Si riparte dal Kilimangiaro verso la terra dei Maasai
Lasciando il Simba Lodge, dopo circa trenta chilometri d’asfalto è giunto il momento affrontare tanti chilometri di pista.

Il profilo del Kilimangiaro è ormai alle nostre spalle mentre la pista punta verso ovest in aperta pianura facendosi largo tra la ricca vegetazione dove si fanno largo le bellissime acacie con loro elegante manto ad ombrello.
Ed è proprio tra questi alberi che all’improvviso si materializza l’incontro con una famiglia di giraffe, la cui testa sbuca dalla vegetazione. Un incontro emozionante ma solo il primo di quelli che faremo nel corso della giornata proseguendo sulla pista che attraversa la savana, come le zebre o le antilopi che agili la percorrono in velocità.


I paesaggi sono fantastici, e la possibilità di ammirarli da una moto, magari condividendo per qualche tratto la loro corsa, rendono questi incontri un’esperienza unica e speciale.
Lungo le piste africane
Lungo la strada anche enormi piante grasse che qui trovano il loro habitat naturale, raggiungono altezze mai viste creando forme affascinanti. La prateria africana prima e la savana poi ti avvolgono mentre continuiamo a guidare su strade di terra battuta dove la sabbia rossa ti avvolge e penetra dappertutto.

Lungo la strada, poi, ogni tanto l’incontro con i piccoli insediamenti dove l’allevamento del bestiame e un’agricoltura di sussistenza regolano la vita quotidiana delle persone.
Capanne con i tetti di paglia si alternano a piccole case dai tetti in lamiera, stiamo penetrando nella Maasai Steppe, il territorio abitato dai Maasai, per tradizione allevatori nomadi ma oggi divenuti per necessità stanziali e quindi dediti anche all’agricoltura.
Il popolo dei Maasai
E’ un popolo fiero dalle origini lontane quello dei Maasai che avremo occasione di conoscere meglio durante questo viaggio. Per ora ci salutano amichevoli dai bordi della pista e dagli usci delle loro case. Belli, slanciati, dai lineamenti perfetti ed eleganti come i teli che, dai colori tradizionali come il rosso, il blu ed il nero, li avvolgono, ma soprattutto sicuri di sé e del ruolo che questa terra ha loro riservato.


Pranzo al sacco sotto un’acacia reso unico dallo sguardo delle giraffe che da lontano cercano invano di nascondersi dietro gli alberi osservandoci attente.
La “Montagna di Dio”
E’ nel pomeriggio quando all’orizzonte si staglia il profilo dell’Ol Doinyo Lengai, un vulcano ancora attivo – l’ultima scossa è datata 2008 – che in lingua Maasai significa “Montagna di Dio”. Un vulcano particolare anche sotto il profilo geologico per la sua lava, ricca di carbonato di sodio che regala alle sue pendici uno strato color bianco che ricorda la neve.
La visione di questi 3.000 metri che s’innalzano dal piano è maestosa. Ci stiamo avviando verso la Rift Valley africana, questa vasta frattura geologica che si estende per 6.000 Km, dall’attuale Giordania al Mozambico, creando lungo il percorso mutevoli paesaggi e favorendo la vita.
E’ proprio in questi luoghi che i rinvenimenti archeologici fanno ipotizzare abbia preso avvio la stessa storia dell’uomo prima di espandersi al mondo intero.
Intorno alla Montagna di Dio solo terra secca, rari arbusti ma anche zebre e altri animali. E’ un luogo incantato che non a caso viene considerato sacro dal popolo dei Maasai.

Per noi l’incanto di attraversarlo in sella alle nostre moto, magari correndo paralleli a gruppi di zebre mentre alla nostra destra si alza il profilo del Gelai, un altro vulcano dalla forma conica la cui vista ci accompagna, dopo aver attraversato alcuni villaggi Maasai, fino al lago Natron
Arrivo al Natron
Siamo quasi a fine giornata quando possiamo parcheggiare le nostre motociclette di fronte all’Africa Safari Lake Natron e possiamo riposarci all’interno dei nostri alloggi, delle tende confortevoli e dotate di ogni servizio in prospicienza del lago.
La cena è servita all’aperto con la vista sul bush circostante dove giraffe e altri animali si aggirano protetti dal crepuscolo, mentre il sole fa capolino sul lago. Domani resteremo in zona con in programma la scoperta di alcune bellezze che si nascondono in zona. Per ora invece ci godiamo una di queste fantastiche notti africane dove le stelle, numerosissime, sembrano talmente vicine da poter essere toccate con una mano.

Uno sguardo intorno al lago
Nascoste nelle profonde gole Engareseero si trova una spettacolare cascata che da una trentina di metri d’altezza getta le sue acque in un piccolo fiume.
Uno spettacolo che esige una partenza già dalle prime ore della mattina in sella alla nostra moto per affrontare una pista che a tratti potrebbe diventare molto impegnativa ma che se, affrontata con la dovuta calma, diventa un itinerario ricco di spunti paesaggistici.

L’ultimo tratto bisogna affrontarlo a piedi guidati da una guida Maasai e costeggiare l’argine del fiume sino a raggiungere le gole per immergersi nelle acque e godere della vista e del refrigerio di queste splendide cascate.

Anche oggi pranzo al sacco e rientro nel pomeriggio. Volendo però è possibile ripartire alla volta del Lago Natron dove una colonia di fenicotteri rosa ha trovato casa tra le acque di questo lago salato e lungo le sue sponde.
Al rientro sosta presso il villaggio dei Maasai dove siamo letteralmente avvolti da donne e bambini molto decisi a vendervi i prodotti dell’artigianato locale come braccialetti e collane. Sono bellissime, con accostamenti di colori di rara bellezza.

Una giornata ricca di avventure
Si chiude così una giornata veramente ricca di avventure iniziata ben presto di mattina attorno al Lago Natron che ci ha lasciati veramente senza fiato.
Il paesaggio circostante, dove la grande “Montagna di Dio” ora allunga la sua ombra tutt’intorno all’ampio paesaggio desertico e i villaggi Maasai regalano vere e proprie oasi di allegria e di frescura, immersi come sono nella vastità del territorio entro cui, in lontananza, le mandrie si muovono libere contribuendo così al fascino e alla magia di questi luoghi.
In serata niente di meglio che rilassarsi nella quiete della struttura per essere pronti, domani, per le nuove avventure che ci aspettano.