopo chilometro, ci immergiamo nel paesaggio.
Sotto il sole di questa domenica autunnale il Rubicone davanti a noi, brilla più che mai mentre scorre sotto il ponte che vide chiudersi l’epoca della Repubblica romana per aprirsi all’Impero. Qui “alea iacta est” e Giulio Cesare decise di modificare il corso della storia attraversando un confine, quello tra Roma e la Gallia che da quel momento non fu più tale. Abbandonata Savignano sul Rubicone entriamo subito nelle atmosfere delle terre romagnole con i loro filari di viti e gli ulivi che si alternano, in un ordine armonico e quasi maniacale mentre risalgono i pendii dei colli e scendono lungo i declivi che incontriamo lungo la provinciale 85 che, curva dopo curva, con i suoi dolci tornanti, ci conduce verso Sogliano. Sulla strada gli alberi si protendono, arricchendo di magia la bellezza dei luoghi.
A Sogliano ci attende anche quest’anno la Sagra del Formaggio di Fossa, la nostra preferita.Non possiamo certo mancare ad un evento come quello dell’apertura delle antichissime fosse che proteggono e stagionano il formaggio di fossa che per le sue qualità ha fatto il giro del mondo, regalando al palato i sapori unici di una terra che continua a sorprendere e a meravigliare come quella dell’Emilia Romagna.Anche noi come migliaia di visitatori ogni anno facciamo la fila davanti agli stand che offrono i loro prodotti, come il formaggio oppure il salame o ancora il miele, per acquistare o degustare le diverse varietà che negli anni si riproducono attente a tramandare le stesse lavorazioni di un tempo.
Un’attività che in breve ci rende sazi, circondati come siamo dal profumo del vin brulé o delle castagne che arrostiscono sulle braci, ed è con malavoglia che riprendiamo la via verso la valle del Marecchia, non prima però di aver riprovato l’emozione del pranzo negli spazi dell’ ex casa del fascio dalla facciata progettata nel 1941 dall’architetto bolognese Luigi Giordani su interessamento dello stesso Mussolini. Ed è negli spazi del teatro che tutti gli anni la pro loco si ingegna a dar da mangiare a centinaia di partecipanti, noi compresi. Un’esperienza unica da non perdere.
Lasciata Sogliano imbocchiamo poco fuori paese, all’altezza della nuova rotatoria (anche qui, sì!) la SP30 per scendere verso valle e riempirci del panorama mentre si scende verso il bellissimo borgo di Ponte Uso che ci accoglie mostrando il campanile della chiesa di San Paolo che, illuminato dal sole, svetta sopra le case circondate da una natura ancora rigogliosa.
Stiamo scendendo lungo il tracciato di una delle manifestazioni più importanti e conosciute nel mondo del ciclismo: la 9 colli. Non è che dividere queste emozioni con i ciclisti ci piaccia poi così tanto ed è anche per questo che da due anni veniamo qui a Ponte Uso nel mese di luglio per un divertente motoraduno con musica e moto itinerari nel cuore di queste terre (http://www.motoraduni.it/motoraduno/2-MOTOINCONTRO-BLOCCHI-GRIPPATI/9462.htm).
Qui l’autunno regala un’esplosione di colori e anche il fiume Uso, ingrossato dalle ultime piogge scende ribollendo verso Bellaria dove incontrerà finalmente il mare.La provinciale 30 è molto bella. L’asfalto non è il massimo, bisogna ammetterlo, come un po’ tutte le provinciale di questa zona con grande cruccio dei ciclisti che ogni anno che passa trovano maggiori difficoltà nell’affrontare questi percorsi, ma le curve sono vivaci e i panorami suggestivi.
Tutto da affrontare in scioltezza senza esagerare con la velocità e con un occhio ai ciclisti che qui sono numerosi e abbastanza negligenti.Risaliamo i monti godendo di questa pace. Poco traffico, poche case sparse qua e là tra il verde e il rosso dei paesaggi autunnali. Sotto di noi la valle dell’Uso attende placida l’inverno.
All’altezza di Uffogliano scopriamo la magia dei castagneti.
Una giungla di castagni si estende magica lungo il costone della montagna. Si raggiunge dopo un percorso di strada non asfaltata che all’improvviso, dopo una curva, mostra i primi rami contorti e meravigliosi di enormi castagni che poi arrivano a circondare noi e la nostra moto che procede lenta con il suono del motore attutito dalla vegetazione.
Le gomme appoggiate su un letto di foglie dai colori caldi e vivaci. Siamo dentro un racconto fantasy e l’atmosfera è quella fantastica del paese dei folletti.
Poco distante un ristorante ci accoglie con i battenti chiusi. Peccato, il posto è veramente incantevole ma storicamente, chissà perché, non è mai riuscito a funzionare.
Il nostro viaggio prosegue lungo la stradina sterrata quasi nascosta anche sulle mappe verso la parrocchia di Santa Maria Maddalena, in lontananza Montetiffi con il campanile dell’abbazia di San Leonardo costruita in pietra a metà dellXI sec. che svetta contro il cielo limpido. Guidiamo lentamente lungo il costone del monte, quasi ingoiati dalla natura che ci sovrasta, stiamo scendendo verso Ponte Santa Maria Maddalena e l’alveo del Marecchia e lo facciamo attraversando piccole stradine che portano a case o vecchie fattorie nascoste dalla vegetazione, sotto di noi la rupe che sovrasta la località Ponte di Santa Maria Maddalena si avvicina.
Da località Capriano e poi località Fontetto, che probabilmente prendono il nome dalle fattorie che qui, isolate, allevano bestiame, scendiamo verso il Marecchia per poi risalire subito una volta attraversato il ponte Santa Maria Maddalena verso Montefotogno, trent’ anime immerse nel verde di questa frazione del comune di San Leo la cui rocca e la rupe si stagliano lontano con l’inconfondibile profilo.
Montefotogno, quattro case, un campanile e la dolcezza delle valli dell’entroterra riminese. Sotto di noi, anche se non lo vediamo, possiamo scorgere il tratto del fiume Marecchia che si allunga verso Rimini per incontrare il mare Adriatico.
Anche noi stiamo scendendo verso il mare lungo queste strade strette ricche di curve mentre i depositi di argilla e calcare giunti dal Tirreno sino a qui nei periodi preistorici fanno suggestive comparse con le loro rupi e piccoli anfratti dai contorni molto particolari.
Si scende affrontando dolcemente le morbide curve che questo percorso ci regala. All’altezza di Villanova rientriamo sulla Marecchiese, l’antica via che da tempi immemorabili consente gli scambi tra Rimini e Sansepolcro.Tagliamo la noia dell’ex statale per risalire verso Verucchio alta.Non si può passare da queste parti senza una sosta per un caffè nel bar della piazza di uno dei borghi più belli e ricchi di storia di tutto l’entroterra riminese, culla delle prime civiltà villanoviane che qui prosperarono e sede, oltre che di una importantissima rocca appartenuta alla famiglia Malatesta, poi signori di Rimini, anche di un importantissimo museo, il museo civico archeologico di Verucchio che conserva reperti provenienti da scavi archeologici eseguiti in zona dopo la scoperta di antiche necropoli villanoviano – etrusche. Pezzi unici e rari nella cornice di un borgo meraviglioso con una vista mozzafiato sulla valle del fiume che,imperturbabile, continua a scorrere dabbasso.
Siamo quasi giunti a destinazione ma nel rientrare dalla rupe di Verucchio verso Rimini ci concediamo un’ultima suggestione, quella fantastica che ci regala la strada di San Paolo con la sua spettacolare vista verso San Marino e le sue torri.
Un’autunno che stenta a terminare e tante sorprese nelle valli dell’entroterra romagnolo.
#visitromagna
Sogliano – Sogliano – Sogliano – Sogliano