Via Francigena in moto – si riparte da Radicofani per penetrare nel Lazio una regione piena di sorprese e di luoghi affascinanti e particolari. I pellegrini proseguono nel loro viaggio e sono già alla vista di Roma
Radicofani e l’arrivo nel Lazio
La Val di Paglia ci accoglie oltre le mura del castello di Radicofani per poi spingerci fuori dalle terre toscane verso il Lazio.
Questa regione, meno scenografica della sua vicina ma ugualmente carica di suggestioni, riserva sin da subito diverse sorprese.
Qui è il tufo il principale attore e protagonista. Duro, crudo, con le sue colorazioni che oscillano dal nero al semplice colore della terra. E’ con questo elemento che gli abitanti di questa regione hanno sempre dovuto interagire, piegare e rimodellare con risultati a dir poco sorprendenti.
In moto sulla Francigena laziale
Dalla confortevole SR2 si scende dunque velocemente verso il piccolo borgo di Acquapendente, prima tappa di questo viaggio in terra laziale lungo la Francigena.
Qui la via si confonde con la Cassia che, ancora oggi come al tempo dei romani che la costruirono accompagna i flussi dei viaggiatori sulla direttrice nord – sud dell’Italia, che per il suo ruolo continua a mantenere un forte carico di traffico. Per fortuna, intelligentemente, la Regione Lazio ha pensato a itinerari alternativi, secondari e per questo più godibili per chi ha come meta Roma sulle tracce degli antichi pellegrini. Ed è qui che ci immergiamo per ritrovare la sintonia col tempo e con lo spazio.
La via Francigena fino a Bolsena
Il primo tratto sino al lago di Bolsena continuiamo a percorrerlo lungo la Cassia, oggi SR2. E’ già quasi il tramonto e, dopo aver passato la giornata lungo gli ultimi tratti della Francigena toscana, è giunto il momento di trovare la sistemazione per la notte in uno dei magnifici campeggi che si appoggiano al lago.
Niente di meglio quindi, una volta arrivati di godere di un suggestivo tramonto e di una cenetta all’interno di una delle tante piccole osteria che si affacciano sulle acciottolate e strette vie del borgo omonimo. Un borgo che insieme alla mirabile rocca Monaldeschi, fatta erigere da papa Adriano IV con l’intento di creare barriere difensive contro le invasioni dei barbari, conserva intatte strutture medievali veramente suggestive.
Sterrati e strade bianche lungo la via Francigena
La nuova giornata ci regala subito un percorso su strada bianca. Imboccando infatti una delle vie parallele che corrono fiancheggiando la Cassia, e seguendo le indicazioni che segnalano a viandanti e curiosi la giusta direzione per la Francigena, in un batter di ciglia ci ritroviamo dentro la poesia della campagna laziale.
La nostra prima tappa sarà Montefiascone – ricordate “Est! Est! Est!” – che raggiungiamo affiancati da pellegrini che camminano a piedi o pedalano sulle loro biciclette.
Montefiascone è un sogno, circondato da grandi estensioni di terreno dedite alla produzione di un vino di alta qualità, protetto da alte e massicce mura, questo borgo, di antiche origini etrusche affascina il viaggiatore che dall’alto della grande rocca, dimora di Papi può godere di una vista mozzafiato sul grande lago di Bolsena.
Da Montefiascone a Viterbo la Cassia antica
Sempre seguendo le indicazioni che ci regala la nostra App dedicata al percorso a cui ci siamo ormai affidati, usciti da Montefiascone e imboccando vie di campagna, ci ritroviamo dopo pochi chilometri ad attraversare un tratto di Cassia antica il cui antico e originario basolato, oramai levigato dal tempo e dall’usura, continua ad essere testimone di antichi passaggi per condurci lungo sentieri sempre più stretti e a tratti difficilmente penetrabili nel cuore della campagna laziale.
Intorno a noi campi coltivati e tanto verde. La via Cassia, che ricalca per alcuni tratti i tracciati di antiche vie etrusche, appare e scompare lungo il nostro cammino, modificata dal tempo e dalla nascita di nuovi insediamenti.
La Francigena e le terme del Bagnaccio
Guidando lungo la piana, che sempre da Montefiascone ci guida verso Viterbo, incontriamo piccole pozze di acqua termale, vera e antica ricchezza di questo territorio: sono le terme del Bagnaccio, in antichità ristoro per i pellegrini e ancora oggi presenti lungo il tracciato per consentire a chi ne abbia bisogno una meritata pausa rilassante prima di affrontare gli ultimi chilometri per raggiungere Viterbo.
Viterbo
Bellissima, questa antica città ci accoglie dentro le sue mura. Anche nota come la città dei Papi, Viterbo, il cui nome deriva dal latino Vetus Urbs ovvero città vecchia, ha un bellissimo centro storico con quartieri medievali ottimamente conservati.
Nel XIII sec. il borgo era sede pontificia e fece da palcoscenico all’investitura di diversi papi. Guidiamo tra le strette vie del centro storico attraversando archi e palazzi signorili sino alla piazza di San Lorenzo, per ammirare il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo.
Di nuovo on the road, di nuovo Francigena, di nuovo fuoristrada
Siamo veramente entusiasti di questo percorso che ci da modo di godere di un paesaggio che, proseguendo lungo arterie più comode e veloci, ci sarebbe stato precluso. E’ vero che seguendo un percorso normalmente dedicato alle mountain bike non sempre si procede in maniera confortevole, ma i disagi piccoli o medi che incontriamo valgono questa immersione nella natura.
Ancora ulivi, ancora vigneti in un ambiente armonico e ben curato, si guida verso Vetralla dentro un reticolo di strade e stradine asfaltate e non.
Vetralla è un pregevole borgo che si affaccia sul lago di Vico. Circondata da boschi di querce, che la fanno apparire come un’isola in un mare di verde mostra, orgogliosa la sua struttura urbanistica medievale ancora intatta e ci accoglie tra le possenti mura che la circondano.
Il nocciolo
Le campagne laziali che stiamo attraversando regalano anche passaggi incredibili che ci mostrano i veri protagonisti di questo territorio: i noccioli che da Vetralla iniziano ad accompagnare il nostro cammino con le loro silhouette aggraziate ed affascinanti.
Sempre strade bianche ci accompagnano sino a Capranica. Siamo giunti nella Tuscia, sulle prime pendici del vulcano Cimino oggi spento. E’ intorno al nome di questo centro antichissimo che circola la suggestiva leggenda che un gruppo di allevatori di capre che scelse il luogo per la sua bellezza e lo legò per sempre al proprio mestiere e al relativo toponimo.
Uno sguardo ammirato al suo profilo sotto le mura per poi riprendere il nostro cammino; ultima tappa di questa giornata particolare la magica Sutri.
Sutri e il lago di Bracciano
Ultimo tratto di sterrata tra rocce di tufo, noccioli, ulivi e vigneti. Uscendo dall’incanto avvistiamo i primi caseggiati di Sutri aggrappati a rocce di tufo che per oggi – ma torneremo l’indomani – attraversiamo velocemente diretti sul lago di Bracciano dove, tra lo sciabordio dell’acqua ed un tramonto mozzafiato abbiamo deciso di passare la notte montando la tenda in un campeggio che si appoggia sul lago.
Domani rientreremo a Sutri per affrontare gli ultimi chilometri che ci separano dalla meta. Anche i pellegrini che abbiamo accompagnato per tutta la giornata sembra abbiano deciso di interrompere per la pausa notturna. Domani ripartiremo insieme non prima di aver visitato uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di storia di questo lembo di territorio.