Giornate FAI di primavera
Cesena e la splendida biblioteca malatestiana
Cesena la bella……..
“Spegni la televisione, metti il silenzioso al cellulare e preparati a risvegliarti dall’inverno nel miglior modo possibile, esplorando luoghi unici d’arte e natura che ti faranno tornare voglia di uscire di casa nel weekend.” Firmato FAI, Fondo Ambiente Italiano. Le giornate FAI di primavera sono uno degli eventi migliori che il nostro paese abbia in cartellone. Aprirsi alla primavera con questo grande stimolo a visitare il nostro immenso patrimonio culturale è come aprirsi ad una nuova era dove la bellezza prende il sopravvento per diventare la nostra realtà.
La particolarità di queste giornate consiste nel fatto che alcuni palazzi o monumenti, che normalmente rimangono, per svariati motivi, preclusi al pubblico, spalancano le loro porte e, con l’ausilio di giovani studenti volontari, raccontano le loro storie. Oggi, in occasione delle Giornate di Primavera , scegliamo Cesena.
Ci attendono, oltre ad una città molto accogliente, la Biblioteca Malatestiana, la Rocca e, in via eccezionale, l’apertura al pubblico della torre della Rocchetta in piazza del Popolo.
Cesena o “città dei tre Papi” – non siamo riusciti a capirne il perché visto che in realtà diede i natali solo a due – si colloca proprio nel centro della Romagna tra il mare e le colline, all’incrocio delle antiche vie di origine romana Emilia e Romea. Adagiata nella valle del fiume Savio, che fu attraversata dai popoli del neolitico.
La storia di questa città ripercorre fatti e misfatti simili in tutte le terre della Romagna, contesa tra lo stato Pontificio e i signori dell’epoca, condottieri o mercanti di ventura, nati e cresciuti tra le valli e il mare, che partecipano a guerre e guerricciole al soldo dei potenti dell’epoca che si contendevano il suolo italico coi propri eserciti o quello dei mercenari chiamati, dalla Condotta, Condottieri.
Tra queste memorabili pagine di storia il massacro avvenuto nel 1377 ad opera di milizie bretoni guidate dal condottiero inglese Giovanni Acuto al soldo dello Stato Pontificio per scongiurare l’alleanza tra la città e i fiorentini lanciati in una guerra contro lo Stato della Chiesa. Cesena trovò un periodo di prosperità sotto la signoria dei Malatesta, già signori di Rimini, che con Domenico Novello fecero erigere due dei magnifici monumenti che noi oggi visitiamo: La Rocca malatestiana e la Biblioteca Malatestiana.
Anche Leonardo da Vinci lascia le sue impronte su questa città, così come Napoleone, che durante il suo passaggio pensa bene di chiudere monasteri, chiese e conventi come avviene in gran parte d’Italia. Oggi Cesena è una città tranquilla e ospitale, protagonista di una realtà industriale tra le più floride in Romagna specialmente nel campo della ricerca e delle biotecnologie, nonché dell’alimentare.
Oggi siamo qui, in fila per entrare nella Biblioteca Malatestiana iscritta di diritto tra i patrimoni dell’umanità. Un gioiello che il tempo ci ha riportato intatto dal Medio Evo e che oggi, ultimi di una lunga coda, ci apprestiamo a visitare. Siamo di fronte ad un luogo unico; una Biblioteca monastica, fondata nella metà del XV Sec., unica biblioteca monastica umanistica giunta a noi intatta e unica biblioteca civica non solo in Italia ma in Europa.
Il 15 agosto del 1454, dopo alcuni anni di lavori, la città di Cesena partecipa al taglio del nastro che celebra l’apertura della Biblioteca Malatestiana. Matteo Nuti da Fano, allievo di Leon Battista Alberti, dietro compenso di uno dei signori più sensibili e lungimiranti del Rinascimento italiano come Domenico Malatesta signore di Cesena, porta a termine in due anni i lavori di questa biblioteca all’interno del convento dei frati francescani. La lungimiranza del Malatesta consiste nel programmare questa struttura perché resti patrimonio della città e questo le consente di aggiudicarsi il titolo di prima biblioteca civica. Non solo, il suo mecenate Malatesta la dota di una rendita fissa che le permetterà di giungere sino a noi.
L’impatto con questa magnifica struttura, una volta aperto il sontuoso portone in noce progettato da Agostino Di Duccio è mistico. Veniamo risucchiati indietro nel tempo, nel Rinascimento italiano, ma non solo, mentre fuori imperversano guerre e malattie qui l’ambiente prelude allo studio e alla pace. Prestando attenzione possiamo ancora sentire i passi dei monaci e il fruscio delle pagine che vengono girate con cautela. Lo sfrigolio del pennino sui fogli mentre creano il verbo e il silenzio, il silenzio che ti avvolge insieme ad una luce soffusa che tende al verde e l’oro del sole che filtra dalle finestre rimbalzando sul marmo del soffitto a tre navate, innovativo e moderno per quei tempi, frutto del dell’immenso genio e della creatività del più grande architetto del Rinascimento: Leon Battista Alberti. Siamo immersi in un sogno, un miraggio che appartiene all’umanità. I libri antichi ancora disposti sotto i tavoli a fermare l’orologio come in uno scatto fotografico.
Uscendo dalla sala entriamo in un salone, la Biblioteca Piana, dove possiamo ammirare volumi a stampa dal XV al XIX sec. antichi manoscritti oltre che una serie di corali commissionati dal cardinale Bessarione. Uscendo dalla Biblioteca ci avviamo verso la bellissima Piazza del Popolo con il suo mercato rionale che si allunga sotto le mura della Rocchetta e le belle dimore che si affacciano sul piazzale. Siamo qui perché oggi in via del tutto eccezionale si aprono le porte della Rocchetta di piazza, fatta erigere da Lorenzo Zane dallo stesso architetto scelto da Novello Malatesta per la sua Biblioteca Malatestiana : Matteo Nuti.
E’ una città prospera e culturalmente florida quella che la signoria dei Malatesta lascia alla morte di Novello, così tanto da scatenare bramosie ed essere contesa da diverse signorie.
La Rocchetta al tempo dei Malatesta costituiva un unico edificio con il Palazzo del Governo. Oggi noi ammiriamo dalla piazza le possenti mura e il torrione poligonale al quale accediamo con la nostra giovane guida, preparatissima, attraversando una terrazza un tempo merlata e priva di copertura da cui è possibile godere di una visione unica di questa città che si adagia indolente sotto i nostri occhi. Da qui, uscendo dalla rocchetta dal lato posteriore, ci arrampichiamo sul colle Garampo verso la Rocca che ci osserva dall’alto, dominando la città e la pianura fino al mare.
Cesena offre diversi spunti per chi volesse passare una giornata a visitarla, portoni che si aprono verso piazzali interni, stradine che attraversano il centro storico e vecchi passaggi abbandonati ma che ancorano mostrano i segni del passaggio delle genti attraverso il tempo e la storia. Cesena è una città ordinata e tranquilla, lontano dal mare, adagiata sugli ultimi lembi della pianura Padana. dal camminamento che si articola lungo le mura della Rocca che sovrasta la città possiamo godere della sua vista così come, a malincuore, dello scempio urbanistico lasciato in eredità dagli anni settanta e ottanta.
Galeotto Malatesta inizia i lavori del fortilizio nel 1380 che proseguiranno sotto i domini di Andrea e Novello Malatesta per poi completarsi nel 1477 durante il dominio pontificio. Situata sulla sommità del colle Garampo, nel centro di Cesena, domina sulla città e allo stesso tempo la protegge circondando il vecchio nucleo storico di possenti mura giunte in buone condizioni sino a noi.
I suoi spalti panoramici e i camminamenti interni, oltre che i due imponenti fabbricati che completano il nucleo abitativo come il mastio o torre maestra e il Palatium, la rendono altamente suggestiva, mentre il manto verde che la circonda è attrezzato oggi per ospitare vari eventi e si presta ad un uso giornaliero e piacevole per tutta la cittadinanza. La Rocca vive, e lo dimostrano le grida dei bambini che si muovono intorno ai giochi messi loro a disposizione o gli anziani del posto seduti ad un tavolo di fronte ad un locale adibito a circolo, mentre noi, visitatori curiosi, ci godiamo la passeggiata che le guide del FAI ci propongono oggi lungo le mura.
La Rocca nel tempo subì distruzioni e ricostruzioni, specialmente sotto l’ amministrazione dei Borgia che dovettero ricostruire parte delle mura in stile alla franzosa, per poi essere ripresa e ammodernata alla fine del 1700 sotto la dominazione napoleonica.
Scendiamo lungo il Parco delle Rimembranze per tornare al centro storico e dare un ultimo saluto alla città. Leonardo da Vinci passò di qua prima di noi e anzi si fermò proprio per prestare il proprio ingegno a questa bellissima città.
Ripercorriamo così le vie a ritroso oltrepassando le varie piazze con le suoi antichi palazzi e il bellissimo teatro Bonci e la Barriera Cavour. Una giornata perfetta che consigliamo a chiunque, in vacanza a Rimini o no, voglia allontanarsi per un attimo dalla frenetica vita della nostra amata Ariminum.
Per una pausa pranzo low coast consigliamo di fermarvi a mangiare da REDIPANE (http://redipane.it/) il prima Bakery caffè in Italia. Con poco potrai gustare tante specialità all’interno di una piazzetta nascosta tra le case. Veramente carino.
Per quanto riguarda noi, arrivederci al prossimo viaggio :-).