Ultima tappa da Sutri a Roma. Ebbene si, siamo agli ultimi chilometri di un viaggio che dai confini con la Svizzera ci ha guidato sino a Roma. Il Lazio si apre con le sue selvagge bellezze.
La via Francigena ci regala Sutri
Visitare Sutri è come tuffarsi nella storia dell’uomo, le sue origini infatti ci riportano all’età del bronzo mentre la leggenda narra che fu fondata dai Pelasgi, un popolo di navigatori giunti dall’oriente, o ancora fondata da Saturno (ma a questa versione crediamo di meno). Il nostro viaggio verso Roma riparte da qui, da una signora gentilissima che all’entrata dell’anfiteatro romano ci propone anche di visitare l’antico mitreo. Meraviglioso, unico per gli affreschi che risplendono nel buio della grotta, in grado di entusiasmarci per riprendere il nostro pellegrinaggio verso Roma con rinnovata energia. E’ rimasta poca strada da fare ma non per questo meno ricca di sorprese.
La via Francigena tra parchi e vallate
Rientriamo a motore acceso dentro i panorami delle campagne romane. Strada sterrata, persi nella campagna alcuni ciclisti pedalano sotto il sole per arrivare a Monterosi che racconta, a chi sa ascoltare, le gesta di un borgo che fino al Medio Evo ricoprì importanza strategica perché posizionato lungo la via Cassia. E’ correndo in mezzo ai campi che entriamo nel Parco di Veio che prende il nome dall’omonima città etrusca e che ci porta, dopo una serie di saliscendi, verso le pendici della valle di Baccano, un antico lago vulcanico oggi prosciugato dove potremo ammirare il suggestivo borgo di Campagnano.
Il paese sorge su un’altura di roccia tufacea ed è veramente suggestivo giungervi dal tratto di francigena che stiamo percorrendo ed affrontare la ripida salita che ci porterà in cima. Sotto di noi restano boschi e coltivazioni mentre attraversato il paese possiamo rituffarci nella sorprendente natura del parco del Sorbo ed arrivare così alla chiesa della Madonna del Sorbo.
Ultimo tratto di Francigena fino a Roma
La valle del Sorbo, una delle zone più affascinanti del parco di Veio, alterna boschi di meravigliose querce a zone dove il tufo emerge dalla terra arricchendo di particolari unici il territorio circostante, un luogo ideale da attraversare a piedi, in bicicletta o, ancora meglio, a cavallo. Qui ritroviamo, una volta superata la chiesa della Madonna del Sorbo, le ultime tracce della Francigena che, testimoniata da un cippo, ci avverte che siamo a 36 Km da Roma. Formello ci attende dietro la curva, anche lui con il suo piccolo ma suggestivo centro storico di struttura medievale. Siamo arrivati, ultimi chilometri dentro il caos del raccordo anulare di Roma, dentro il caldo e il traffico della città che non a torto è la Caput mundi.
Roma – Caput Mundi
Roma non delude mai, è come una donna bellissima il cui fascino non scema in mancanza di un abbigliamento di ottimo taglio ma anzi, il disordine, l’abbandono riescono quasi ad accentuarne il fascino circondandola di un’aurea di mistero e aspettativa.
Pellegrini su due ruote
Piazza San Pietro si agita sotto il sole, incredibile nella sua eterna bellezza. Pregna di odori, di colori, di gesti di un’umanità che giunge da ogni parte del mondo spinta da desideri, aspettative, domande da porre, risposte da cercare. E noi con loro. Qui giungevano e giungono ancora oggi i moderni pellegrini alla ricerca di redenzione, non più, come abbiamo fatto noi, seguendo la via Francigena ma in treno, in auto, in aereo in nave. Un’umanità che oggi si muove velocemente e velocemente si aspetta qui di trovare conforto, niente a che vedere con lo spazio ed il tempo che muovevano l’uomo nel medio evo e poi ancora nel rinascimento su su sino ad arrivare alla rivoluzione industriale che innescò un processo tecnologico che ancora oggi non ha svelato tutte le sue potenzialità, positive o negative.
Il pellegrino del medio evo
camminava lentamente dilatando il tempo che aveva a disposizione lungo strade e luoghi di ristoro. Camminava e rifletteva, camminava e costruiva relazioni, camminava e guardava curioso, proprio come Sigerico, il nostro paese, l’Italia, con una sorta di meravigliata ammirazione, camminava verso Dio, alla ricerca di quel sollievo che la vita a quel tempo, complicata e breve, non riusciva a garantirgli.
Noi siamo arrivati, mossi dalla curiosità, mossi dall’amore per il viaggio, per la scoperta, mossi dal gusto per la vita, e qui ci mescoliamo agli altri pellegrini, ai turisti consci di essere in un luogo dove la bellezza diventa spirito e lo spirito diventa Dio.