Le Medine di Tetouan e di Chefchaouen sono le piu’ vere e meno turistiche di tutto il Marocco
Marocco in moto, Tetouan e Chefchaouen – Pronti via !!!
Un azzurro che ci avvolge subito entrando a Tetouan, raggiunta una volta scesi dal traghetto a Tangeri ed imboccata la N16 che attraversa un primo tratto di montagna per poi allinearsi al mare prima di rientrare nelle suggestioni dell’entroterra marocchino.
Sin da subito strade tenute molto bene che si articolano senza sbavature lungo le pendici dei monti e le litoranee marittime. La guida è piacevole mentre il paesaggio del nord di questa meravigliosa nazione che ci apprestiamo a visitare si apre innanzi a noi dopo ogni nuovo tornante.

I riflessi azzurri di Tetouan
Tetouan ci attende nel tardo pomeriggio e questo impone la ricerca di una sistemazione per la notte. Sono diverse le soluzione che questa città dalla storia antica e intricata propone: dalla piccola e scalcagnata pensioncina con camere con o senza bagno a prezzi veramente modici, agli hotel 3 stelle sino ad arrivare, fuori città, alla presenza di alcuni resort.
Noi pensioncina con bagno in camera (un lusso a cui facciamo fatica a rinunciare alla nostra età 🙂 ) sopra un locale marocchino.
Tetouan è azzurra, e non importa quanto il cielo sopra di noi oggi sia plumbeo e riversi sulla città gocce di pioggia. Lei risplende di un colore tutto particolare: l’azzurro della sua medina.

Amore a prima vista
E’ amore a prima vista per questa ex capitale del protettorato spagnolo sulle pendici del jbel Dersa, è come un tuffo nel passato, o meglio dove sembra che il futuro sia ancorato ad un passato che si muove lento e con passo insicuro.
Ma la città pulsa di vita e di colore, di odori e di ombre, di mistero e di semplicità, basta abbandonarsi e perdersi. Come tutte le città arabe grida, si agita e fa molto rumore.
Il dedalo di viuzze, che dal mercato rionale salgono e si insinuano attraversando la Medina sino alla roccaforte che svetta sulla cima, è come la ragnatela di un ragno che ti imprigiona nelle sue maglie che qui sono tinte di un azzurro luminoso e ti fanno perdere l’orientamento.


Una passeggiata tra le vie della Medina
Non fatevi cogliere dal panico che può insinuarsi inizialmente, anzi godete ogni attimo, ogni immagine che lei vi regala, assaporate questo momento di vita reale perché qui a Tetouan la Medina azzurra non è frutto di un disegno per attirare turisti ma è parte del vivere quotidiano dei suoi abitanti.
Pochi curiosi infatti si aggirano tra questi vicoli, quasi risucchiati dal via vai del mercato e delle piccole botteghe artigiane dove il lavoro di fabbri, falegnami, conciatori di pelle, ferve a ritmi serrati che proseguiranno anche quando voi, semplici spettatori ve ne sarete andati.

Stupefacenti le magnifiche porte finemente cesellate e colorate che si affacciano lungo il labirinto di scalette o di strade strette e tortuose che si aprono in piccole piazzette.
Cerchiamo di sbirciare dentro e a volte riusciamo a scorgere cortili circondati da mattonelle e piante.Un vero incanto, così bella da essere parte del Patrimonio dell’Umanità.
Verso Chefchaouen
In mattinata si riprende la via attraversando il tratto di città più moderno con le sue nuovissime abitazioni e i suoi centri commerciali.
Immettendoci sulla N2 rientriamo nel bellissimo paesaggio del nord del Marocco. Gli asini e i muli carichi qui la fanno da padroni mentre piccoli paesi si allungano inseriti dentro il paesaggio verde e fresco delle montagne del Rif.
Dentro la magia di Chefchaouen
Chefchauoen, in passato considerata città santa, si apre all’improvviso innanzi a noi pronta a ripetere la magia di Tetouan. L’azzurro torna ad avvolgerci mentre le strade della medina ci invitano ad una sosta.
Ancor più che a Tetouan dove l’azzurro della Medina si celava dentro possenti mura che la circondavano e proteggevano qui ci troviamo di fronte ad un’esplosione di colore, dove con la sua forza poetica compare l’indaco.

Marocco in moto – Chefchaouen e la sua storia
Chefchouen, fondata nel 1471, era prevalentemente abitata da esiliati andalusi sia musulmani che ebrei.
Considerata per lungo tempo città sacra era interdetta agli stranieri, anzi, ad esser più precisi, ai cristiani che poterono visitarla solo dopo il 1926 anno della conquista da parte degli spagnoli.
Qui ancora oggi come a Tetouan si parla la lingua spagnola più che la francese e anche se è considerato un centro turistico ha mantenuto intatta la propria quotidianità di vita cittadina.
Visita alla città
Attraversiamo questa meraviglia sempre più abbagliati da questo paesaggio così particolare. Stiamo scendendo verso Fes e presto il territorio si vestirà di nuovi colori e nuove suggestioni.
Rimane la linea azzurra di questa antiche città che ritroveremo presto, seppur con altre modalità e suggestioni, anche a Moulay Idriss, città di pellegrinaggio colorata di azzurro, verde e rosa e poi nuovamente sulla costa tra Essaouira e El Jadida.
Come un mare azzurro
Dicono che qui in Marocco l’azzurro si usi, in tutte le sue tonalità, per allontanare gli insetti (a Chefchouane ci è capitato di vedere anche i vialetti di accesso alle case spennellati di varie varianti di questo colore) mentre il verde e il rosa distinguono con le loro tenui tonalità i quartieri berberi da quelli arabi.
Un modo semplice per affrontare le sfide che la natura pone innanzi così come marcare differenze etniche che in questo paese hanno segnato la vita e la storia.
Una storia contrassegnata dall’inarrestabile avanzata dei conquistatori arabi capaci di travolgere tutto e tutti fino all’oceano e che, anche attraverso questi piccoli segnali, ancora oggi si manifesta.
Ma il viaggio prosegue verso sud e, a breve, saremo dipinti tutti di giallo.
Tetouan e Chefchaouen – Tetouan e Chefchaouen – Tetouan e chefchaouen – Tetouan e chefchaouen