Questo itinerario in moto nelle Marche Arcevia e i suoi castelli è una proposta che vi introdurrà nel magico mondo dei piccoli borghi e delle fortificazioni di cui le marche sono piene. Attraverso curve e tornanti ogni piccolo castello vi racconterà la sua fantastica storia.
Itinerario in moto nelle Marche – Arcevia e i suoi castelli
Un amico caro ci ha raccontato che tra la provincia di Pesaro – Urbino e quella di Ancona i cantastorie ancora raccontano di un luogo, quello di Arcevia circondato da nove castelli, borghi di mutevole e straordinaria bellezza. Ed è così che, curiosi e sempre pronti ad nuovo viaggio, imboccata la A14 guidiamo sino all’uscita per Marotta e da qui verso le colline.
Marotta calma e placida in riva all’Adriatico
Un lembo di spiaggia ghiaiosa e poche case che guardano tutte verso il mare di un azzurro incredibile. Siamo fuori stagione ed è solo per questo che possiamo godere della pace e del silenzio che queste zone oggi ci regalano altrimenti dovremmo zigzagare tra brandine e ombrelloni per arrivare a scorgere il mare.
A Marotta il fiume Cesano, dopo una corsa frenetica che attraversa le colline marchigiane, si getta in mare ed è proprio seguendo da vicino il suo risalire verso valle all’altezza di Cesano imbocchiamo via Montignano e puntiamo finalmente le ruote della moto verso la cima delle colline.
Itinerario in moto nelle Marche tra colline e declivi
Panorami incredibili dalle tinte sfumate rendono questi passaggi collinari una vera delizia per il viaggiatore e specie per i motociclisti. Curve appena accennate che diventano tornanti mano a mano che scalano la collina, mentre la valle sotto di noi si mostra vestita dei colori della stagione di mezzo.
Superata Monterado ritroviamo la SP14 che ci accompagnerà sino a Sant’Apollonia. Davanti a noi i declivi aprono la vista ai primi piccoli borghi appollaiati, quasi sospesi sulle alture. Chi dice Marche dice borghi e qui davanti ai nostri occhi la splendida realtà di questi piccoli microcosmi di storia e di cultura si apre e si mette in mostra a chi ha la pazienza e l’amore per ammirarli.
All’improvviso un cartello avvisa che stiamo per entrare nel territorio dove si produce il famoso Verdicchio. Siamo in prossimità del bellissimo borgo di Corinaldo famoso per la sua cinta muraria risalente al XIV sec. ma anche per i natali che diede ad una santa molto famosa come Santa Maria Goretti.
Marche in moto, benvenuti a Corinaldo
Dopo un breve giro intorno alle mura ecco una bellissima porta merlata che ci introduce nell’antico borgo di origine romana ma assurto alle cronache sotto la dominazione dei longobardi nell’alto medio evo. Suggestiva, accogliente, Corinaldo ci avvolge e accoglie prima di accompagnarci fuori dal suo perimetro lasciandoci riprendere il nostro viaggio.
Imbocchiamo la SP17 stretta e sinuosa per raggiungere l’affascinante Ostra Vetere di origine celtica che mostra orgogliosa l’alta guglia neogotica della chiesa di Santa Maria della Piazza e proseguendo zigzagando tra le valli lungo la SP23, praticamente una strada di campagna, raggiungiamo il piccolo borgo di Barbara che al calar della sera, tingendosi di rosso, risplende di fascino e suggestione.
Ancora pochi chilometri scivolando verso il tramonto lungo la SP23 e siamo a Piticchio il primo dei nostri castelli. Rimandiamo all’indomani la visita. Un’occhiata fugace ed eccoci ad Arcevia dove passeremo la notte ospiti in un’accogliente dimora del ‘700 proposta da Visit Arcevia l’associazione che gestisce alberghi e case diffuse sul territorio offrendo ospitalità, cortesia e professionalità.
Itinerario nelle Marche, alla scoperta di Arcevia
Arcevia dunque ci accoglie tra le sue mura che appaiono in mattinata in tutta la loro imponenza. Davanti a noi, se voltiamo le spalle al mare le prime propaggini dell’appennino marchigiano che si allunga all’interno del parco naturale regionale della “Gola Rossa” dove si nascondono le Gole di Frasassi, uno dei complessi di grotte carsiche più belli d’Italia.
Arcevia oggi ospita 4.000 abitanti e la sua origine risale – secondo la tradizione – all’epoca dell’invasione dei Franchi guidati da Carlo Magno (VIII/IX sec. d.C.) ma in verità, la prima notizia di un centro fortificato sul Monte Cischiano è del 1130.
Oggi Arcevia è più viva che mai e ricca di fascino e di opere d’arte da scoprire. La sua rocca inespugnata nel tempo, le sue chiese ricche di opere d’arte tra cui un altare di Giovanni della Robbia all’interno della Collegiata di San Medardo che ci ha lasciato senza fiato. Percorriamo il perimetro delle mura godendo di una vista fantastica prima di infilare, in sella alla moto, una delle quattro porte d’uscita per tornare lungo la strada alla ricerca di nuovi borghi e castelli.
In moto alla scoperta dei nove castelli di Arcevia
SP360 rientriamo sulle strade percorse in serata per tornare a Piticchio. Il paesaggio riprende colore ed è così che, quasi senza accorgercene, ci ritroviamo nuovamente a varcare l’arco di accesso del bellissimo borgo.
Una passeggiata lungo la cinta muraria vi farà godere appieno della bellezza di questo luogo stretto stretto al suo castello con poche case ma anche da strette viuzze che salgono e scendono il borgo trasportandoci in un’atmosfera di altri tempi.
Notevole l’arco d’accesso sormontato da una torre con orologio dalle fattezze tipiche del periodo medievale. Tanto silenzio e pace intorno a noi, rari gli incontri con i pochi abitanti che possono solo alimentare la suggestione.
Si sale in piega verso Castiglioni per ritrovarci a breve a guidare sotto le sue mura ben conservate. Due le porte d’accesso Castrum Castrellionis che presenta ancora oggi il suo perfetto impianto di origine medievale. In questi borghi immersi in un silenzio a tratti irreale così come succede, poco oltre, arrivando ad Avacelli che raggiungiamo dopo un bel tratto guidato lungo la sp44 immersi tra i colori splendidi delle colline intorno a noi.
Da Avacelli, situata in alto, lo sguardo può correre sulla valle circostante. Il borgo è piccolo, racchiuso all’interno delle mura del suo antico castello costruito nel 1200, oggi semi deserto. Passeggiamo soli tra le strette vie che sembrano riecheggiare le voci degli antichi abitanti, voci che rimbalzano da finestra a balcone, da balcone a portone e poi giù in strada dove si mescolano al rumore del vento che spira su questa collina infiltrandosi tra i vicoli stretti stretti. All’improvviso il suono della campana della suggestiva chiesa castellana di San Lorenzo del XV secolo squarcia il silenzio della valle. Che strano, non è che ci dispiaccia, eppure siamo gli unici esseri umani presenti.
In moto lungo il Parco Naturale Regionale della Rossa e di Frasassi
Uscendo dal borgo ci immergiamo nel bellissimo paesaggio del parco naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi. Strade strette, che corrono lungo i costoni dei monti immersi nel verde. Percorsi molto adatti per itinerari in moto che regalano momenti di guida anche impegnativa. Curve arrotondate che seguono il profilo delle montagne ci portano sino a Genga un piccolo castello medievale quasi inghiottito dal verde. Stiamo guidando dentro la zona preappenninica delle Marche e vicino a noi le splendide grotte di Frasassi attendono solo di essere visitate e ammirate.
Incantati dalle valli che ci circondano proseguiamo godendo, oltre che del paesaggio, anche di curve e tornanti che qui diventano la norma. Il profilo del borgo di Genga ci fa compagnia apparendo e scomparendo tra un tornante e l’altro. Attraverso la SP360 rientriamo ad Arcevia che abbiamo lasciato in mattinata. Ci siamo volutamente allungati verso Genga per godere dei percorsi bellissimi offerti dal Parco Naturale della Rossa ma è giunto il momento di riprendere il proprio percorso ed andare alla scoperta degli ultimi borghi che costellano la galassia di questo antico borgo.
In moto nelle Marche a caccia di borghi
Sfioriamo Arcevia per puntare verso ovest diritti su Caudino lungo la SP15. Incredibilmente suggestivo, questo castello ancora intatto nella sua struttura era, attorno al 1300, un baluardo importante per la difesa di tutto il territorio. Oggi il minuscolo borgo di Caudino regala pace e tranquillità. Se avrete la fortuna di trovare la chiesetta di Santo Stefano ( ristrutturata nel 1700 ) aperta, entrate e godetevi il bellissimo affresco raffigurante la Madonna di Loreto. Per noi solo un piccolo giro al suo interno. Da una casa dagli scuri socchiusi giunge un rumore di stoviglie che ci fa capire che non tutte le strutture sono disabitate. Un ultimo sguardo alla valle sotto di noi prima di riprendere poi il cammino lungo una SP1 sonnecchiosa e deserta, circondata com’è da un paesaggio collinare.
Itinerario nelle marche,I borghi piu’ belli
Costeggiamo così il monte che ci porterà dopo pochi chilometri in uno dei castelli più belli della cerchia di Arcevia: il borgo di Palazzo. Arroccato su un versante del monte Caudino, costruito tutto in pietra, Palazzo ci appare all’improvviso in fondo alla strada. Munito di possenti mura costruite nel trecento conserva anche una porta di accesso veramente unica. I suoi vicoli stretti e ripidi portano sino in cima dove, la chiesa dedicata ai santi Stefano e Settimio nasconde i suoi tesori. Palazzo è un posto assolutamente magnifico che vi conquisterà, oggi è domenica e il luogo sembra abbandonato ma la presenza di gatti che, curiosi ci vengono incontro, ci fa capire che, almeno qui, un piccolo segnale di vita è presente.
Splendida Loretello
Quelli di San Pietro in Musio e Loretello sono gli ultimi castelli che incontriamo lungo questo itinerario. Imboccata nuovamente la SP14 dopo alcuni chilometri ecco venirci incontro grandi appezzamenti di terreno coltivati a farro, mais, cicerchia, olivi e viti, coltivazioni tradizionali del luogo che ne caratterizzano anche il paesaggio addolcendo i declivi e colorandoli delle tinte dolci e solari della terra come il giallo ocra e il verde intenso. Dentro questa magia di colori, che regala una guida dolce ma divertente, ecco apparire le mura quattrocentesche di San Pietro in Musio e subito dopo il più antico dei castelli, quello di Loretello, tutto racchiuso dentro le sua alte mura. Un bellissimo castello databile al 1072 e costruito dai monaci di Fontavellana che, oltre ad essere il più antico castello dei nove che circondano Arcevia è pure il più piccolo murato della regione Marche.
Ultimo e meraviglioso borgo nelle Marche, Nidastore
Ma un ultimo appuntamento ci attende, quello, quasi a ridosso di Loretello, con il Castrum Nidi Austoris, il borgo di Nidastore, con le sue possenti mura adagiato lungo la valle del Nevola. Anche qui la magia di questi piccoli ma suggestivi borghi fortificati, capaci di irradiare di bellezza paesaggi mentre la valle dinnanzi a noi disegna nuovamente la via verso la costa.
Uno dopo l’altro abbiamo ripercorso l’anello difensivo dei borghi che Arcevia, l’antica Rocca Contrada aveva posto intorno a sé. Ogni castello con la sua storia, le sue leggende, il suo carico di umanità che in ognuno di questi borghi ha lasciato o continua a lasciare traccia. A noi rimane la bellezza di questi luoghi, il godimento di averli visitati in moto, la sensazione di essere entrati per un momento nella memoria della nostra terra.
Ora, se non avete fretta lasciatevi cullare ancora dalle morbide curve della SP14 e scendete ancora per una quarantina di chilometri verso Marotta per salutare questa bellissima regione con un ultimo sguardo, dolcissimo, sguardo al suo mare.