La panoramica che da Gabicce Monte si inerpica tra i monti con vista sul mare fino a Pesaro.
Partiamo da Rimini reduce della folle notte della Molo street parade e in attesa di una nuova giornata piena di sole e di mare per infilarci sulla statale direzione Cattolica e Gabicce Monte. Attraversiamo Misano, ancora silenziosa; presto il rumore delle moto che corrono sulla pista intitolata a Simoncelli si sentirà da lontano.
Si parte; da Gabicce Monte il paesaggio cambia e anche la strada. Apriamo il gas (con qualche pausa quando si passa davanti ai gabbiotti arancioni) e ci fiondiamo verso Fiorenzuola di Focara. Dalla Panoramica verso l’entroterra si passa all’azzurro del mare e viceversa. Grandeeeeee 🙂
Prima le mura di Casteldimezzo (dai bei ristoranti) poi quelle di Fiorenzuola di Focara, siamo in cima al monte di fianco ai resti della fortezza che dal medioevo controlla i via vai delle barche sull’Adriatico. Siamo dentro il Parco Naturale di monte San Bartolo e Fiorenzuola, abbarbicata su uno sperone, è uno dei suoi gioielli.
Lo capisci quando inizi la discesa verso il mare.
Parcheggiamo la moto fuori le mure accanto ad altre; oggi siamo un bel po’ 🙂
Insediamento romano di antica origine Fiorenzuola di Focara prende il nome dai fuochi che venivano accesi in cima al monte come avviso e guida per i naviganti.

Sorge sull’unico promontorio dell’Adriatico Settentrionale ( Da Ancona a Trieste ) e proprio per questo assume da subito grande rilevanza strategica insieme alle fortificazioni di Casteldimezzo, Gradara (nell’interno) e Granarola. Fra il X e il XII sec. viene creata la fortificazione che in parte ammiriamo anche oggi che divide i Malatesta di Rimini dal ramo di Pesaro. Nel XII sec. Viene anche edificata la Chiesa di Sant’Andrea della quale ancor oggi ammiriamo il campanile.
Inizia la discesa, rigorosamente a piedi. Dalla cima della collina a strapiombo, partono diverse stradine più o meno tortuose che, attraverso vedute mozzafiato ci portano in riva al mare.

La natura incontaminata è il segreto di questo posto; nonostante in estate sia molto frequentato rimane ancora oggi un posto di selvaggia bellezza. Utile portarsi un ombrellone oppure un telo che vi servirà poi sulla spiaggia a ripararvi dal sole; frutta e alimenti se decidete di fermarvi a lungo visto che sul posto sono presenti solo due fontanelle e nessun locale.

Arriviamo dopo venti minuti di discesa sul sentiero maestro mentre ammiriamo dall’alto i toni verde – azzurro del mare e la spiaggia disseminata di tronchi divenuti bianchi dal continuo potere corrosivo della salsedine.
Troviamo posto vicino all’acqua e da provetti Robinson Crusoe costruiamo subito un riparo dal sole con i tronchi raccolti e il telo portato da casa. Intorno a noi costruzioni fantasiose di tronchi e teli si alternano a piccoli ombrelloni. Qui ognuno si arrangia come può.
Una piccola folla di esseri umani eterogenei si allunga su questa lingua di spiaggia protetta dalla montagna da un lato e dal mare dall’altro. Passiamo la giornata tra l’acqua (che qui è fresca), la pennichella e passeggiate verso gli scogli con pause sulle piccole isole create dalla sabbia che affiorano a tratti dal mare.

Dal basso possiamo scorgere il campanile di Fiorenzuola che ci avvisa che la risalita sarà lunga e difficile e così è. Preparatevi, la salita sarà una bella prova, specie dopo una giornata di sole come questa.
Dura, ma veramente dura J
Rientriamo quasi al tramonto e riprendiamo la Panoramica che nel frattempo ha mutato i suoi colori col riflesso del mare negl’occhi.
Una splendida giornata sulla costa adriatica in attesa di un nuovo viaggio.