Cinque panorami d’autore
La SP38 ci accompagna in mattinata verso la Spezia. E’ un percorso che seguendo le pendici del monte riesce a immergerti nelle suggestioni del parco nazionale delle Cinque Terre ma questa volta assai lontano dalla calca di turisti che si raccoglie sulla costa.
Complice il tempo la strada ci regala da subito emozioni con le curve e i tornanti che si avviluppano verso le cime dei monti. Il parco che si estende tra Punta Mesco e Punta di Montenero è annoverato dal 1997 tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. La moto scorre veloce tra queste stradine di campagna, spesso accompagnata dal rombo di altri motociclisti che come noi amano immergersi nelle intimità di questi territori. Paesini immersi nel verde emergono spesso all’improvviso, mentre in basso il mare e i panorami dei cinque borghi appaiono e scompaiono dalla vista come piccoli gioielli incastonati nella roccia.
In località Albero d’Oro abbandoniamo la strada maestra per scendere verso il mare e godere del panorama che ci offre il borgo di Monterosso. Spettacolo! Da non perdere poi, solo un poco più avanti, una sosta al Santuario di Nostra Signora di Soviore, il più antico santuario ligure che nella sua storia si trasformò in ricovero per i pellegrini durante il periodo della peste nera nel 1348 e capace ancor oggi, circondato da cipressi e lecci secolari, di trasmettere la pace di questi luoghi, terrazza perfetta da cui godere della fantastica vista verso il mare
E ancora i terrazzamenti questa volta visti da vicino, vere meraviglie di questo territorio, capaci di regalare al viaggiatore momenti di profonda armonia e bellezza. I colori sono quelli dei vigneti e ci piacerebbe star qui, così, ad aspettare il momento in cui il verde delle grandi foglie esploderà in autunno nella fantasia di gialli e rossi e le tonalità marroni dei tralicci, che si confondono tra cielo e mare.
La SP51 che infiliamo in direzione Vernazza restringe la carreggiata e lascia al motoviaggiatore il divertimento di gettarsi tra tornanti a gomito in discesa verso il mare, un’immersione totale nel paesaggio naturalistico e una veduta splendida dei borghi di Vernazza e Corniglia dall’alto.
Una sosta a Corniglia questa volta senza dover affrontare la faticosa salita, curve larghe che salgono verso le cime per un ultimo saluto a Manarola e Riomaggiore.
I cinque sensi di Venere
Sulla SP370 si abbandona la costa, direzione La Spezia. Usciamo dal Parco nazionale delle Cinque Terre ancora avvolti da un’aurea di bellezza. L’armonia, la dolcezza delle forme, i colori vivaci ma avvolgenti, il mare che qui raggiunge tonalità di un azzurro impensabile. Tutto quello che ci ha circondato in questo viaggio ha saputo incantarci, ma non è finita, poco più avanti il golfo ligure nasconde un’altra perla, un piccolo tesoro racchiuso dentro il Parco naturale regionale di Porto Venere.
Giunti alla solare città di La Spezia, con il porto che si apre sul magnifico golfo, imbocchiamo la SP530 verso Portovenere.
Si sente aria di mare mentre scendiamo, aria salmastra, la giornata è calda e i turisti affollano le numerose piccole spiagge attrezzate che incontriamo lungo la strada che si allunga attraverso la baia. Le colline intorno a noi sono di un bel verde acceso e l’atmosfera che si respira è quella della festa.
Portovenere ci accoglie nel suo incanto, le case torri dai colori vivaci, la chiesa di San Pietro sul promontorio che sembra in partenza verso il mare aperto come fosse la prua di una nave. Siamo nel golfo dei poeti, amato da Lord Byron che qui soggiornò a lungo alla ricerca dell’ ispirazione.
Portovenere prende il nome da un tempio qui costruito dai romani in onore della dea e nulla ci sembra più azzeccato di questo accostamento con la dea dell’amore e quindi della dolcezza e della bellezza. Si rimane incantati, ascoltando il frangersi della acque sugli scogli, perdendosi dietro l’incedere delle barche a vela che si allontanano dal molo tranquillo di questo porticciolo. Così, seduti tranquillamente a guardare il mare, si potrebbe rimanere dei giorni e viverli senza colpa.
Termina qui il nostro viaggio. E’ ora di ritornare in strada seguendo la via che attraversando il mitico passo del Muraglione ci riporterà verso la Romagna. Resta in noi la sensazione di essere stati testimoni di un sogno, un sogno dai mille colori, un sogno chiamato “Cinque Terre”.