Marocco in moto – nella valle del Draa
Terra ricca di palme antichissime e imponenti, fonte di vita e di ristoro ma anche poetiche e meravigliose nelle loro forme e nei loro colori che dall’alto attraversano il rosso riarso del deserto con una striscia verde intenso. Siamo dentro un paesaggio unico e raro, siamo nella valle dei grandi palmeti, siamo a Zagora nel cuore della valle del Draa.
Si parte da Agdz
Il risveglio ad Agdz è carico di aspettativa, le cartine e le guide ci hanno raccontato di una valle racchiusa dentro enormi palmeti e bagnata dalle acque del fiume più lungo del Marocco a formare le ultime oasi prima dell’aridità del Sahara. La N9 ci accoglie, perfetta, asfaltata di fresco a dimostrare l’impegno profuso da Muhammad VI re del Marocco, molto amato dai suoi sudditi, per strappare il paese dalla povertà e all’integralismo islamico che sotto il suo governo sembra essere praticamente sparito.
In moto verso Zagorà
Guidiamo dunque verso Zagora ammirando palme enormi e magnifiche mai viste prima e kasbah, immobili ora come un tempo sotto il sole che si riflette dentro queste costruzioni di paglia e ciottoli legati dal fango. Lungo la strada incontriamo per la prima volta i ksour, antichissimi villaggi fortificati, oggi per lo più abbandonati costruiti dalle popolazioni del luogo per difendersi dalle incursioni che a più riprese giungevano dal deserto. Alcuni sono maestosi e si possono ancora visitare come lo ksour di Tamenougalt che ci osserva dall’alto della collina circondato dal deserto.
Lo Ksour di Tamenougalt
Siamo partiti da Agdz 4 chilometri prima e già una meravigliosa suggestione ci avvolge. Lo ksour di Tamenougalt costruito nel XVI sec. è uno dei più antichi del Marocco e meravigliosamente conservato nella sua funzione. Concepito in funzione difensiva è composto da una serie di stradine a labirinto veramente suggestive e passeggiare al suo interno fra le varie kasbah e i piccoli vicoli abbandonati è veramente un’esperienza da non perdere.
In moto verso un fuoripista
Abbandoniamo per un tratto la N9 per immergersi lungo vie meno battute che offrono la fantastica avventura di inoltrarci dentro sentieri che si incuneano dentro i palmeti. Fuori tratte desertiche dove il territorio è caratterizzato dalla presenza dei vari sistemi di irrigazione e coltivazione. Solo dopo una ventina di chilometri che in più occasioni ci fanno dubitare della giustezza del cammino rientriamo dopo lungo la N9 dove, a breve, incontriamo lo ksour di Timiderte che sorge proprio a lato di un immenso palmeto. La via prosegue ricalcando le direttrici delle antiche tribù berbere che lottarono per difendere i loro beni e che ancora oggi, quasi il tempo per certi versi si fosse fermato, abitano le kasbah dove gli usi e le antiche abitudini sembrano essersi fermate nel tempo.
In moto verso Zagorà
Ecco allora che scivolando leggeri sull’asfalto possiamo fotografare scene di vita ferme a un passato remoto: asini carichi di fascine che ciondolano lungo le vie, carrettini trainati da animali, anziani che si appisolano seduti sugli scalini degli usci e il deserto che da millenni avviluppa tutto dentro una cappa di calore e un vento leggero che ti si appiccica addosso.
Qui la gente è ospitale e allegra, i colori dei loro abiti, al contrario del nord del Marocco, sono vivaci e l’unica nota stonata sono i bambini che chiedono: “birò, birò monsieur, bon bon s’il vous plait”. Purtroppo la zona nel tempo si è aperta al turismo e anche se gli usi e i costumi delle genti non sono cambiati di molto la tentazione di sfruttare il turista è grande. Sembra infatti che sia diventato un problema per le famiglie trattenere i bambini dal chiedere una monetina, ma non crediamo, al di là del valore economico, sia giusto.
Raggiungiamo Zagorà
Zagorà è forse la città più importante del sud del Marocco, adagiata letteralmente nel deserto si sviluppa principalmente lungo la N9 che l’attraversa. Qui il cuore pulsante di una città e di una regione che vive e si muove dentro atmosfere morbide e sinuose dove i colori sgargianti delle vesti delle donne si mischiano al suono incessante di clacson delle auto e dei camion, a quello degli animali a quello dei venditori ambulanti che popolano diversi mercati e non ultimo al richiamo alla preghiera che giunge dalle moschee.
Difficile resistere al fascino di questi luoghi, difficile non esserne travolti e stregati e così, posata la moto e i bagagli in uno dei bellissimi rihad della zona a ridosso, come il nostro di un enorme palmeto, si parte alla scoperta di questi luoghi.
Marocco in moto – Zagorà, un pò di storia
La storia di Zagorà, o meglio, la sua rinascita commerciale e politica nasce da una distruzione, quella del tempio di Gerusalemme nel 587 a.C. avvenuta a opera dei babilonesi che spinse gruppi di ebrei ad attraversare il Sahara in cerca di nuovi territori dove stabilirsi. Qui a Zagora trovarono un luogo ideale per i loro insediamenti a fasi alterne che proseguirono sino al VII sec.. Questo concentramento e l’integrazione con la popolazione locale, che a loro volta discendeva da popolazioni schiave, dettero l’avvio a una fiorente economia che ancora oggi è maestra nell’arte della ceramica, dei gioielli, nella lavorazione del ferro e del legno oltre che in quella delle stuoie intrecciate.
Zagorà oggi
Oggi Zagora è un’oasi, una fermata obbligatoria e ristoratrice prima di addentrarsi nel deserto e offre ai turisti lo spettacolo dell’antica kasbah di Amezrou dove sorge un’antica sinagoga. Se avete voglia contrattate sul prezzo con una delle molte guide che vi circonderanno appena entrati nel paese (10 dh vanno più che bene) e fatevi trasportare da loro indietro nel tempo, possibilmente verso il tramonto quando ogni forma sembra nascere da una magia.
Una notte a Zagorà
Per oggi noi ci fermiamo qui. Troppo bello il posto che invita a una pausa.
Troviamo alloggio presso la Petit Casbah, poco distante dalla casbah di Amezrou e immersa in un palmeto. Un luogo magico dallo stile arabeggiante e munito di una piccola piscina che aiuta ad affrontare i 40 gradi di questa calda giornata. In serata uno sguardo al deserto che attende subito fuori città e si apre a percorsi molto interessanti anche se meno suggestivi delle magiche visioni di Merzouga e delle sue dune.
In serata ci immergiamo nella caotica vita di Zagorà con i suoi ristoranti e i suoi mercati pieni di vita. Un incanto di paese dove si respira ancora l’atmosfera vissuta dai viaggiatori che giungevano dal deserto. In mattinata colazione sul tetto dell’albergo per un ultimo sguardo verso il deserto. Siamo pronti a risalire, ripercorrendo a ritroso la N9 sino ad Agdz dove attraverso il passo del Tizi’n – Tinififft e altri magnifici valichi dell’Atlante planeremo con la nostra moto nel cuore del Marocco: Marrakech, la magica città imperiale madre di tutte le suggestioni che alimentano questo splendido paese.