Eccoci nuovamente ad affrontare questo viaggio in Turchia in moto – da Antalya a Pamukkale 10 tappa.
Pendici dei monti del Tauro occidentale, golfo di Adalia, mar Mediterraneo. E’ qui, circondati da alte montagne e foreste che sorge Antalya o Adalia come viene chiamata dai turchi. Intorno alla città i resti della dominazione greca, ma la storia di questo centro nasce molto prima, con gli Ittiti e, successivamente alla guerra di Troia, con il Regno di Pergamo ad opera del suo re, Attalo III che fonda ufficialmente la città.
Calda, accogliente, tutta concentrata sull’economia del turismo, nonostante la speculazione edilizia e lo scempio del territorio Antalya mostra un’anima colorata di azzurro. Azzurre sono le acque del mar Egeo, con le sue onde morbide che si infrangono a riva, azzurra è l’aria che respiriamo e il colore del cielo, azzurra è la costa che da Antalya si allunga sino ad incontrare la costa occidentale del Mediterraneo e che proprio per questa sua colorata caratteristica viene chiamata Costa Turchese.
Non ci dispiace essere qui, coccolati per un giorno e una notte dall’ospitalità dei ristoratori turchi ed è per questo che riprendiamo la via a mattina inoltrata. Con calma e senza impegno contiamo di raggiungere in serata le antichissime e suggestive terme di Pamukkale, il “castello di cotone” nella provincia di Denizli, prossimo all’omonimo abitato nel cuore della Turchia.
Turchia In moto lungo – la Costa Turchese
(Turchia in moto da Antalya a Pamukkale 10 tappa)
Imboccando la D400 comprendiamo subito come sia necessario armarsi di santa pazienza. Uscire da Antalya non è facile né particolarmente suggestivo. Resort enormi “acchiappatedeschi” sono cresciuti come funghi lungo la costa sottraendola interamente a chi guida lungo la via. Noiosa dunque nel primo tratto, e molto trafficata da bus stracolmi di turisti o autoctoni che cercano di raggiungere i luoghi di lavoro. Dovremo guidare quindi diversi chilometri in questo traffico prima di riuscire a contemplare finalmente questa costa dai colori fantastici.
Quattro corsie asfaltate di fresco, la D400 è una strada costiera facile da guidare con dei panorami mozzafiato. Alte rupi rosso fuoco che si gettano a picco sul mare lasciano si alternano a lunghe spiagge bianche e calette nascoste dove le rocce e il mare creano fantasie di colori magici e accattivanti. Una sosta sulla spiaggia di Kumluca oggi deserta vista la stagione che volge al termine e poi via lungo un tratto di strada costiera a picco sul mare. Curve e tornanti che sembra debbano gettarsi nel mare, questo tratto di strada è veramente elettrizzante. Usciti dalle steppe desertiche dell’Anatolia centrale e orientale ci ritroviamo catapultati sulle sponde magnifiche di un mare ricco di storia ed avvenimenti.
Il Mar Egeo
Qui, tra queste acque che noi oggi osserviamo con meraviglia, si tessevano i fili di un mondo dove culture e società si incontravano, scontravano e mescolavano. Parte di questa storia è anche la nostra e le sue tracce le ritroveremo seguendo la via che ci porterà a scoprire Myra, Ierapolis, Efeso, Pergamo e Troia. E’ avvincente guidare lungo questa costa che all’altezza di Beymelek ci regala una strada quasi sospesa sull’acqua all’interno di una laguna. Meraviglie della Costa Turchese che si ridisegna chilometro dopo chilometro sotto i nostri occhi.
Alla scoperta di Myra
(Turchia in moto da Antalya a Pamukkale 10 tappa)
All’altezza di Demre ci aspetta la magia di Myra. L’antico territorio della Licia ci apre le porte e ci introduce nei fasti della civiltà ellenica che qui crebbe e prosperò. Myra e il suo sito archeologico che raggiungiamo dopo pochi chilometri da Demre, risalendo verso le colline, era già nel VI sec. a.C. una Città Stato della confederazione Licia, adagiata dentro questa magnifica pianura alluvionale che oggi accoglie un’economia basata principalmente sulle coltivazioni intensive di alcuni prodotti. Una protagonista che ricoprì ruoli importanti per il commercio e l’economia di questi luoghi. Conquistata dai romani proseguì il suo cammino che si interruppe solo dopo la conquista della città da parte degli arabi nell’809 che condannarono la città ad un lento declino.
Bellissima, Myra ci ricorda anche il passaggio di San Paolo in cammino verso Roma e San Nicola, che divenne vescovo della città all’incirca nel IV sec. d.C., le cui spoglie vennero dissotterrate nel 1087 e portate a Bari con una fuga rocambolesca dove è venerato come il santo patrono della città pugliese. Passeggiamo tra le rovine del maestoso teatro romano ammirando la necropoli con le sue tombe scavate dentro una scogliera a strapiombo sul mare. Resti di colonne finemente scolpite lasciano immaginare lo sfarzo e la bellezza di questo luogo e riportano all’attualità volti e fattezze delicate di dei e dee ma anche di semplici cittadini e di vita quotidiana. Mistica la basilica dedicata a San Nicola ed è bello passeggiare tra bassorilievi di volti che ti osservano mentre sorridono, o cantano, o urlano con le bocche spalancate da un tempo lontano, anzi, lontanissimo.
Nuovamente on the road
A malincuore riprendiamo la via, osservando sotto di noi migliaia di serre che bianche nel loro immobile paesaggio riflettono una luce accecante e carica di bagliori. Qui l’economia oggi si sviluppa attorno allo sfruttamento intensivo del suolo e la vista di queste serre fa restare senza fiato per l’immensità della sua estensione.
Turchia in moto – Dalla costa all’interno del paese
(Turchia in moto da Antalya a Pamukkale 10 tappa)
Imbocchiamo la D400, guidando nuovamente verso la costa non senza una pausa per ammirare l’arcipelago che raccoglie isole e isolette. Superiamo Kas con le sue lingue di terra che si protendono verso il mare come dita di una mano e proseguiamo poi nuovamente lungo la strada di costa immersi nello splendore di questo luogo.
Un tuffo nel blu fino a Kalkan, qui la D400 prenderà la via dell’interno per rientrare nella pancia del paese e orientare la bussola verso nord: destinazione Pamukkale. Muta il territorio allontanandosi dal mare. le nuove suggestioni inquadrano colline e alte montagne che si riappropriano dei colori della terra. Il meteo non aiuta e dopo qualche chilometro ci ritroviamo sotto l’acqua. Peccato, anche questa E87 che imbocchiamo all’altezza di Yusufca, non sarebbe male ma la pioggia incalza ed è letteralmente planando sull’acqua che atterriamo in serata a Pamukkale.
Sotto l’acqua l’arrivo a Pamukkale
Non resta che trovare un albergo e fare una bella dormita. Siamo nel luogo di svago degli antichi romani che qui venivano a riposarsi e ritemprarsi dopo le dure battaglie. Un luogo unico nel suo genere ma che potremo scoprire in tutta la sua suggestione solo il mattino dopo.
“Il castello di Cotone” come viene chiamata oggi Pamukkale è un luogo unico e raro, una rupe dalla quale scaturisce acqua calda ricca di sali di calcio che nel tempo ha accumulato sedimenti che rimodellano la montagna disegnando cascate di pietra dal bianco abbagliante. Questa la motivazione tecnica, il risultato è incredibile. Una montagna di un bianco candido composta di vasche dove l’acqua calda scorre attraversata dai raggi solari che le donano tonalità azzurre impossibili da immaginare che diventano surreali al tramonto.
L’entrata è a pagamento e subito dopo bisogna togliersi le scarpe per proseguire a piedi nudi. Una tutela che apprezziamo assai, visto il serio pericolo di disfacimento di questa bellezza tra i patrimoni dell’umanità che l’avanzare di un turismo selvaggio e senza regole aveva messo in atto. La sensazione è unica come unico l’appagamento che si prova nell’immergere il corpo nell’acqua calda. Le vasche dove ci si può immergere sono artificiali mentre le pozze naturali si possono solo ammirare dall’alto del monte, inibite al pubblico come sono.
A rompere l’incantesimo frotte vocianti e caotiche di turisti per lo più russi e giapponesi che, sinceramente – specie per i giapponesi – non avremmo mai pensato urlassero così tanto :-).
Il muro di umani si rompe per scomparire magicamente in cima al colle dove quasi solitari possiamo goderci una passeggiata tra i resti dell’antichissima Ierapoli, fondata nel 190 a.C. da un re di Pergamo.
Hierapolis, antica e splendida città
(Turchia in moto da Antalya a Pamukkale 10 tappa)
Centinaia di tombe, tra le quali quella di San Filippo qui crocifisso, basiliche e chiese molte ancora da riportare alla luce e un teatro di costruzione romana di una bellezza incredibile, da togliere il fiato. Qui i romani trovavano quiete e la cura a diverse malattie ed è per questo che qui costruirono sontuose ville di cui oggi non resta traccia. Cura del corpo ma anche della mente come lo straordinario teatro romano, di una bellezza unica e affascinante, forse uno dei più belli dei tanti che abbiamo avuto la fortuna di visitare, testimonia. Un luogo magnifico anche grazie ai tanti studiosi e archelogi italiani che qui hanno lavorato.
Rientrando dal sito archeologico attraversiamo le terme dove, mescolati alla folla, pagando l’entrata, è possibile godere del calore delle acque termali in una piscina che sul fondo mostra antiche colonne di epoca romana.
Turchia in moto – di nuovo on the road
Pamukkale incanta e rapisce per la sua bellezza, conquista con la sua storia e stimola per la bellezza del suo sito archeologico, ma è giunta l’ora di ripartire e la strada che ci porterà a lambire le acque del Mediterraneo per la seconda volta è abbastanza lunga.
Lasciamo il sito con difficoltà, sarebbe bello restare ancora immersi nelle sue acque calde, ma la Turchia si apre a nuove scoperte e stiamo per attraversare luoghi che hanno segnato la storia dei nostri popoli, una tra tutte Efeso.