Itinerari in moto nei monti Sibillini è quanto di piu’ divertente, poetico e suggestivo possa capitare ad un motociclista o ad un amante, come noi del viaggio su due ruote. Ecco la prima parte di un itinerario che attraversa paesaggi mozzafiato e magia.
Papaveri e immense distese di lenticchie dai fiori viola danno vita ogni anno nel mese a cavallo tra la fine primavera e inizio estate, tra giugno e luglio, a uno dei fenomeni più belli che la natura possa offrire alla vista dell’uomo. E’ la “fiorita”, un fenomeno che disegna di una varietà infinita i paesaggi capaci di acquistare colori e sfumature ogni giorno diverse e suggestive sino a giungere al massimo splendore quando, attraverso un’esplosione di colori, la fioritura giunge al suo apice per poi, lentamente rientrare, in una sinfonia che dai gialli, dai rossi e dai viola torna ai verdi con tutte le loro meravigliose declinazioni.
Itinerari in moto verso i monti Sibillini
Raggiungere questi luoghi che si trovano immersi nella catena dei monti Sibillini è una delle esperienze più appaganti per chi è stregato dalla moto e dal viaggio su due ruote, e non esiste motociclista del centro Italia che sappia resistere al richiamo e, almeno una volta all’anno, non si ritrovi qui a percorrere le tortuose e divertenti curve appenniniche di questi luoghi avvolti nella leggenda..
Le terribili scosse sismiche che qualche anno fa hanno piegato il centro Italia ci hanno privato per molto, troppo tempo di questo piacere. E’ da non molto che si può tornare a godere di tanta bellezza e ancora oggi alcune strade sono percorribili solo nel periodo estivo o oggetto di manutenzioni. Bisogna armarsi dunque di tanta pazienza per raggiungere questi luoghi che vi ripagheranno appieno di ogni attesa od ogni coda che avrete dovuto superare, del resto non siamo mica qui per correre, no?
In partenza da Castelsantangelo sul Nera
Manopola del gas in mano quindi e si parte verso Castelsantangelo sul Nera dove contiamo di risalire il costone che lungo la provinciale 136 sale superando Spina di Gualdo verso la piana di Castelluccio. L’unicità di questa provinciale sta nel fatto che ci consente di giungere alla piana dall’alto dando modo al viaggiatore di godere appieno di questo stupefacente angolo della terra che si allunga tra le Marche e l’Umbria.
Guidiamo così estasiati tra curve e tornanti mozzafiato lungo la provinciale sino a Castelluccio, distrutto completamente dal sisma che oggi, pur ancora segnato profondamente, mostra orgogliosamente i primi e decisivi passi di una rinascita.
Piana di Castelluccio
I monti Sibillini e la magia di Castelluccio
I bar e i piccoli spacci per acquistare i prodotti locali e i souvenir hanno riaperto e sono affollati di turisti, moltissimi dei quali bikers che come noi tornano con gioia e in massa a percorrere queste strade e questi luoghi.
Superato Castelluccio, ci allunghiamo guidando lentamente lungo la piana, diretti verso Norcia che raggiungeremo prima guidando lungo la SP477 che risale il monte per proseguire allegramente tra curve e tornanti bellissimi sino all’imbocco con la più tranquilla – e anche noiosina – SS685 che ci accompagna sin sotto le porte dell’antica e stupenda città.
Norcia, la fatica di una rinascita
Cosa resta oggi di Norcia? Poco purtroppo e soprattutto quasi nulla della stupenda basilica dedicata a San Benedetto, simbolo, vanto e meraviglia del borgo. Oggi Norcia come l’Aquila e tutti i borghi limitrofi è un cantiere enorme in progress. Difficile dire quanto sia stato ricostruito e quanto ancora resti da fare, la sensazione è che una parte importante della nostra storia, ma anche della nostra anima, sia stata irreparabilmente distrutta. Eppure le impalcature e i cantieri diffusi nella città fanno sperare che i nostri figli un domani potranno ancora godere di queste meraviglie, magari ricostruite, magari solo disegnate sui muri ma ancora presenti nello spirito e nella storia di questo grande paese in cui abbiamo la fortuna di esistere.
Bar e Ristoranti e qualche negozietto danno vita e colore a questi luoghi che nonostante tutto sanno ancora emozionare.
In moto si rientra nei Sibillini
Da Norcia rientriamo sulla SS685, che purtroppo presenta ancora dei tratti, quelli per noi più belli, chiusi al traffico, per poi scendere lungo la strada delle Tre Valli Umbre verso Capodacqua. Sarebbe stato bello averlo potuto fare lungo la SP64 e raggiungere così un altro dei luoghi magnifici di questa valle, il passo della Forca Canapine, fino a oggi purtroppo interdetto al traffico per lavori di messa in sicurezza. Magari, a qualche mese da queste note, voi potreste essere più fortunati e trovare la provinciale nuovamente aperta e attraversare così il passo su questo storico percorso.
Piana di Castelluccio
Il passo della Forca Canapine
Nei tempi passati, nei campi vicini al passo si coltivava la canapa, di qui il toponimo Forca che vuol dire passo e canapine che rimanda alla canapa, oggi questo meraviglioso luogo fa parte di una rete di cammini che da Capo Passero in Sicilia portano, attraversando tutta l’Europa a Capo Nord.
In moto nel cuore di queste terre
Abbandonata la confortevole SS685 proseguiamo per un tratto molto divertente lungo la provinciale 64. Strade per lo più trasformate in cantieri che si aprono e si chiudono proseguendo nei lavori di riparazione dei danni causati dal sisma. Attenzione quindi, occhi sempre ben aperti. Purtroppo guidare lungo queste valli fantastiche oggi comporta anche questi inconvenienti, ma tant’è, i luoghi sono magici e la moto scorre verso Pescara del Tronto e a seguire attraversa altri piccoli paesi letteralmente scomparsi o distrutti dal terremoto.
Silenzio e macerie fanno ancora bella mostra di sé affiancate dal silenzio, una pace che solo questi luoghi regalano ma che qui è preludio di abbandono.
Tra il Gran Sasso e i Sibillini: Arquata del Tronto
Arquata del Tronto ci saluta da ciò che rimane delle sue oramai conosciutissime casette. Racchiusa come dentro uno scrigno tra il verde brillante del parco del Gran Sasso e quello dei monti Sibillini questa città è assurta, proprio come la vicinissima Amatrice, a simbolo di una tragedia che ha messo in ginocchio il centro Italia. Situata lungo l’antica via Salaria di antiche origini risalenti ai piceni e ai sabini vantava un borgo stretto ai piedi della sua rocca medievale. Oggi il centro storico, a distanza di anni dal sisma del 2016 è ancora interdetto ai mezzi e alle persone, e amici ci riferiscono che molto è stato definitivamente buttato giù e portato via e molto è ancora da ripensare e ricostruire. Le casette ci fanno comunque ben sperare in una possibile ripresa. Sia prima che dopo Arquata, guidando lungo questa arteria, abbiamo trovato paesi completamente abbandonati, come Piedilama che si allunga sulla SP89 per poi risalire nuovamente verso i Sibillini.
Piana di Castelluccio
La moto il tramonto e Castelluccio
Ma prima di allungarci e iniziare la risalita verso nord lungo la provinciale 89, decidiamo al bivio di superare Forca di Presta, allegra e segnata dalle gomme di tanti motociclisti, per rientrare al tramonto nuovamente sulla piana di Castelluccio per godere della bellezza che il sole morente regala a questi luoghi.
Armonie di colori, paesaggi magici che scorrono lungo la strada.
Una volta raggiunta Castelluccio non rimane che sedersi in uno dei locali aperti e godere della vista che si perde lungo tutta la piana. E’ ancora un sole morente quello che accompagna il nostro rientro lungo la SP477 verso Balzo di Montegallo dove il camping Vettore, stranamente pieno sino all’inverosimile, ci offre un piccolo angolo dove sistemare la tenda per la notte.
La magia dei Sibillini e del monte Vettore
Quassù il monte Vettore fa da sfondo a un panorama che toglie il fiato e la notte stellata contribuisce a circondare i luoghi di magiche aspettative.
I papaveri rossi, le lenticchie fiorite di un viola intenso, il verde e il giallo accompagnano il nostro sonno in un’esplosione di visioni.
Si riparte di prima mattina. Abbandoniamo a malincuore la zona, ieri sera abbiamo goduto di pace, tranquillità e bellezza che nemmeno il terremoto ha potuto cancellare e oggi, lanciata la moto verso nord, siamo pronti ad incontrare nuovi luoghi fantastici che ancora possiamo trovare all’interno del parco dei Sibillini.
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