La Romagna in moto può rivelarsi un’autentico divertimento, se poi sali la valle del rabbi verso il Monte Busca potrai anche incontrare lungo la strada il vulcano piu’ piccolo del mondo. Segui questo itinerario.
In località Inferno ( ma guarda te!!! 🙂 ) risalendo dalla costa romagnola verso Tredozio possiamo incontrare il vulcano più piccolo del mondo.
Quando raccontiamo questa cosa ad amici e conoscenti possiamo rilevare che la loro curiosità si risvegli e con trasporto e sorpresa iniziano a chiedere spiegazioni. In effetti detta così fa figo e, anche se da un punto di vista strettamente scientifico non sarebbe molto corretto, ad essere sinceri la nostra affermazione non si discosta poi così tanto dalla realtà.
Il piccolo “vulcano”
Stiamo parlando di un particolare fenomeno chiamato ‘fiamma perpetua’ che si può incontrare sul monte Busca, nel cuore della Romagna, fenomeno curioso che ha consentito a questo sito di aggiudicarsi il titolo di “vulcano più piccolo d’Italia”.
Noi scherzosamente da buoni romagnoli ampliamo un poco la realtà al mondo intero e, sorseggiando un aperitivo in riva al mare, aggiungiamo con malcelato orgoglio che quello del monte Busca è senza ombra alcuna il vulcano più piccolo del mondo.
Sappiate subito a scanso di fraintendimenti che questa brace perenne non è altro che l’emanazione di idrocarburi gassosi che a contatto con l’ossigeno dell’aria rimangono costantemente accese dando vita ai fenomeni detti delle “fontane ardenti”.
Diciamo che la nostra descrizione è più avvincente e quindi rimaniamo con il nostro piccolo vulcano e vediamo come ci si arriva.
In moto Immersi nelle dolci valli romagnole
Partiamo dunque da Forlì per dirigerci verso uno dei borghi più suggestivi e particolari della storia dell’entroterra romagnolo: Terra del Sole. Allungandoci lungo la SS67 ci si arriva quasi subito, faticando inizialmente a comprendere dove possa essere la particolarità di questo paesotto che, a qualche km dalla più blasonata Castrocaro, si allunga sulla pianura forlivese.
Si stenta in effetti ad orientarsi dentro la topografia di questo luogo e solo a fatica e dopo attenta visione si inizia a scorgere il perimetro murario, imponente e ben conservato che circonda questa antica città concepita e realizzata da uno dei grandi personaggi del Rinascimento; quel Cosimo I de’ Medici non nuovo a simili sfide, quelle cioè di progettare e realizzare ex novo città fortezza in luoghi ostili, quasi a rappresentare una sfida al presente gettando uno sguardo ardito verso un futuro incerto.
Terra del Sole, o meglio Città del Sole fu una delle città progettate o realizzate da Cosimo I, mentre un altro esempio della sua creativa pazzia lo possiamo trovare salendo verso la cima del Sasso di Simone dopo Pennabilli.
Oggi invece siamo qui ad ammirare parte del suo lavoro guidando lungo mura spettacolari prima di risalire verso un’altra delle bellezze romagnole, la rocca di Castrocaro terme che ci osserva dall’alto mentre saliamo verso gli Appennini e subito dopo, proseguendo lungo la strada, anche Dovadola, appollaita su una rupe che controlla il fiume Montone. Molto interessante anche se da tempo in fase di restauro la sua rocca risalente ai primi anni mille e ancora prima sede di un castrum romano. Qui la storia ci sfiora con i suoi territori contesi tra longobardi e bizantini.
La salita verso il monte Busca
Il divertimento inizia subito aver superato Rocca San Casciano non perdendo le indicazioni per Monte Busca. Infilando così una serie lunghissima di curve e tornanti in breve siamo immersi nell’esplosione dei colori meravigliosi delle colline romagnole: il giallo dei campi di grano, le variabili regalate dai girasoli che sdegnosi oggi ci voltano le spalle, le varianti del verde che si alternano disegnando via via le varie le differenti coltivazioni separate dai campi destinati agli animali dove l’erba cresce verde scura e grassa. A tratti siamo circondati da una vegetazione rigogliosa ma le curve non mancano. Quelle mai.
Nuovo bivio, questa volta non ci sono dubbi, via Monte Busca, direzione Villaggio di Monte Busca. Ci stiamo avvicinando al “vulcano” senza avere alcuna indicazione tranne quella di Google maps – mitico! – che ci avvisa che saremmo vicini, anzi, che già siamo qui, ma noi non vediamo nulla.
Ok si torna indietro piano piano cercando un varco.
Sul Monte Busca,il soffio caldo del piccolo vulcano
La scritta in blu tracciata sul muro di un casolare abbandonato ci mette all’erta: il buco del diavolo… ci siamo. Sicuramente non sarà il buco del diavolo ma di fuoco che nasce dalle viscere della terra pur sempre si tratta. Si imbocca un piccolo sentiero alla fine del quale innanzi a noi si apre una valle, bellissima, poetica nei suoi colori estivi. In fondo, prima che il cielo spicchi il volo, eccolo, il piccolo vulcano di monte Busca con il suo fuoco che arde da centinaia e centinaia di anni senza interruzioni sotto il sole di questa giornata cocente.
Un incontro veramente particolare, uno dei tanti miracoli della natura, oggi compreso nella sua semplicità di fenomeno naturale ma comunque una meraviglia, un piccolo tesoro che la terra di Romagna custodisce quasi inconsapevolmente (per fortuna).
Insieme a noi alcuni curiosi, diversi i motociclisti amanti delle colline e delle curve adrenaliniche che si sono concessi un ‘fuoripista’ prima di proseguire verso il passo del Muraglione sulla SS67 che troveremo a cinque chilometri di distanza
Se capitate all’ora di pranzo fermatevi nell’agriturismo appena sotto, al villaggio Monte Busca al Ristorante Albergo Monte Busca… noi abbiamo mangiato un panino a Portico ma passando abbiamo sentito un odorino di fiorentina – sì, quella col grasso che sfriggiola sul fuocone – da far impallidire.
In piega dal Monte Busca a Predappio Predappio
In discesa lungo la SP22 via Monte Busca curve e controcurve ci riportano SS67. E’ sempre un piacere oltre ogni limite viaggiare in moto lungo le strade e i sentieri della Romagna. Le genti, i colori, i paesaggi, la flora e anche la fauna diventano un disegno, una visione d’insieme che emoziona e travolge. Accompagnati dalle tonalità solari di queste colline da Dovadola imbocchiamo la suggestiva SP54, incantevole e solitario percorso – anche un po’ disastrato – che scende verso Predappio Alta.
Siamo soli, questi sono percorsi poco frequentati e per questo ancora più cari. Come al solito la strada non ci delude, ad una curva ecco emergere dalla vegetazione un daino. Agile, perfetto nella sua muscolatura, veloce e potente, non sembra aver paura di noi, più che altro è infastidito. In una parola magico.
Questo regala l’entroterra romagnolo a chi ha la curiosità di scoprirlo mentre scendiamo verso la rocca di Predappio Alta, antico insediamento romano come oramai comprovato dalle numerose tracce rinvenute e poi ancora più giù Predappio, l’antica Dovia trasformata e ricostruita da Mussolini in una città ideale dalle superbe architetture razionaliste che attraversarono quel periodo. Bella e particolare.
Ultimo strappo, SP126, la famosa salita verso Rocca delle Caminate protagonista di una famosa cronoscalata http://www.rallycross-photo.com/heuvelklim2/championships/italy/predappio/ . Curve a “U” a ripetizione per poi, una volta arrivati in cima, riscendere verso Meldola ammirando dall’alto la maestosità della sua rocca.
Di corsa verso Cesena. Ora è facile, tutta dritta ma anche più noiosa 🙂
vulcano del Monte Busca