Marco Emilio Lepido, esponente dei Lepidi, un ramo della Gens Aemilia sembra essere il grande Console e condottiero romano che per primo pensò e realizzò la grande arteria che partiva dalla fine della via Flaminia (Rimini) e si prolungava verso un nord ancora tutto da conquistare.
Questa grande via che da lui prende il nome (via Emilia) ancora, oggi, rivisitata in alcune parti dei suoi tracciati e aggiornata ai tempi nostri, svolge egregiamente il proprio compito di collegare i territori che dalla Romagna salgono verso l’Emilia per poi proseguire verso Milano.
La via Emilia che noi oggi, spesso inconsciamente, percorriamo è carica di storie, di leggende, di miti e ancora impregnata di suggestioni che riportano a tempi nei quali un grande popolo di guerrieri risaliva la penisola alla conquista del mondo. Qui Cesare, di ritorno dalla Gallia compì il famoso passo imprimendo alla Repubblica romana una svolta autoritaria, qui grandi Imperatori e generali fecero costruire ponti e modificarono gli assetti urbanistici dei borghi che di volta in volta conquistavano, qui i signori del Medioevo e del Rinascimento percorsero questi tragitti con i loro eserciti impegnati in guerre e battaglie per il predominio e la supremazia della Lega Italica. Qui dal dopoguerra ad oggi sono nate aziende grandi e piccole che hanno saputo portare sviluppo e benessere a questa terra chiamata Emilia-Romagna.
Tutto questo sulla via Emilia e anche altro. Sul suo tracciato nasce la terra dei motori, la piadina, il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, il culatello, lo zampone e anche un popolo laborioso, libero, intelligente e pronto a cogliere tutte le occasioni che da qui passano.
Un popolo, una strada, tante storie. La via Emilia.