In partenza da Arezzo verso gli Appennini

Lasciata Arezzo ritroviamo, dopo un breve tratto lungo la Statale 73 tracce dell’artista a Monterchi dove rimaniamo incantati davanti alla poetica “Madonna del Parto” ed è da qui che, una volta attraversata San Giustino, ci apprestiamo ad affrontare uno dei passi più adrenalinici dell’intero Appennino, quella Bocca Trabaria che tornante dopo tornante ci guida nella valle dove nasce il Metauro.
In piega lungo Bocca Trabaria
SS73bis, curva, tornante stretto, controcurva, serpentina e poi su, si sale. Piega a destra e poi a sinistra, è veramente divertente questa cavalcata attraverso l’Appennino tosco – marchigiano sia per chi guida ma anche per il passeggero che può godersi tra una piega e l’altra un panorama di grande bellezza volgendo lo sguardo verso la cima del passo o verso il basso e la pianura che abbiamo appena attraversato.

Una giostra per i motociclisti che qui si incontrano e si salutano con il tipico movimento della mano o della gamba.

Si svalica nelle Marche
Il piccolo paese di Borgo Pace ci attende con le sue poche case in muratura e le acque di un fiume dal colore verde intenso che, se seguito, ci porterebbe sino in Adriatico.
SS73bis, una strada perfetta per le moto, divertente, ricca di curve, larga e ben tenuta. Qui la moto può correre facilmente attraverso i bellissimi panorami dell’Appennino marchigiano.
Sant’Angelo in Vado ci attende per accoglierci affettuosamente tra le sue mura. Questo borgo ama le moto e i motociclisti che ogni anno, a metà ottobre, sono qui per partecipare a uno dei raduni più popolari nel il mondo delle due ruote: il Motoraduno internazionale del Tartufo. Una vera e propria festa che, tra vino caldo, castagne e l’odore intenso dello straordinario tubero che fa bella mostra sui banchi lungo la strada principale del borgo, riempie i vicoli e i locali di vocianti motociclisti che si danno appuntamento qui, ogni anno sempre più numerosi, raggiungendo il paese dall’Italia ma anche dall’Europa.

Urbino e gli affreschi di Piero
Oggi sono pochi motociclisti che ci tengono compagnia fino all’antica e suggestiva Urbania e poi ancora Fermignano e Urbino che raggiungiamo dopo una girandola di curve.
Perle di grande bellezza dove il tempo sembra essersi fermato in un itinerario entusiasmante, quasi tagliato sul desiderio di ogni motociclista di immergersi nella dolcezza del territorio in cui si viaggia.
E’ a Urbino, nel Palazzo Ducale, in quello scrigno di bellezza voluto da Federico da Montefeltro, che sono contenute altre opere inestimabili di Piero (senza dimenticare Raffaello che a Urbino nacque nel 1483) come l’enigmatica “Madonna di Senigallia” o la “Flagellazione di Cristo” esposte nelle sale della Galleria Nazionale delle Marche.


Dai tornanti marchigiani a quelli romagnoli
E’ una strada minore e quasi nascosta quella che da Urbino ci porta verso la costa adriatica, ma forse proprio per questo che si incontrano luoghi di grande poesia.
Come la Sp24 che risale il crinale e attraversa la piccola Auditore, ad esempio, da cui ha inizio la discesa quasi poetica che ci porterà verso Monte Altovelio dove la striscia d’asfalto taglia il giallo dei campi per proseguire lungo una serie incessante di stretti tornanti sino a Mercatino Conca.

Siamo alla fine del nostro viaggio, ultimi chilometri lungo la provinciale 18 per arrivare a vedere il mare. Montescudo infatti dall’alto della sua rocca ci regala un fantastico sguardo verso il blu dell’Adriatico e una sosta, l’ultima, prima della discesa verso Rimini che con le sue spiagge assolate e le sue tracce di antichi splendori ci accoglie nuovamente.