Turchia in moto – la discesa dal Nemrut dagi
Molto a malincuore inizia la discesa dal Nemrut Dagi. Sarebbe bello fermarsi qui, godere ancora di questo momento magico, sospeso nel tempo. L’aria quassù è frizzante, la vista fantastica, e il Sunshine Hotel sarebbe felice di ospitarci ancora per qualche giorno. Accoccolati tra le antiche sculture attendiamo che il sole continui ad alzarsi verso il cielo, espanda la sua luce e il suo calore sui nostri corpi, e soprattutto che i gruppi di turisti si spostino in altra zona per godere ancora un attimo di questa vicinanza con la natura e la bellezza che ci circondano. Un momento di assoluto silenzio, un attimo di immobilità prima che la strada che sotto di noi scende tra gole e tornanti invii il suo irresistibile richiamo.
Turchia in moto – Di nuovo on the road, la discesa può avere inizio
Circondati da un paesaggio lunare la strada sembra quasi sospesa sulla cresta delle montagne. Curve che scendono creando serpentine sempre più improbabili, paesaggi desertici che ci avvolgono in un’atmosfera quasi surreale ma fantastica. Niente o quasi il traffico. Noi, la moto e una natura che pare immutata dall’inizio del mondo. Scendiamo lentamente i primi chilometri solo per il gusto di assorbire e portare con noi questi momenti.
In lontananza gli altopiani dell’Anatolia si perdono verso il Kurdistan da un lato e la Siria dall’altro, territori che vorremmo tanto visitare se non fosse che la follia dell’uomo rende complicato il nostro sogno.Si scende verso Malatya, la caotica capitale delle albicocche turche. Uno dopo l’altro ci accompagnano piccoli nuclei urbani quasi sperduti tra le montagne dove l’attività principale sembra essere l’allevamento. Il verde a momenti ci avvolge per poi diradare repentinamente alternandosi a tratti stepposi, quasi desertici. Ad una curva appare l’insegna di un campeggio, strano trovarlo in questo luogo eppure sembra sia pure aperto. Piano piano la magia del Nemrut si allontana e il viaggio riprende il suo ritmo mentre la strada, così bella e perfetta, torna ad essere la protagonista di una nuova giornata. Ai lati, invitanti, si aprono innumerevoli percorsi off road che invogliano a una digressione regalando al nostro viaggio anche il sapore dell’avventura.
Malatya, il ritorno alla Turchia odierna
Malatya è la capitale dell’albicocca, forte eh!!!! Pensate che una delle sue rotatorie principali è abbellita da una scultura che riprende in formato gigante di questo frutto che, seccato, troveremo in vendita per chilometri lungo la strada. Kitch, forse, ma perdonabile dopo che lo avrete assaggiato: fantastico!!!! Ci immergiamo nel traffico caotico che, dopo la pace paradisiaca del Nemrut, pare amplificarsi ad ogni metro di strada. Sembra impossibile dopo aver respirato il silenzio assoluto, ma qui, tra insegne, attività, l’andirivieni tipico dei grandi bazar e il traffico, sembra di stare in una metropoli. Malatya potremmo definirla simpatica e la zona dove i mercanti di rame aprono al pubblico i loro laboratori veramente unica. Se vi troverete a passare di qua a ridosso del 20 luglio potrete ammirare stupefatti centinaia di migliaia di albicocche distese sui tetti delle case ad essiccare. Anche Malatya come tutte le città turche dell’Anatolia orientale mostra tracce di una storia lunga e leggendaria, del passaggio dell’impero romano, dell’antica Melitene, la fortezza occupata dai legionari romani a difesa dei confini con l’Armenia, che riappare a pochi chilometri dalla città moderna, a Battalgazi patria anche di Sant’Eutimio, uno dei fondatori del monachesimo bizantino in Palestina.
La storia in Turchia ha radici antiche che si intrecciano e fondono con la nostra storia e la nostra cultura ed è proprio questo accavallarsi di notizie e racconti che rende questo viaggio così affascinante. Tornando alle nostre albicocche non mancate di fermarvi per un assaggio presso una delle innumerevoli bancarelle aperte lungo la strada costano poco e hanno un sapore unico.
In moto verso Kayseri
Usciamo dunque dalla città verso l’antica Cesarea di Cappadocia, o Mazaka, o Eusebia all’Argaios, dove abbiamo deciso di passare la notte. Il caldo cresce con l’avanzare del pomeriggio e presto, attraversati gli ultimi casolari della città, rientriamo nelle suggestioni e nei paesaggi bellissimi di questa parte del paese. La D300 ci accompagna così su un tracciato – forse un po’ noioso dopo tante emozioni – a quattro corsie e il viaggio può avere inizio.
Piccoli paesi, paesaggi dalle colorazioni chiare. Colline che lasciano il passo a montagne dentro un acquarello dove il giallo predomina su piccole pennellate di verde. La moto scivola via veloce anche se bisogna fare attenzione ai limiti di velocità presenti. I posti di blocco, specialmente in queste zone più vicine alla Siria sono più frequenti.
Gli altopiani dell’Anatolia ci hanno lasciato qualcosa di magico ed entrare a Kayseri è come uscire bruscamente da un sogno. La Cappadocia ci aspetta al di là di questa città e noi fremiamo dalla curiosità ma i chilometri sarebbero ancora tanti. Sin da subito rimaniamo colpiti dalle imponenti mura che anticamente circondavano Cesarea e, sicuramente ancora prima, questo centro nevralgico dell’impero ittita di cui oggi non rimane traccia alcuna. Ci concediamo una passeggiata attraverso un gremito bazar e una notte tranquilla e ristoratrice. Domani sarà un grande giorno perché ci aspetta uno dei territori più particolari e fantastici di questa grande paese, e non solo: la Cappadocia.