Il Rajasthan è qui, dopo 2 giornate di viaggio con partenza da Delhi abbiamo raggiunto le porte di questo magico territorio.
E’ dunque la Rd 11 che, dopo due giornate di viaggio che ci hanno visto attraversare lo stato indiano dell’Haryana prima e dell’Uttar Pradesh poi, ci introduce, attraverso un confine a dir la verità invisibile, nel Rajasthan.
Ci siamo risvegliati a Khor questa mattina, un piccolo paesino lungo l’itinerario ma che, lasciata Delhi alle spalle, dopo un viaggio di 400 chilometri ci ha coinvolto e introdotto in questo straordinario paese.
In India a fare la differenza non sono le cose ma le persone. Sono loro che raccontano al viaggiatore storie antiche e problemi reali.
Abbiamo passato la prima notte in un albergo che non aveva nulla degli standard minimi ai quali siamo abituati eppure il proprietario, in serata, ci ha servito una delle cene migliori di tutto il nostro viaggio.

L’india e le sue strade
Anche le strade non sono le protagoniste indiscusse di questo viaggio, al contrario di quanto avviene quando si guida tra i nostri paesaggi, magari in montagna, ma non distraetevi, ai margini di queste arterie spesso diritte come un fuso un’umanità composita si muoverà continuamente creando sempre nuove e più articolate composizioni visive che la mente cercherà affannosamente di fissare così da poterle conservare per sempre nella propria memoria.
Lungo la strada ecco arrivare i cammelli che qui contribuiscono come tutti alla vita degli umani trainando carri carichi di merce. Sono animali bellissimi i cammelli, fieri nel loro incedere anche quando trasportano carichi enormi.
Ogni anno a Pushkar vengono celebrati con una fiera molto importante, è la Fiera dei Cammelli di Pushkar o Puskhar Mela che si tiene nella città sacra tra ottobre e novembre e attrae migliaia di persone tra turisti e indiani.
La vita lungo le strade indiane

La Rd 11 così comincia a raccontare la storia di questo paese e a introdurci al Rajasthan. Cominciamo a notare le differenze, i locali che servono bevande, quelli che vendono un’incredibile varietà di snack, tutti avvolti nella plastica che invade strade e terreni come una coltre inquietante di immondizia. Lungo la strada enormi autocarri dai colori vivaci che trasportano merci, auto e motocicli oltre a carretti trainati da animali.
Molti anche i bus gialli che trasportano le persone. Ma non dimenticatevi della mucche che qui hanno la precedenza su tutto e anche i numerosi sorpassi dove, se desiderate continuare a raccontare la vostra storia, sarete voi a dovervi scansare.
Attraversiamo la città di Jhunjhunu
La prima grande città che incontriamo, dopo una serie di agglomerati urbani che si affacciano, lungo la strada è Jhunjhunu.

Grandi templi dedicati a dei a noi sconosciuti e dai nomi impronunciabili, grande fermento, traffico molto intenso, Jhunjhunu è una città antica che racconta ai suoi abitanti di battaglie e di conquiste tra i vari Rajuputs. Molto belli gli edifici pubblici e i templi, per noi una sosta per una passeggiata al mercato rionale ma non ce la sentiamo di lasciare la moto a lungo incostudita, così da convincerci a ripartire quasi subito.
Imbocchiamo la Rd8 e poi via, prossima tappa la bella e ricca Mandawa.
Verso Mandawa
Superato Dhigali possiamo concederci una deviazione lungo un percorso meno battuto e anche più divertente per la moto, la Dhigali-Mandawa Road che, lungo una carreggiata a una stretta corsia, ci accompagna fino al bivio per Mandawa. Ricordatevi anche qui che in caso sopraggiunga un mezzo dal lato opposto non sarete voi ad avere la precedenza :-).
Raggiungiamo Mandawa nel pomeriggio e approfittiamo di una guida indiana che parla italiano e si offre per una visita guidata ai meravigliosi Haveli che rendono questa città unica.

Mandawa e la magia delle Haveli
Cosa sono le Haveli? Splendide e lussuose residenze che i commercianti del XIX secolo facevano costruire nelle loro città di residenza.
Situata in una posizione strategica lungo le vie carovaniere del commercio tra vicino ed estremo oriente, i commercianti e gli uomini d’affari di questa cittadina riuscirono ad arricchirsi notevolmente e assicurarono alle famiglie che restavano in città mentre loro viaggiavano una vita agiata e lussuosa.
Visitiamo alcune di queste residenze, le più belle, dalla facciate finemente decorate e abbellite da colori meravigliosi. La quida ci introduce nella storia di alcune famiglie rendendo il percorso più vivo e ricco di racconti.
Una cittadina che nonostante l’evidente decadimento mantiene un certo fascino e la tranquillità che si vive passeggiando tra le vie fiancheggiate da queste meravigliose costruzioni è un regalo più unico che raro di un’India dove, al contrario, chiasso e disordine sono la normalità.
Alcune Haveli sono stati trasformate in alberghi e non sarebbe male pernottare qui, purtroppo noi siamo appena all’inizio del nostro viaggio e i chilometri da percorrere, i luoghi e le cose da vedere ancora tante.


Il Rajasthan si svela piano piano
A malincuore, ma non prima di aver imparato a conoscere il gusto unico del Masala Chai, riprendiamo la via che in serata ci lascerà alle porte di Ratangarh.
Recuperiamo la Rd 11, che in questo tratto diventa Rd 41 o Mandawa Road, fino alla piccola ma suggestiva Fatehpur, un altro antico centro che mostra i resti di bellissime haveli oggi in rovina e un mercato ricco di bancarelle e prodotti alimentari e non, per poi imboccare la Bikaner-Agra Road Rd11.
In serata raggiungiamo Ratangarh, o meglio, un albergo nelle sue vicinanze visto che oramai sta diventando troppo buio per proseguire in sicurezza.
La sabbia inizia a circondarci, ci stiamo avvicinando al deserto e a Bikaner, la sua porta d’entrata.