Un viaggio tra i passi dolomitici per un motociclista è come il cammino di Santiago per un credente.
4 passi
Passo Gardena, Passo Pordoi, le tre Cime di Lavaredo, Passo Giau sono solo alcuni dei passi più belli di tutto il panorama alpino italiano e noi li abbiamo attraversati non solo per raccontarveli ma per viverli e per provare quell’emozione unica che avvolge tutti quelli che amano viaggiare sulle due ruote.
Risaliamo da Verona e Lago di Garda, giusto per non farci mancare nulla e come primo assaggio valichiamo sul Monte Bondone per trovare riposo in un campeggio a valle: Pietramurata, al Camping Daino.
In mattinata si riparte e subito si apre innanzi a noi una piccola Gemma, il Lago di Toblino. Ancora non siamo nel cuore delle montagne pallide, ma già possiamo ammirare bellezze naturali uniche, come questo piccolo castello appoggiato tranquillamente sulle acque cristalline dello splendido lago a cui fanno da sfondo le Dolomiti. Un paesaggio che rimanda alle leggende del nord, alle fate e alle streghe; ai condottieri e ai cavalieri vestiti d’azzurro che con un bacio ti risvegliano da un lungo sonno per riportarti alla presente bellezza. Insomma siamo dentro il mondo incantato dei laghi di montagna e non possiamo fare altro che riempire il nostro mondo della sua bellezza.
Dal Lago di Toblino al Lago di Carezza, e siamo davanti alla perfezione. Siamo nell’Alta Val d’Ega, ai piedi del massiccio del Latemar, ma potremmo anche essere in paradiso. Nulla ti prepara all’azzurro di questo piccolo lago alpino alimentato da sorgenti sotterranee. E’ di un’azzurro intenso che abbaglia con tonalità verso il verde smeraldo. Più che una “carezza” è come un arcobaleno, e infatti i ladini lo chiamano “Lec de Ergobando” o lago dell’arcobaleno.
Riprendiamo la salita in direzione passo Gardena che ancora è lontano, ma prima ci allunghiamo verso una delle punte più suggestive di tutte le Dolomiti: l’Alpe di Siusi. Qui veramente siamo immersi nel cuore delle Dolomiti. Situata a 1800 m. circa tra la Val Gardena a nord, il gruppo del Sassolungo a nord-est e il massiccio dello Sciliar a sud-est svetta con il suo inconfondibile profilo, magnifico d’estate coi suoi campi di un verde intenso, quanto d’inverno quando il bianco della neve lo cinge.
Non possiamo fermarci e riprendiamo la salita che da Ortisei ci porterà lungo costoni e tornanti verso uno dei passi più suggestivi di tutto l’arco alpino: il Passo Gardena. Dalla Val Gardena inizia la salita che da subito si presenta come la perfezione per chi ama la moto e il viaggio con lei. Il sole inizia ad allungare i suoi raggi sulle cime dei monti che costruiscono sfumature difficili da descrivere. Tracce di neve in alta quota fanno capolino tra le Dolomiti che qui diventano le vere protagoniste del territorio. Si sale nuovamente, il passo si trova a 2.121 m. fra laVal Gardena e la Val Badia e raggruppa i due gruppi dolomitici del Sella e del Cir. Una valle dell’eden per i motociclisti che qui sono numerosi aumentando, con la condivisione delle emozioni, il piacere della salita. Qui siamo in tanti, tutti motociclisti e tutti pronti a misurarci sugli stretti tornanti della discesa.
In cima l’aria è frizzante e la vista verso valle indescrivibile. Siamo sulla cima e possiamo solo osservare la valle sotto di noi. I battiti del cuore possono rallentare, qui lo stress della vita quotidiana è un lontano ricordo. Siamo in vacanza, non ce ne eravamo ancora accorti. La bellezza qui è la normalità e non lascia indifferenti. Quello che ora appare, guardando verso il basso, è anche una discesa spettacolare con i tornanti che si susseguono come balconi panoramici verso valle. Uno spettacolo che da adesso in poi incontreremo diverse volte lungo il nostro percorso. Ogni curva si apre a strapiombo verso il basso e i nostri amici su due ruote impazziscono come noi.
Che sballo ragazzi !!!!!!
Non c’e’ tempo per riprendersi che, attraversata Arabba siamo pronti ad affrontare un nuovo passo: il Pordoi. Senza nemmeno riprendere fiato siamo di nuovo ad affrontare curve e tornanti in salita. Da non credere, si risale a 2239 m.. Siamo al tramonto di questa giornata carica di sorprese e paesaggi inaspettati.Lo skyline è cambiato, le Dolomiti per il momento lasciano spazio a dolci montagne verdi, meno aguzze, mentre la strada si fa sempre più ripida con tornanti che non lasciano spazio a rettilinei, ma proseguono, alternandosi in continuazione, sino alla cima.
Un incanto dal quale appare all’improvviso lo sperone dolomitico del Piz Boè che ti trasporta con una funivia sino a 3252 m.. Stanchi ma affascinati dal paesaggio che ci circonda. Una pausa ai piedi della funivia che porta al rifugio in cima al monte osserviamo il sole e le nuvole che si alternano a creare luci ed ombre sempre diverse. E’ difficile descrivere le emozioni che ti assalgono. La natura colpisce e acuisce i sensi e qui mostra il lato più duro ma anche più stimolante. Ultima discesa verso Canazei dove pernotteremo al campeggio in centro, al Camping Marmolada, grande e ben tenuto, vicinissimo agli impianti di risalita del Belvedere. Ci sistemiamo con la tenda che guarda il massiccio della Marmolada che affronteremo domani, ma è difficile chiudere gli occhi quando le stelle l’avvolgono luccicando.
2° GIORNO – DALLE CIME DI LAVAREDO AL PASSO GIAU
Si riparte in mattinata per affrontare gli ultimi due passi del nostro itinerario: le Cime di Lavaredo e Passo Giau dal quale poi riscenderemo verso valle per il rientro. Prima tappa meravigliosa e maestosa è la regina delle Dolomiti, la Marmolada. La cima più alta qui si arriva a oltre 3.448 m.. Noi con la moto ci fermiamo sotto ad ammirarla e ci prepariamo ad una delle discese più belle affrontate in questo viaggio, quella che dal monte scende verso rocca Pietore.
Tornanti e curve a strapiombo, per una delle discese più emozionanti e poi via, Passo di Falzarego per una sosta e pausa pranzo a Cortina d’Ampezzo. Siamo nel cuore delle Dolomiti, tutt’intorno a noi le inconfondibili sfumature rosate di questi monti patrimonio dell’umanità. Stiamo correndo sulla statale 48 verso il lago Di Misurina. Il lago insieme alle Tre Cime di Lavaredo costituiscono un nuovo angolo di luminosa bellezza all’interno di questo territorio. Quello di Misurina è il lago naturale più grande del Cadore posto a 1.700 m. circa di altezza con un perimetro di più di 2 km. Il lago, oltre alla sua bellezza, per il clima particolare di cui gode la zona, ospita anche l’unico centro in Italia per la cura dell’asma infantile.
Per raggiungere le tre cime si prende una strada panoramica a pagamento e vi assicuriamo che è giusto così. Ne vale veramente la pena. Il tragitto per arrivare in cima toglie il fiato e induce a rallentare l’andatura così da godersi appieno il disegno che la natura ha costruito intorno a noi.
Arriviamo alla cima come spesso ci accade verso il tramonto. Le cose belle si ammirano quando i raggi del sole sono più bassi e avvolgono la terra, facendo risaltare la profondità della materia. L’aria è fredda e la visuale si perde verso la valle limpida.
Le Tre Cime di Lavaredo sono a ragione considerate tra le meraviglie naturali più note del mondo dell’alpinismo. Queste cime, che assomigliano a tre dita che puntano verso il cielo, sono apprezzate e ammirate non solo per le loro forme ma anche per i colori che irradiano e sprigionano a seconda dei raggi del sole.
Siamo fermi, seduti sulla cima di uno sperone, in basso sotto di noi un fiume scorre e si vedono piccole case disseminate lungo le sue sponde. Siamo in cima al mondo e il mondo ci guarda. Organizzano delle escursioni che girano intorno alle cime, ma è tardi. E’ difficile abbandonare il posto ma dobbiamo pensare a dove pernottare e quindi si scende nuovamente, a malincuore.
Rientriamo a Cortina per pernottare in un bellissimo campeggio, il Camping Dolomiti, e prepararci all’ultima salita che affronteremo domani mattina verso il Passo Giau.
Per farlo, uscendo da Cortina, risaliamo nuovamente la provinciale 38 e ci inoltriamo subito tra i monti. Il passo non si svela immediatamente nella sua bellezza ma ci costringe a salire attraverso montagne verdi e pascoli sino ad apparirci nella sua completezza una volta raggiunta la cima.
Siamo ancora avvolti dalla magia che le Dolomiti ci hanno regalato in questi giorni e ci fermiamo a contemplarla. L’aria è fresca e il sole si sta levando alto nel cielo. Ci fermiamo in contemplazione mentre gruppi di escursionisti ci superano per andare ad affrontare l’ulteriore sentiero sino alla cima dorata che si apre di fronte a noi. 2.236 m. di altezza e una vista mozzafiato verso le cime più importanti del comprensorio delle Dolomiti come la Marmolada, il Cristallo, ecc..
Alla sommità del passo che si raggiunge solo a piedi è visibile ancor oggi il cippo confinario fra l’allora Serenissima Repubblica di Venezia e l’Impero d’Austria. Siamo circondati non solo da motociclisti ma anche da ciclisti che attraversano uno dei passi leggendari del giro d’Italia.
Siamo alla fine di un viaggio, l’ultima e impegnativa discesa verso Selva di Cadore per poi inoltrarsi ancora tra i monti per attraversare il passo di Duran e riscendere verso il Brenta. Siamo di nuovo in pianura, con ancora negli occhi le montagne pallide e le alte vette dalle tonalità rosate e dorate che si stagliano verso il cielo regalando al mondo un’opera d’arte di assoluta perfezione come solo la natura sa creare.