Lungo le piste della Great Rift Valley
L’alba sul Natron è fantastica. Mentre il sole nasce dalle acque del grande lago salato zebre, giraffe e altri animali abitanti di queste zone si risvegliano insieme a noi e ai villaggi dei Maasai che si preparano a portare il loro bestiame al pascolo.

Si avvicina la partenza che oggi, lungo un itinerario che corre quasi esclusivamente su pista, ci porterà dalle rive di questo lago alle sponde di uno dei “laghi più grandi e belli dell’Africa” (così lo descrisse Ernest Hemingway ): il Lago Manyara.
Dopo aver superato il villaggio Maasai a qualche km dal lodge, aver salutato i suoi abitanti e acquistato gli ultimi oggetti dai colori bellissimi che le donne del villaggio ci propongono al nostro passaggio, ci avviciniamo guidando lungo una pista sabbiosa al grande vulcano Ol Doinyo Lengai per un ultimo saluto.


Si guida al lato della “Montagna di Dio”
La particolare lava che fuoriesce dal vulcano ricca di natro-carbonato vira ben presto verso un color bianco, regalando al vulcano e al paesaggio che lo circonda un’aurea luminosa e quasi accecante di luce calda e avvolgente e rendendo questi luoghi unici e indimenticabili così come la guida vicino la sua mole un’esperienza a dir poco emozionante.
La pista si allunga attraversando una delle grandi faglie tettoniche (la Great Rift Valley) che si sono formate 1,2 milioni di anni fa, al confronto delle quali il nostro vulcano, coi suoi 370.000 anni, è una delle presenze più giovani.

Il deserto e le immense praterie sono i protagonisti assoluti di questa giornata di viaggio lungo piste che vedono l’alternarsi di tratti di pista sabbiosa e tratti di terreno battuto, su cui è molto più semplice guidare ma che non consente distrazioni.
Osservati speciali da zebre e giraffe
In lontananza o magari paralleli alle nostre moto anche gli animali si muovono. Mandrie di zebre e coppie di giraffe corrono al nostro fianco regalando al paesaggio un ulteriore carica di suggestiva e incredibile bellezza.


E’ veramente un’esperienza unica guidare insieme a questi magnifici animali, selvaggi, indomabili e dalle movenze possenti ma sempre eleganti.
Prosegue quindi il nostro viaggio verso il Manyara in un’ambiente che pare isolato dal mondo. Rarissime le auto che passano e anche le persone sembrano assenti da questi luoghi così selvaggi. I villaggi infatti sono piccoli, in genere abitati da allevatori di bestiame e per lo più lontani dalla strada. Diversi sono invece i piccoli crateri disseminati lungo la strada, alcuni dei quali sono visitabili.
Ma la protagonista di questa giornata è la strada, questa lunga ed emozionante pista africana che sembra non finire mai. Una lunga e infinita striscia che taglia un paesaggio che sembra richiamare serenità e bellezza allo stato puro.
Protagonista di questo viaggio, la strada
Le tracce che seguiamo spesso spariscono quasi risucchiate a tratti dalla sabbia, per poi riemergere a disegnare il terreno in un saliscendi perpetuo con scorci panoramici sulle ampie distese di giallo e ocra macchiate da gruppi di zebre e antilopi.
Lasciate alle spalle le desertiche praterie del Natron ora si guida in salita verso il lago Manyara e la zona dell’Ngoro Ngoro, e qui il paesaggio muta. Le eleganti acacie a ombrello tornano a circondarci mentre i monti intorno a noi si coprono di una nuova tonalità di marrone. La sabbia lascia il passo a piste più larghe in terra battuta così che la velocità della moto può leggermente aumentare.

Man a mano che ci avviciniamo alla zona del Manyara la vegetazione aumenta e anche, con la presenza dei villaggi lungo la strada, i segnali di vita.
Entriamo nel territorio del lago Manyara
Il Parco nazionale del Lago Manyara è patrimonio dell’umanità dal 1981 ed è uno dei luoghi più belli di tutta la zona a ridosso del cratere dell’Ngoro Nogoro e del Kilimangiaro. Un piccolo parco ma con un incredibile ecosistema. Qui trovano spazio foreste equatoriali, ambienti lacustri, la savana e zone vulcaniche dove sgorga acqua calda.
I fenicotteri qui acquistano il loro splendido color rosa ma tante sono le varietà di uccelli che hanno scelto questa zona per vivere. Non mancano poi gli animali, come abbiamo avuto modo di testimoniare noi stessi. Ippopotami, zebre, elefanti, giraffe, piccole scimmie che agili scorrazzano da un ramo all’altro. Non li abbiamo incontrati ma qui vive anche una specie singolare di leoni che si riposano sui rami degli alberi. Numerose invece le comunità di babbuini che posano senza pudore per le foto ricordo.

Ultimi chilometri prima del lago
Gli ultimi chilometri prima del lago sono in salita e mentre la strada mano a mano si allarga e i villaggi Maasai si susseguono noi guidiamo verso la meta dove ci attende un campo tendato e un’ottima cena.
Intorno a noi le montagne mentre lo sguardo si perde verso le pianure sottostanti. Quasi atterriamo a Mto Wa Mbu un villaggio importante che si allunga sulla strada che porta ad Arusha. Asfalto, traffico, auto e moto ci fanno rientrare all’improvviso nelle disordinate suggestioni delle cittadine africane dopo i tanti chilometri in cui abbiamo viaggiato come sospesi e isolati dal mondo.
Qui possiamo fare benzina, fermarci a mangiare qualcosa, essere circondati da venditori locali, insomma, è l’Africa dei centri abitati e dei crocevia.