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Monte Catria magia e potenza di un mito – Marche in moto

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Venerato dagli antichi Umbri che lo consideravano sacro, venerato dai Galli Senoni, è proprio in questi luoghi, in cui anche i Romani avevano dedicato un tempio a Giove Appennino e Dante Alighieri ricorda nel Paradiso l’eremo di Fonte Avellana, che oggi ci apprestiamo a viaggiare diretti come siamo verso le pendici del Monte Catria, la superba vetta meta di fantastiche scorribande in moto tra tornanti mozzafiato e sterrate esaltanti.

Dalla Romagna si guida verso il territorio marchigiano e il monte Catria

Per chi come noi arriva dalla Romagna il Monte Catria rappresenta una meta possibile anche per un viaggio di una giornata. Non fatevi però ipnotizzare dallo skyline della sua bellissima vetta visibile addirittura dalle valli romagnole, il Catria è molto di più, raccoglie borghi, monasteri e tanti luoghi naturalistici capaci di lasciare il viaggiatore attento quasi senza fiato. Prendetevi, dunque, il tempo che serve, magari pensando di passare una notte nell’antico borgo di Cantiano per poi, come noi, risalire lungo le strade che dalla foce del Metauro salgono sino al rifugio Vernosa per riscendere il versante opposto e rientrare nelle affascinanti suggestioni gonfie di dolcezza del territorio marchigiano.

Check point Fano

Check point per la partenza la bellissima cittadina di Fano. A questa città ci lega una sorta di affetto profondo. A misura d’uomo, con un bellissimo centro storico che racchiude tracce di epoca romana ma anche rinascimentale. Città amata dai Malatesta ma anche dai loro acerrimi nemici i  da Montefeltro che architettavano guerre e guerricciole per contendersi il dominio della sua rocca così come dei tanti borghi e castelli di questa parte del territorio. Un passaggio d’obbligo sulla spiaggia, dove la foce del fiume Metauro si allarga e le acque verde smeraldo di questo importantissimo fiume si gettano nell’azzurro chiaro del mare Adriatico creando sfumature bellissime.

Monte Catria magia e potenza di un mito - Marche in moto

Chi dice Marche dice borghi 

Pronti a salire quindi non appena lasciato il ponte sul Metauro in località Torrette, ancora impreziosito dai fasti dell’aquila littoria, imboccando la SP16 verso il bellissimo e affascinante entroterra marchigiano che già dopo pochi chilometri ci delizia con uno dei suoi piccoli borghi quasi sconosciuti come quello di Cerasa.
Piccolo centro racchiuso dentro le sue mura sorprende il viaggiatore nella sua semplicità. Poche case, una torre e le mura ma capaci di trasudare emozione e bellezza.
E’ proprio vero, chi dice Marche dice borghi e allora eccoci, alla vista di Orciano che ancora più coglie di sorpresa per la sua antica struttura e per la sua piazza con la vista panoramica verso l’ennesimo, meraviglioso borgo, quello di Mondavio. Ci sarebbe da rimanere a bocca aperta e ancor di più se, passeggiando per le vie di questi borghi quasi immobili nel trascorrere del tempo, possiamo andare alla scoperta di piccoli tesori come la chiesa di Santa Maria Novella a Orciano impreziosita da un portale in pietra bianca attribuito nientepopodimeno a Raffaello Sanzio o dalla Croce di Malta, raffigurata sul pavimento innanzi all’altare a testimonianza del passaggio tra queste mura dei Cavalieri di Malta. E ancora, l’imponente rocca commissionata a fine ‘400 da Giovanni della Rovere al grande e famoso architetto Francesco di Giorgio Martini, autore geniale di tanti dei castelli più affascinanti presenti nel territorio del Ducato. Ognuno di questi borghi ha una storia da raccontare che meriterebbe di essere ascoltata per riempirci d’emozione non solo gli occhi ma anche la mente.
Si prosegue lungo la SP124. La strada scorre gradevole tra curve e piccoli tornanti e la guida è piacevole. Presto scorgeremo in lontananza la mole del Catria che qui, da ogni dove, è dominante. Per ora si guida verso San Lorenzo in Campo, bellissimo borgo con le sue mura di cinta castellane per salire poi verso il piccolo e magico borgo di Montalfoglio dal quale è possibile ammirare un panorama che si allunga sino al mare da una parte e agli Appennini dall’altra. Tutte piacevoli scoperte che attendono e ripagano il viaggiatore curioso, come la meravigliosa via Montalfoglio che vi porterà in cima al colle sino alle porte del borgo omonimo circondata da enormi e bellissime querce i cui rami si innalzano liberi verso il cielo.

Un caffè a Pergola prima di salire sul monte Catria

i bronzi di pergola
Bronzi di Pergola


Rientriamo sulla SP424 per giungere dopo pochi chilometri a Pergola, fantastica e bellissima cittadina, nuova tappa obbligatoria per respirare e ammirare la bellezza di questa regione.
Questo magnifico borgo, che vanta origini antichissime ed illustri, oggi può vantare un’altra preziosa attrazione con l’esposizione da non perdere assolutamente dei Bronzi dorati, il gruppo statuario equestre romano d’immane bellezza oggi esposto nel museo cittadino che una delle diverse ipotesi presentate sulla loro collocazione li collocherebbe a Rimini sopra l’Arco d’Augusto, simbolo della fine della via Flaminia e monumento-simbolo della nostra città.
La SP424 prosegue la sua corsa. Poche curve ed emozioni che però ci danno la possibilità di godere del paesaggio circostante, dei campanili, delle piccole torri, dei conventi, delle chiese e del profilo del Catria che mano a mano si avvicina quasi ad avvisarci che tra poco saliremo le sue ripide valli.
Ed ecco Frontone che ci appare all’improvviso dopo una curva. Il suo castello aggrappato alla cima dell’alta rupe circondato da alte mura ci guarda sospetto, ancora capace di incutere timore con il profilo del Catria che subito dietro incombe quasi minaccioso. Lo spettacolo è di grande impatto. Il castello duecentesco, costruito su una precedente fortificazione romana a difesa e controllo del territorio sottostante che veniva attraversato già dalle legioni romane che scendevano verso l’Adriatico, pare sospeso mentre il Catria e il Monte Nerone svettano davanti a noi imponenti e bellissimi.

Monte Catria magia e potenza di un mito - Marche in moto

E’ ora, scesi da Frontone inizia la salita verso la cime del Catria.

I percorsi che risalgono verso la cima sono diversi e tutti gustosi e adrenalinici. Curve e tornanti stretti si alternano a ripide stradine, spesso in sterrato. Purtroppo lo stato del manto stradale è talmente malridotto che alcune strade (come quella imboccata da noi) nel periodo invernale restano chiuse. La guida deve quindi essere attenta ed è sicuramente impegnativa, ma lo spettacolo che vi aspetta mano a mano che ci si avvicina alla cima è fantastico e coinvolgente. I colori, le sfumature, la conformazione particolare del Catria, alto 1700 metri, che presenta, sulla cima, i sedimenti calcarei più antichi che le danno un aspetto spoglio quasi nudo oseremmo dire, rendono questa esperienza di viaggio unica. Pochi i motociclisti che ci salutano al loro passaggio, pochi gli escursionisti che risalgono a piedi verso i rifugi disseminati lungo i vari sentieri, molta pace mentre l’aria si fa più frizzante.
Raggiungiamo il rifugio Vernosa circondato da valli erbose rese incantevoli in questo periodo dell’anno da tappeti di fiori gialli che noi riconosciamo come margherite e ginestre stellate. Da lì possiamo godere di una vista mozzafiato prima di iniziare la discesa verso Cantiano attraversando foreste di faggi ad alto fusto, abeti, aceri montani e altre specie a noi sconosciute ma dalle forme magiche.
Cantiano ci attende quasi all’imbrunire ai piedi del massiccio del Catria. Un bel paese immerso tra foreste di faggi, che per la sua posizione strategica lungo la via Flaminia gode, nel periodo romano ma anche successivamente, di grande prosperità. Oggi è un tranquillo paese, suggestivo con le sue viuzze dalle atmosfere medievali che ti accompagnano lungo una dura e ripida salita sino verso l’antica rocca da dove lo spettacolo del Catria ci avvolge nella sua splendida imponenza.
Per oggi basta così, dopo una giornata passata tra i tornanti delle valli marchigiane ci fermiamo qui per essere pronti all’indomani a ripartire verso la scoperta di nuove delizie, nuovi borghi, nuove storie, tutte targate made in Marche.

 

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Informazioni per il viaggio

Tempi indicativi di percorrenza : 3 ore e 1 minuti

Dettagli percorso

Inizio itinerario: Fano – Arrivo: Tavullia

Note particolari
Km Percorsi

107

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