Oggi il nostro viaggio attraverso le Dolomiti riparte da Canazei dove abbiamo pernottato al Camping Marmolada . Con Punta Penia ( la cima più elevata che supera i 3000 m. ) e il Gran Vemel dinnanzi a noi, inizia la salita.
Non finiremo mai di ripetere che qui le strade sono ottime, quasi tutte ben tenute con un asfalto molto scorrevole. Siamo, come ieri e come lo saremo domani, in ottima compagnia, motociclisti e moto di diverse nazionalità e diverse marche anche se BMW e DUCATI prevalgono su tutte. Sorpassiamo anche ragazze le cui trecce (invidia!!!) escono dai caschi e che, finalmente, negli ultimi anni hanno trovato modelli di moto facili da guidare e leggere così da poter soddisfare una passione che come tutte le passioni bisogna provare più che raccontare

Noi viaggiamo in coppia
Dopo una salita che definiremmo semplicemente perfetta che si inerpica tra curve mozzafiato e tornanti. ci troviamo di fronte alle cime della Marmolada e al lago artificiale di Fedaia che si allarga ai piedi del monte e regala al paesaggio un’ulteriore suggestione. Siamo sempre dentro la magia delle Dolomiti e il viaggio prosegue.

Proseguendo per una discesa mozzafiato, circondati da montagne verdi da un lato e il profilo del gruppo montuoso della Marmolada dall’altro, entriamo in bagarre con un gruppo numeroso di motociclisti così tra una curva, un sorpasso e un tornante possiamo godere della discesa che, anch’essa, offre uno spettacolo senza pari.

Dopo una visitina a Rocca Pietore dove, oltre alla bellissima lavorazione del ferro che può mostrare ai visitatori simpatiche sculture che rappresentano animali o altri simboli montani, vorremmo inoltrarci nel Serrai di Sottoguda, una profonda gola che si inoltra dentro il monte per almeno 2 km e che naturalmente è preclusa ai motori. Ahahaha come non averci pensato….. proseguiamo verso il Passo di Falzarego.

Seguiamo il tragitto verso la famosa statale 48, importante arteria che ci porterà dal Passo di Falzarago a Cortina d’Ampezzo in compagnia costante dei nostri compagni di viaggio motociclisti. Sempre attraversando le valli tra il Trentino e il Veneto, la meraviglia delle Dolomiti si stende davanti ai nostri occhi regalandoci ad ogni curva nuovi scorci di paesaggi magici dai colori morbidi e rilassanti. Attraversiamo paesi e borghi di montagna mentre l’acqua che scorre disegnando fiumi, cascate e torrenti non ci abbandona mai.

Stiamo di nuovo salendo abbracciati dalla roccia carbonatica che distingue queste catene montuose dalle altre. Sedimenti di conchiglie, coralli e alghe calacaree che dallo scontro tra la placca europea e la placca africana emersero sino a raggiungere l’altezza che ammiriamo oggi di 3000 m. Noi naturalmente a quel tempo eravamo nella placca africana………
Arriviamo al valico alpino di Falzarago dopo una lotta feroce per il predominio delle strade, autovelox permettendo, e qui ci godiamo la pausa del giusto mentre guardiamo arrivare chi è rimasto indietro J
Prossima discesa verso Cortina.
Da Cernadoi rientriamo nella Strada statale 48 delle Dolomiti una strada turistica storica progettata alla fine dell’ottocento che congiunge l’Austria con il Trentino e il Veneto. Il manto stradale tenuto in perfette condizioni ci consente una guida piacevole ed è da qui, dall’alto dei monti, che dopo l’uscita da una galleria in curva ci appare all’improvviso la meravigliosa valle sulla quale si appoggia, quasi per caso, Cortina d’Ampezzo.
Siamo di nuovo circondati dalla magia e, colti di sorpresa rallentiamo vistosamente e lentamente sempre con gli occhi fissi su questa meraviglia accostiamo in una rientranza della strada. Siamo sopraffatti dalla bellezza, una bellezza antica nata dalla congiuntura di eventi non ripetibili appartenenti ai misteri dell’universo che ci circonda. Noi siamo i viaggiatori, piccoli e insignificanti che nel fluire del tempo e della storia hanno potuto godere di questa vista e così, appoggiati ad un muretto sul ciglio della strada riempiamo i nostri occhi di tanta bellezza e una volta abituati alla sua vista iniziamo la discesa.


Cortina ci ha deluso.
Un po’ come Rimini vive di una popolarità costruita tempo indietro che però si è appannata con il passare degli anni nell’impossibilità o nell’ incapacità di rinnovarsi. Al contrario di Moena o anche di Canazei si presenta più spenta, almeno nel periodo estivo quando le piste da sci sono chiuse.
Siamo all’ora di pranzo quindi prima di proseguire il nostro viaggio verso il Lago di Misurina prepariamo dei panini e ci riposiamo all’ombra del Municipio.
Uscendo da Cortina riprendiamo la statale 48 sino al lago di Misurina la prossima perla incastonata nelle Dolomiti.

Il lago insieme alle Tre Cime di Lavaredo costituiscono un nuovo angolo di luminosa bellezza all’interno di questo territorio. Il Lago di Misurina è il lago naturale più grande del Cadore posto a 1700 m. circa di altezza con un perimetro di più di 2 km. Il lago oltre alla sua bellezza, per il clima particolare di cui gode la zona, ospita anche l’unico centro in Italia per la cura dell’asma infantile.
Il nostro incontro con il lago è stato a dir poco poetico; la tranquillità del luogo, i pedalò che scivolano sulle sue acque lisce e tranquille ci hanno riportato a scene descritte nelle Affinità Elettive di Goethe. Questa vita semplice, nel massimo rispetto del mondo circostante, questa visione luterana e calvinista dove l’uomo si colloca al centro della natura senza sopraffarla. Una poesia tedesca, un film ambientato nell’ottocento. Ci saremmo aspettati di vedere donne passeggiare con l’ombrellino vestite da gonne lunghe ma così non era, eravamo noi, stesi sull’erba, ad ammirare le Tre Cime in lontananza.

E proprio le Tre cime di Lavaredo ci apprestiamo a raggiungere.
Per raggiungerle si prende una strada panoramica a pagamento e vi assicuriamo che è giusto così. Ne vale veramente la pena. Il tragitto per arrivare in cima toglie il fi

ato e induce a rallentare l’andatura così da godersi appieno il disegno che la natura ha costruito intorno a noi.

Arriviamo alla cima come al solito verso il tramonto, le cose belle si ammirano quando i raggi del sole sono più bassi e avvolgono la terra. L’aria è fredda e la visuale verso la valle limpida.
Siamo fermi, seduti sulla cima di uno sperone, in basso sotto di noi un fiume scorre e si vedono piccole case disseminate lungo le sue sponde; siamo in cima al mondo e il mondo ci guarda.
Organizzano delle escursioni che girano intorno alle cime, ma è tardi.
E’ difficile abbandonare il posto ma dobbiamo pensare a dove pernottare e quindi si scende nuovamente, a malincuore.

Ora devo ammettere che imbocchiamo la strada sbagliata; alla ricerca del luogo osservato dall’alto delle cime di Lavaredo riprendiamo la strada verso Misurina per poi proseguire verso Auronzo.
Ci rendiamo conto subito di essere fuori dal cerchio magico delle Montagne Pallide e anche se i monti ci circondano e il verde è intenso, dopo le visioni paradisiache di Lavaredo è difficile rientrare nella normalità montuosa della provincia bellunese. Proseguiamo costeggiando il Lago di Santa Caterina verso Lozzo e poi il bacino del lago di Cadore che ci accompagna sino a Pieve di Cadore.
Lungo la via ad un certo punto si forma una fila immensa di auto in uscita verso Belluno. Dagli anni ottanta a Rimini non avevo mai assistito a simili ingorghi con centinaia di auto in fila su una carreggiata a doppia corsia con l’aspettativa di attesa per raggiungere l’uscita di almeno due ore. Fortunatamente con la moto
riusciamo a superare questa apoteosi di veicoli e ci immettiamo nuovamente sulla strada verso Cortina dove, nel frattempo abbiamo deciso di pernottare.
Da Valle di Cadore si ritorna dentro il paesaggio dolomitico e anche se stanchi e molto accaldati ritroviamo l’entusiasmo. San Vito, fermata per bere prima di rientrare a Cortina e recarci al camping Dolomiti, il primo che troviamo anche se io consiglio di proseguire pochi metri e fermarvi a quello dopo.
Il camping non è brutto, ma non ospita al suo interno un ristorante o un negozio di alimentari che consenta di fermarsi e organizzarsi al suo interno per la cena.
Domani si riprende la via del ritorno e con le temperature che ci arrivano da Rimini prevedo che sarà un viaggio bollente. Per il momento siamo stesi dentro la tenda mentre fuori tuona e lampeggia. Un temporale notturno non ci spaventa, anzi è garanzia di fresca nottata. A domani.