Oggi si guida lungo il Po emiliano . Da Cremona, “città della musica” seguendo gli argini del “Grande Fiume” ti immergi nelle atmosfere della laboriosa pianura padana sino al piccolo castello di Stellata.
3a tappa da Cremona a Stellata Km.177
Mentre il Po continua la sua corsa verso il mare zigzagando lungo i confini che dividono la Lombardia dall’Emilia – Romagna noi entriamo di prima mattinata in territorio emiliano.
Lungo il Po emiliano-romagnolo
SP59 – Lasciata alle nostre spalle la splendida città di Cremona ci immergiamo nuovamente nel paesaggio tipico della pianura.
La provinciale si allunga attraversando piccoli paesi immobili sotto il caldo sole di questa giornata estiva. Bonemerse, poche case lungo la strada, San Daniele Po, con i suoi particolari edifici agricoli fortificati, alcuni dei quali oggi ristrutturati a riadattati ad agriturismo e altri ancora.
Visitiamo la Cascina Colombarone ancora oggi impegnata come azienda agricola e poi la bellissima Cascina Sabbioni con la sua bella torre (anche se pesantemente modificata) che sovrasta l’entrata.
In moto lungo il Po – Colorno e la sua reggia
Rientriamo sulla SP33 guidando lungo la pianura emiliana. Qui il Po sembra distante protetto com’è da argini alti e imponenti.
D’altronde come biasimarli, la forza selvaggia di questo fiume ha già dimostrato di essere devastante e la sicurezza viene prima di ogni cosa.
A Gramignazzo attraversiamo il Taro, altro fiume mitico, e poi via si guida sino alla stupefacente Colorno, la “Versailles dei duchi di Parma”.
Il paese è molto bello con un centro storico molto curato. Consigliamo di visitare la reggia, sfarzoso palazzo che ebbe diverse ristrutturazioni dal 1337 ai giorni nostri e ospitò Maria Luigia d’Austria, ex imperatrice e moglie di Napoleone.
Il Po di Peppone e Don Camillo
Sorpassata Colorno ecco che tra argini, attracchi per barche e campi coltivati, guidando lungo la SP41, raggiungiamo Brescello.
Appuntamento dunque con le storie che Giovannino Guareschi ha saputo inventare ma che in fondo hanno sempre fatto parte della nostra cultura emiliano – romagnola.
Accomodatevi dunque in uno dei locali che si affacciano sulla piazza del borgo e lasciate che i gestori o gli avventori vi spieghino bene e con dovizia di particolari perché Peppone e Don Camillo sono ancora tra noi pronti ad animare le nostre diatribe politiche e religiose con simpatia e humor.
Il Po di Antonio Ligabue
Attraversiamo lo splendido borgo di Gualtieri trasformato dai Bentivoglio in un gioiello urbanistico del tardo cinquecento con il suo imponente castello.
Qui visse gran parte della sua vita Antonio Ligabue, pittore controverso ma di grandissimo talento, anima e corpo martoriati durante un’esistenza passata lungo gli argini del Po, dentro e fuori i manicomi della zona.
Amante della moto, arrivò ad averne anche 12, e questo ce lo rende oltremodo simpatico anche se da tutti gli abitanti della zona veniva chiamato al Matt (il matto).
Il Po attraversato dai ponti
Superata Guastalla ecco il primo di una serie di ponti di barche che da ora in poi incontreremo lungo il percorso del Po e dei suoi affluenti come quello idi ponte di Torre dell’Oglio, costruito nel 1926 ma presente nelle cronache sin dal 1700.
Questi ponti, da semplici passaggi spesso a pagamento su zattere, con l’unità d’Italia diventano indispensabili per lo scambio di idee e di merci che con l’unione del territorio si intensificano.
Ecco allora che acquisiscono ruolo e importanza appoggiati su imbarcazioni che meglio di altri possono affrontare le piene del fiume essendo rimovibili.
Nasce così il ponte della Becca, il ponte del Po di Gnocca e tanti altri che da transitori diventeranno fissi e alcuni si vedranno sostituire le barche di legno in alcune in cemento.
Il Po tra Lombardia ed Emilia-Romagna
Attraversiamo la provincia di Mantova lungo la SP53 tra bellissimi percorsi disegnati lungo l’argine e antichi casolari fortificati molto particolari.
Il caldo inizia a farsi opprimente e diventa essenziale alleggerirsi un po’. Togliendo la giacca rallentiamo anche l’andatura. La sicurezza viene prima di tutto ma oramai ci avviciniamo ai 38 gradi e diventa veramente faticoso proseguire.
Una sosta a San Benedetto Po è d’obbligo, il borgo infatti ospita un meraviglioso monastero costruito dai Canossa.
Questo luogo di culto dedicato a San Benedetto è sicuramente uno dei maggiori monumenti che si incontrano lungo questo percorso. Risalente all’anno mille fu costruito non solo per controllare il territorio ma anche per coinvolgere i frati benedettini nella costruzione degli argini vitali per la sopravvivenza del luogo.
Luogo di culto ma anche dal 1300 in poi centro economico importante e prospero che ancora oggi regala al viaggiatore emozioni uniche.
Il Po delle “chiuse”
A Governolo, che raggiungiamo attraversando l’ennesimo ponte lungo la SP413, facciamo conoscenza con le chiuse, i sistemi idraulici che intercettano regolandole le acque di laghi, fiumi o altro mediante paratoie apribili o regolabili.
Se volete capire meglio come funzionano questi ingegnosi strumenti di contenimento delle acque niente di meglio che un viaggio lungo il Po. Qui la creatività e la competenza dei nostri popoli hanno lavorato per secoli intorno a queste strutture.
Chiuse e “chiaviche” impegnate per la bonifica dei territori disegnano lo skyline del “grande fiume”, una delle quali, quella di Governolo, dove il fiume Mincio si consegna nel Po.
Il Po tra terra e acqua
Un nuovo ponte bailey ci trasporta a Revere, anticamente un’isola in mezzo ad una palude, oggi un piccolo borgo all’interno di un’insenatura dove potrete ammirare uno splendido palazzo, opera dei Gonzaga ed un’altissima torre del XII secolo.
Oramai l’atmosfera è quella placida e laboriosa tipica della pianura padana ed in particolare di una terra ricca e ingegnosa come quella lombarda.
Continuiamo a guidare lungo gli argini in un ambiente sempre più suggestivo, attraversando diversi paesi come Carbonara sul Po, zona da tartufo nella provincia mantovana.
All’altezza di Sermide fotografiamo e ammiriamo la bellissima chiavica ultimo manufatto di un lungo percorso di bonifica del territorio che vede i frati benedettini precursori di un duro lavoro dell’uomo per strappare la terra all’acqua.
Il Po di Stellata
Gli ultimi chilometri di questa giornata ci portano a Stellata, graziosissimo borgo che racchiude in un piccolo perimetro secoli di storia.
Storie epiche ed alterne fortune accompagnano questo antico baluardo difensivo sul fiume oggi ancora rappresentato da un castello a forma di stella, centro commerciale e doganale antico e oggi affascinante località turistica.
L’atmosfera al campeggio è tranquilla e rilassata, in paese regna la quiete dei giorni feriali quando il piccolo museo è chiuso.
Domani ci attende l’ultimo tratto, si guida verso il delta e qui sarà tutta un’altra storia.