Liguria in moto è una pagina che saprà condividere con voi l’entusiasmo per un viaggio tra la magia di queste terre. Iniziamo qui da un lembo di terra incredibile: le Cinque Terre.
Liguria in moto – le Cinque Terre
La Liguria è una regione carica di suggestioni. Lunga e stretta a strapiombo sul mare come se il monte la spingesse nell’abbraccio col blu. E ricca di storia, la storia di un popolo abituato al lavoro duro dentro un territorio difficile da sottomettere e difficile da disegnare. Ricca di paesaggi dalle linee armoniche e dalle tinte chiaro-scure tipiche dei territori delle Alpi che qui, dal colle di Cadibona poco oltre Savona, disegnano le prime tracce verso quell’arco naturale che segna i confini naturali tra il nostro paese e l’Europa. Difficile non rimanere stregati da un territorio che ci accoglie disegnando strade che non smettono mai di piegarsi con nuovi tornanti, piccole chiese dai tetti aguzzi che svettano sui picchi delle rocce immerse nel verde più intenso e il mare che ci attende, uscendo dall’autostrada azzurra che da Lucca ci ha portato qui, giù in fondo a questa discesa che porta a Levanto.
E’ da qui che l’indomani partiremo alla scoperta di questo angolo incantato della Liguria dove, con l’ausilio di un trenino, entreremo nel suggestivo mondo del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Liguria in moto – cinque passi in paradiso
Contrariamente al nostro solito, che ci vede sempre in sella alla nostra moto, per meglio godere della bellezza di questi luoghi oggi prenderemo l’unico mezzo che nell’arco di una giornata ci consentirà d’entrare nel cuore di questo paradiso che coi suoi cinque comuni prende il nome delle Cinque Terre. Con un abbonamento giornaliero potremo salire e scendere comodamente a tutte le fermate per addentrarci in questi luoghi unici e irripetibili ed immergerci nella loro storia e nel loro ambiente.
Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, cinque splendidi borghi strappati al mare e collegati con la terraferma attraverso sentieri. Storie di piccoli centri dediti all’agricoltura che qui si è sviluppata nei secoli attraverso la costruzione di terrazzamenti che via via salgono verso il monte allontanandosi dal mare azzurro e lucente della costa ligure.
I terrazzamenti a secco
I terrazzamenti, i muretti a secco, costruiti e conservati nei secoli, e le vigne sono i veri protagonisti di questi 30 chilometri di costa a picco sul mare. Un patrimonio che negli ultimi anni, specie da parte di associazioni di appassionati, si sta tentando di mantenere in vita attraverso un’opera di riqualificazione, lenta e manuale, capace di salvaguardare questi manufatti densi di storia che a causa della conversione da un’economia prevalentemente agricola a una turistica rischia di scomparire per sempre.
Purtroppo è così, e mal si concilia il turismo di massa, coi suoi eccessi, con la delicatezza e la fragilità di un territorio che richiederebbe delicatezza e rispetto.
Pronti si parte. Biglietto giornaliero e via tutti stipati come sardine: prima fermata Riomaggiore, il borgo più lontano da Levanto e il più vicino a La Spezia.
Liguria in moto – cinque borghi unici
Riomaggiore,
bella tra le belle, come un acquerello si presenta alla nostra vista che arricchisce dei colori affrescanti le tipiche case a torri genovesi. Turisti in ogni dove ci accompagnano, locali e negozietti di souvenir si dividono lo spazio ai lati del corso principale su cui stanno al parcheggio?, all’ormeggio? le barche dei pescatori.
La sensazione è quella di stare dentro un quadro dove i colori riempiono l’anima e il cuore di allegria e leggerezza. Saliamo verso la cima del paese per godere dell’incredibile vista che si allunga e spazia dentro questo golfo. In basso, i bagnanti si crogiolano al sole abbandonati sugli scogli a picco nel blu. Il centro storico del paese porta in dote chiese del ‘300 affacciate anch’esse come tutto il borgo sul mare. Da qui la vista corre sui celebri terrazzamenti che degradano verso l’acqua carichi di vitigni capaci di produrre un vino che già ai tempi della Repubblica marinara di Genova era diventato famoso in tutta l’Europa. Ci lasciamo riempire di questa allegoria di odori, colori e sapori che rende questi posti incantevoli. Un ultimo sguardo al porticciolo dal quale partono piccole barche da pesca e siamo di nuovo in viaggio verso Manarola, il prossimo borgo. Sarebbe possibile raggiungerlo anche a piedi lungo la via dell’Amore se non fosse che, per problemi di sicurezza, sia chiuso ormai da tempo.
Liguria in moto – cinque borghi unici
Manarola
ci attende e sorprende. Arroccata come Riomaggiore su uno sperone di roccia scura ti accoglie gentile per poi in breve trasportarti nelle suggestioni dei piccoli vicoli lastricati e case a torre. Una presenza che ci accompagnerà nella discesa sino al porticciolo protetto da due speroni dai quali giovani e meno giovani, uomini e donne, come risucchiati nel blu del mare si lanciano in più o meno coreografici tuffi. Tutto a Manarola concorre a incantare, anche il profumo di pesce fritto che esce dai locali aperti sparsi per il borgo. Una bella nuotata nelle chiare e calde acque del mar ligure, un pranzetto veloce seduti su uno scoglio di fronte al mare col nostro cartoccio di pesce e poi in fila di nuovo, pronti per il prossimo treno che ci porterà ad una nuova scoperta.
A Corniglia
ci aspetta la salita, e che salita!!!!! Scesi dal treno i 382 scalini della Lardarina, la ripida scalinata dalle 33 rampe, ci osservano dall’alto quasi a sfidarci. Non demordiamo e, tra fermate per riprendere fiato e scatti felini per recuperare sul tempo perduto, raggiungiamo l’ultima rampa per proseguire curiosi verso il cuore del borgo. Corniglia è l’unico paese delle Cinque Terre che non bagna le proprie fondamenta nel mare ma, ben salda, le affonda nella collina circondata dai vigneti posti ordinatamente sui terrazzamenti. La vista è fantastica.
Il borgo risale all’epoca romana e probabilmente, come testimoniano i ritrovamenti di anfore a Pompei, era famosa già per la produzione vinicola. Allungando lo sguardo verso le calette disegnate a livello del mare si sale a piedi verso la torre risalente al 1555 quando la zona era sotto l’amministrazione della Repubblica di Genova. I vicoli stretti popolati da negozietti e locali ci riportano verso la scalinata. La discesa è più dolce e romantica e il treno ci attende.
Liguria in moto – cinque borghi unici
Vernazza
si apre sull’acqua. Una volta scesi dal treno e imboccata la via principale ci ritroviamo a breve su una piazza che sembra gettarsi in acqua ancora prima dei turisti che l’affollano. Un paesaggio veramente suggestivo dove il piccolo porticciolo quasi galleggia sopra un mare dai colori fantastici. In alto, a guardia del piccolo borgo, il castello dei Doria con la sua torre cilindrica restaurata dal quale si gode una vista mozzafiato sul golfo. In basso, sulla piazza, la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia. Vernazza sembra possedere un fascino tutto particolare con suggestioni visive che rimandano ai paesi antichi che abbiamo visitato in Croazia, come Lussino, oppure ad altri luoghi che hanno vissuto periodi della nostra storia dove i commerci si sviluppavano via acqua e dove con le cose si spostavano anche le idee.
Liguria in moto – cinque borghi unici
Monterosso
nostra ultima tappa, è forse la più commerciale, quella più adatta ad accogliere turisti meno disposti a faticare nella ricerca della bellezza. E’ il borgo più grande e antico delle Cinque Terre e ospita sul mare la spiaggia più lunga di tutta la costa, attrezzata di tutti i servizi. In serata il centro si apre alla vita notturna con decine di piccole osterie caratteristiche e negozi aperti. Anche a Monterosso il protagonista, come in tutte le Cinque Terre, è il mare. Brillante nelle sue tonalità che vanno dal verde smeraldo all’azzurro dalle mille trasparenze, costellato di rocce emergenti e piccole baie, solcato da piccole imbarcazioni dedite alla pesca o al diporto mentre alle nostre spalle la montagna si alza mostrando orgogliosa i frutti di una terra letteralmente strappata dall’uomo alla natura.
Levanto
In serata eccoci di nuovo a Levanto, con la sua vita notturna, le sue sagre, la sua spiaggia, i suoi alberghi e campeggi dove, poco più a monte, dove a fatica abbiamo trovato posto per la notte. Levanto è immersa tra ulivi, viti e pini che si allungano sino al mare, veramente sorprendente il percorso che si allunga sino Bonassola ripercorrendo, a piedi o in bicicletta, l’antico tracciato della ferrovia oggi dismessa e trasformata.
Per oggi finisce qui, immagini di paesaggi incredibili continuano ad accompagnarci in sogno mentre il silenzio interrotto solo dal frusciare dei pini del campeggio ci accompagna nel giusto abbandono in attesa, l’indomani di tornare in sella alla nostra moto, con una visuale diversa, dentro il parco delle Cinque Terre.