Da Rimini in moto – primi passi in valle
Una terra antica quella su cui scorre la valle del Marecchia che oltre a eserciti, santi e commerci ha visto passare lungo questa valle anche personaggi come Piero della Francesca, chiamato a Rimini dalla sua Sansepolcro, subito al di là del valico di Viamaggio, da Sigismondo Pandolfo Malatesta per fare grande l’opera a cui più teneva: il Tempio Malatestiano.


Testimonianza di quella presenza rimane lo straordinario affresco che raffigura il Signore di Rimini in preghiera davanti a San Sigismondo, ed è da qui, quindi, che usciti dal tempio può iniziare questo viaggio di scoperta che come prima tappa, dopo aver ammirato le cinque arcate del Ponte di Tiberio sotto le quali da duemila anni scorre il fiume nel suo tratto finale verso il mare, puntiamo verso Santarcangelo, città natale di Tonino Guerra e sede del museo a lui dedicato.
Santarcangelo e Tonino Guerra
Santarcangelo è un piccolo borgo molto suggestivo con la sua rocca che svetta in cima alla collina e i suoi vicoli dove negoziati e piccole case ci introducono nelle atmosfere medievali qui ben conservate.

SP14, usciamo dal borgo per guidare verso l’entroterra. Le dolci colline ci avvolgono mentre la provinciale accenna le prime curve. In lontananza il profilo della rupe di Torriana ci guida pronti ad affrontare la salita che tra curve e tornanti ci porta nei pressi della rocca e della suggestiva torre che da quassù domina tutta la vallata.



Scendendo in paese ecco la prima fontana pensata dal poeta – l’albero dell’acqua – una splendida installazione che irradia fascino e serenità e invita il viaggiatore ad una sosta prima di riprendere la via verso un altro antico e suggestivo borgo della Valmarecchia: Verucchio.
Il piccolo e antico borgo di Verucchio
E’ il castello di Malatesta il Centenario, il Mastin Vecchio di Dante, ai cui piedi si raccoglie l’antico borgo che tra le sue mura nasconde lo straordinario museo che conserva e racconta, frutto degli scavi che nei decenni si sono succeduti, dei Villanoviani, gli antichissimi abitanti di questo territorio, progenitori degli Etruschi.
Sono tutti borghi questi che si affacciano lungo la valle che meriterebbero una sosta ma la moto deve proseguire la sua risalita, la strada è lunga e piena di bellezza come San Leo, uno dei borghi più belli d’Italia che mostra da lontano, orgogliosa ma anche ferita, la bellissima rocca di Francesco di Giorgio Martini, appoggiata su un’alta rupe che una frana anni fa ha segnato in parte.
San Leo uno dei borghi più belli d’Italia
Sono dunque la SP14 prima e la SP22 poi a guidarci verso la suggestiva rupe, con una serie di curve e tornanti che dalle rive del Marecchia sale verso la meta.

San Leo merita veramente una sosta, il panorama da quassù si allarga e permette allo sguardo di abbracciare la cima di Maioletto e i resti della sua antica rocca, raggiungibile però solo a piedi ma che, dalla sua sommità, offre uno dei panorami più belli sulla valle del Marecchia.
Ai piedi della collina ci attende un gomitolo di ferro arrugginito che potrebbe passare inosservato ma che rappresenta un’altra delle installazioni del poeta, il gomitolo dei suoni dimenticati.
Il viaggio prosegue verso Perticara
E’ da qui, che dopo una divertente e suggestiva discesa lungo la piccole e tortuosa SP22 raggiungiamo Novafeltria per apprestarci alla risalita sulla sponda opposta verso Perticara, antica terra di miniere e di zolfo dove, nascosta tra la selva del Monte Aquilone, a Sasso del Diavolo, si trova infatti “Il Parco dei Luoghi minimi” e, mimetizzati tra l’erba, una serie di animali giganti ed eterei, realizzati in fil di ferro sulla scorta della fantasia del poeta santarcangiolese, che stanno come acquattati nel bosco in un gioco di vuoti e volumi.

Un vero e proprio incanto che diventa reale una volta parcheggiata la moto per proseguire a piedi verso le installazioni.
Perticara è anche altro e mostra orgogliosa il suo passata da cittadina mineraria quando qui tra queste valli si estraeva lo zolfo la cui storia è ancor oggi raccontata dal suo museo.
Le belle strade dell’entroterra romagnolo
Le belle strade dell’entroterra romagnolo tagliano il territorio disegnando le curve che ci portano sino a Sant’Agata Feltria. Anche qui lo splendido castello realizzato da Francesco di Giorgio Martini che si erge sulla valle con l’eleganza delle sue torri e la suggestiva fontana che, anch’essa ideata da Tonino Guerra, vestiti i panni di una chiocciola discende da una scalinata per arrotolarsi in un getto d’acqua dentro il suo guscio.

Nuovamente on the road, si scende verso valle. Strade divertenti e paesaggi fantastici. Si guida verso Monte Benedetto, si attraversa il piccolo borgo di Petrella Guidi – assolutamente da visitare – per ritrovare il fiume.
Attraversiamo il fiume Marecchia
Al di là ci attende Pennabilli, la seconda patria del poeta che, lasciato il richiamo artificiale delle luci delle città, la scelse come luogo prediletto dove inseguire i propri sogni e la propria arte. Non è una caso che proprio qui si trovino le sue più importanti opere come l’orto dei frutti dimenticati, la strada delle meridiane, il rifugio delle madonne abbandonate, l’angelo coi baffi, il santuario dei pensieri veri e propri messaggi d’amore alla Valmarecchia.
E’ qui, tra il perimetro di questo antico e tranquillo borgo che è possibile fermarsi per godere appieno della coinvolgente pace che le sue opere regalano e anche di alcuni splendidi panorami che una volta raggiunta l’antica rocca vi appariranno come in sogno.



Verso la torre di Bascio
Ma non è finita qui, perché sono tante le emozioni che ancora ci aspettano. Rientrando sulla via Marecchiese, quell’antica via Aretina che un tempo collegava le genti degli Appennini toscani con il mare Adriatico e oggi meta prediletta dei motociclisti nostrani che qui sfrecciano e piegano risalendo sino al passo di Viamaggio, si prosegue fino all’altezza di Bascio per poi svoltare verso la torre suggestiva che dall’alto, con le sue storie e leggende, continua a sorvegliare il cammino.
Da lassù il panorama è meraviglioso proprio come il potente messaggio che le installazioni volute da Tonino Guerra e realizzate ai suoi piedi.
Sono i sette tappeti in ceramica del Giardino Pietrificato, dedicati dalla poesia visionaria di Tonino Guerra ad altrettanti personaggi che, in una qualche maniera, hanno legato momenti della propria vita a questa valle, da Uguccione della Faggiola a Buonconte da Montefeltro a Matteo da Bascio o alla contessa Fanina dei Borboni, Ezra Pound, Giotto, Dante.


Curve e tornanti verso Viamaggio
E’ ora di tornare sulla Marecchiese, protesi verso il Passo di Viamaggio, dove godere delle emozioni di curve uniche o, ma non in alternativa, delle golosità che ristoranti come il Sottobosco, a pochi metri dalla Svolta del Podere sanno regalare a chi vuole fermarsi per un meritato momento di riposo.
E poi via, curve, tornanti, serpentine, piccoli rettilinei e ancora il panorama che offre la discesa verso le valli toscane che ci accompagnano verso Sansepolcro luogo natale di uno dei più grandi artisti del ‘400: Piero della Francesca.
Sansepolcro e la valle dell’arte
Sansepolcro che raggiungiamo direttamente scendendo lungo la SP258 è il miglior luogo possibile dove dove incontrare i capolavori del grande artista che qui nacque “intorno” al 1415, lungo quelle strade cioè su cui il “maestro itinerante” peregrinò da una corte all’altra, come nella stessa Rimini, chiamato da Sigismondo Pandolfo Malatesta per affrescare il suo Tempio Malatestiano, della cui presenza purtroppo è rimasto solo lo splendido affresco.

Nel museo di San Sepolcro sono conservate altre opere assolute come il “ Polittico della Misericordia” o, da poco restaurata, “la Resurrezione” e anche la sua casa natale, da poco aperta al pubblico, è una meta obbligatoria per conoscere questo grandissimo artista che con la sua arte segnò la storia stessa della pittura.
Arezzo e la grandezza di Piero
E’ ad Arezzo però, guidando lungo la SP43 che attraversa la pianura toscana, con una sosta nella piccola Anghiari, che incontriamo il ciclo affrescato più esaustivo della sua opera, quella “leggenda della vera croce” che rende unica la Cappella Bacci nella Basilica di San Francesco.
Per oggi ci fermiamo qui. La città è bellissima, ricca di storia e di monumenti. Ci lasciamo trasportare dal racconto dell’amico Leonardo che qui vive, grande conoscitore di questi luoghi, e ci consente di attraversare la storia e i luoghi che di volta in volta incontri.

Domani si riparte seguendo le tracce di un pellegrinaggio che ci porterà con Piero nelle Marche per poi ricondurci in terra di Romagna.