Kalliste, in greco antico, la più bella
La Corsica in moto garantisce divertimento, magia, fascino, bellezza. Un mix di strade incredibili, panorami mozzafiato e accoglienza assicurata.
Difficile rimanere indifferenti al fascino che la Corsica sprigiona, capace com’è d’attirarti a sé come il canto di una sirena, promettendoti gioie e delizie ma altrettanta nostalgia quando il momento dell’abbandono sarà ormai giunto.
Il golfo di Bonifacio
Attracchiamo così di prima mattina dopo una traversata a dir poco agitata. Il mare forza sette ha costretto la maggior parte dei viaggiatori a corse forsennate verso i sacchetti di plastica posti in bella mostra sui tavoli. Noi ci siamo ritrovati in coperta, ad ammirare la potenza del vento e del mare tanto famosi e temuti in questo tratto di costa.
Dal ponte del traghetto abbiamo potuto ammirare le scogliere bianche a strapiombo sul mare che, fin dall’antichità, ti aprono la via per raggiungere la salvezza dentro le tranquille acque del porto di Bonifacio che ci aspetta in fondo a questo piccolo fiordo di roccia calcarea.
Strapiombi di 60 e più metri, scale di roccia che raggiungono questo mare dai colori vivaci, rocce bianche, caverne scavate dal tempo e dal lavoro dell’uomo, questo e tanto altro ci attende e ci accoglie una volta sbarcati.
Kalliste… la più bella.

La N196 ci attende per accompagnare la nostra risalita verso nord
Siamo dunque immersi nei paesaggi della N196 mentre si risale verso Ajaccio. Le moto qui si sentono a loro agio, tutto infatti sembra concorrere ad accogliere bikers che infatti giungono qui da tutto il mondo. Strade tenute alla perfezione e curve e tornanti che da ogni nuovo angolo riportano nuove visioni e nuove emozioni.
Qui si assapora il senso della libertà e anche i corsi sembrano accogliere di buon grado e con una cortesia a volte inaspettata i motociclisti ed i loro mezzi.
Appena sbarcati inizia la risalita
Lungo la via tanti incontri particolari come il paese di Giuncheto, 90 abitanti ed una mulattiera ancora oggi usata per raggiungere i campi da coltivare, oppure Propriano nel Golfo di Valinco, 3.300 anime che si godono una lunghissima spiaggia bianca e un mare di un azzurro brillante difficile da definire ma di assoluta bellezza.
Da Propriano, lasciamo la N196 per riprendere la costa proseguendo sulla D157 per poi risalire verso le cime più alte che ci accompagnano verso Ajaccio.
La Corsica è attraversata trasversalmente da nord a sud da una dorsale montuosa che può raggiungere altezze di tutto rispetto come i 2706 m. del Monte Cinto e che consente al motociclista di percorrere strade che dal mare si inerpicano verso le cime dei monti e viceversa. Questo rende il percorso variegato e interessante oltre che ad offrire scorci di panorami unici e suggestivi.

In moto verso Ajaccio
Raggiungiamo la splendida Ajaccio, o Agation come la chiamavano i suoi fondatori greci che col nome ne evidenziarono subito la maggior caratteristica, quella cioè di essere un “buon porto”.
Ajaccio è famosa per aver dato i suoi natali a Napoleone, ma la sua importanza non finisce qui avendo rappresentato nel tempo un “buon porto” per le tante popolazioni che ai suoi approdi vi attraccarono e contribuirono nei secoli alla prosperità di questa città.
Prendiamo ora la D81 e ci allontaniamo nuovamente dalla costa sino a Calcatoggio e poi di nuovo con i dolci colori della costa sino a Cargese. Porticciolo di origine greca che ancora oggi ospita famiglie di questa nazionalità, Cargese si appoggia tra il mare e il Monte Cinto, la cima più alta dell’isola, conducendo la sua placida e tranquilla esistenza di località turistica.


I calanchi di Piana
Qui la natura ha giocato in super class. Niente di quello che potremo raccontarvi vi potrà mai preparare all’incontro suggestivo ed avvolgente coi panorami di questa strada a picco su un mare, che qui come non mai assume colori splendenti, e rocce di conformazione calcarea modellate dal vento e dall’acqua in forme bizzarre e dai colori che dal grigio del mattino sanno trasformarsi in giallo oro per poi esplodere, al tramonto, in un rosso fuoco capace di incendiare l’anima del viaggiatore.
Rallentiamo vistosamente mentre seguiamo la strada che si incunea tra rocce capaci d’elevarsi sino a 400 metri sul livello del mare.

E’ come attraversare una foresta incantata dove gnomi o folletti modellano strane sculture. A volte scorgiamo teste di cane o draghi oppure querce o profili di uomini. Una sosta per godere appieno di questo miracolo e poi proseguire verso Porto, la piccola cittadina che ci attende ai suoi piedi con il suo splendido golfo.

Mare azzurro e piccoli porti, la costa della Corsica
Da Porto, piccola ma ridente località turistica, oltre ad uno splendido mare possiamo ammirare Capo Girolata, bellissimo nel suo profilo e nei suoi colori che prende il nome da un piccolo paesino di pescatori raggiungibile solo via mare oppure via terra dopo 2 ore circa di cammino a piedi attraverso un sentiero tortuoso.
Questa è la Corsica patrimonio dell’umanità, la Corsica che ancora oggi, immutata, irradia la sua splendente bellezza.
verso la foresta d’Aitone
A Porto abbandoniamo la D81 e le vie più trafficate, imboccheremo la D84 verso l’interno dell’isola.
Salendo ad attenderci è la foresta d’Aitone, 1670 ettari di paradiso di foreste, rocce e fiumi. Dopo essere risaliti verso Evisa, un paesino di poche anime incastonato come un gioiello tra monti alti e dal rosso caratteristico della zona, possiamo iniziare la traversata di questa foresta che conserva i larici più alti di Corsica insieme a faggi e antichi castagni.
Una delle foreste più belle dell’isola che è possibile attraversare circondati dalla maestosità dei monti su piccole strade, dove tornanti a U risalgono come in un valzer verso la cima del passo.


La corsica delle foreste
La discesa sino a Calacuccia è altrettanto adrenalinica e sembra non finire mai. Eppure come tutte le corse fantastiche anche questa ha una fine e, stremati, a Calacuccia è tappa ideale per caffé e benzina.
Non pensiate comunque che le bellezze finiscano qua. Se la foresta d’Aitone vi ha stregato continuate ad immergervi nella fantasiosa bellezza della D18 e veramente farete fatica a lasciare questi luoghi.
Seguiamo così il fiume che scorre sotto di noi su una stradina che si incunea tra le rocce e a malapena ospita due carreggiate, qualche reperto archeologico come un vecchio ponte costruito dai genovesi o resti di castelli distrutti dal tempo e dalle bombe durante la seconda guerra mondiale e piccoli paesini arroccati sui monti e abitati da pochissime persone e se ancora non vi basta il rosso.
Il rosso che riempie la Corsica di una luce particolare, bellissima, seducente che vi avvolgerà e non vi lascerà più, nemmeno una volta rientrati a casa. Un rosso che sprigiona dalle rocce e che ci accompagna sino a Bastia dove ci attende il traghetto che ci riporterà sul in Italia.

arrivo a Bastia
Bastia rappresenta per la Corsica uno dei porti più grandi e anche uno dei centri commerciali maggiori. Al nostro arrivo ci saluta allegramente la fortezza o “Bastiglia” che dà anche il nome alla città, fatta erigere nel 1378 dal governatore genovese Leonello Lomellini e presto siamo immersi nel traffico cittadino che ci porta verso il centro. Bastia è una splendida cittadina, allegra e piena di vita e di colore. Passeggiare per le vie del centro in attesa di imbarcarsi per l’Italia può aiutare a riportarci alla vita reale ed uscire dal sogno nel quale la Corsica ci ha immerso, ma non è che ne sentissimo l’impellente necessità.
Siamo alla fine, anche se a malincuore dobbiamo nuovamente lasciare quest’isola. Un arrivederci come sempre. Per tutti i girovaghi a su due ruote è impossibile non tornare qui, provare per credere.
