On the road – si riparte verso Porretta Terme
Ponte della Venturina è la porta d’accesso per raggiungere Porretta Terme, conosciuta per la proprietà delle sue acque termali fino dal tempo dei romani, ed è da qui che su piccole stradine, quasi abbandonate, ci immergiamo nella bellezza dell’Appennino bolognese.

Oltrepassato Lizzano in Belvedere ecco la SP324 che ci aspetta, l’ex statale “particolarmente apprezzata dai mototuristi – come la racconta wikipedia – in virtù dei paesaggi spettacolari che attraversa e delle innumerevoli curve.”
La imbocchiamo all’altezza di Vidiciatico per giungere in breve di fronte all’imponenza del Monte Cimone, coi suoi 2.165 metri d’altezza la montagna più imponente dell’Emilia Romagna.
A spasso per l’Appennino tosco-emiliano
Lasciata Sestola e il suo castello seguiamo la dolcezza della provinciale. E’ prima di raggiungere Pievepelago che sulla sinistra incontriamo il Ponte della Fola, un bellissimo ponte in pietra che scavalca con le sue due arcate il corso del torrente Scoltenna e prende nome, almeno sembra, da “fola” ovvero favola forse per le leggende che attorno al ponte, protagonisti diavolo e pastori, ancora aleggiano.

Passata Pievepelago e Sant’Anna in Pelago, la strada si fa largo nel bosco per raggiungere il Passo delle Radici che, innalzandosi fino alla considerevole altezza di 1.529 metri, è posto sulla linea di confine tra Emilia e Toscana.
E’ emozionante la discesa lungo la SP71 che ci proietta tra i panorami della Garfagnana, lungo cui ci aspetta, col fascino delle sue torri, mura e campanili, il borgo fortificato di Castiglione, da sempre presidio a controllo della via che conduceva al passo.
Poco oltre Castelnuovo in Garfagnana che, ancora dominato dalla presenza imponente della Rocca Ariostesca, è adagiato alla confluenza del fiume Serchio con il torrente Tùrrite Secca.
La discesa verso la Garfagnana
E’ seguendo il corso di questo torrente che possiamo finalmente immergerci nel fascino di un territorio veramente unico. Siamo proiettati verso il parco delle Alpi Apuane e la bellezza del borgo di Isola Santa, che incontriamo dopo una manciata di km, ne è solo un preludio.
Isola Santa è un luogo magico e di grande poesia, un borgo che poggia sulle rovine dell’antico hospitale, che in anni lontani fu ricovero per i viandanti che attraversavano a piedi le Apuane, tra la Versilia e la Garfagnana.

Ora la strada provinciale di Arni, che collega Castelnuovo di Garfagnana alla Versilia, inizia a salire e l’incontro con le cave marmifere di Henraux sono l’ottimo pretesto per una sosta.
Il Passo del Vestito
Vi si accede attraverso un varco profondo e inquietante nella roccia per giungere al cuore della cava dove la mano di giovani artisti ha reso ancor più magico un luogo già di suo magnifico.
Siamo ormai proiettati verso l’apice del monte, verso quel Passo del Vestito che per bellezza è stato uno degli scenari entusiasmanti e andrenalitici di Quantum of Solace, uno degli ultimi 007 interpretato da uno straordinario Daniel Craig impegnato, proprio come noi, su e giù per i tornanti.
Scenari da favola caratterizzati da gallerie capaci di bucare il monte e rendere unici questi luoghi che i segni lasciati dal taglio del marmo delle prime cave che incontriamo sembrano quasi disegnare.

Pian della Fioba, Antona, Altagnana, è un panorama fiabesco quello che ci si para innanzi mentre sullo sfondo la riga blu del mare comincia a far capolino tra una curva e l’altra.
Il profilo del castello – fortezza Malaspina, che dall’alto della rupe domina la città di Massa e nel passato i traffici lungo la costa, annuncia la discesa al piano e con essa la fine delle tante curve che ci hanno fin qui accompagnato.
La discesa verso Massa e Carrara e la cava di fantiscritti
La fine delle curve ma non certo delle emozioni perché accanto a quello di Massa un nome è ormai da tempo affiancato in un connubio indissolubile come quello di Carrara. Vi giungiamo seguendo l’antica via Foce che in un soffio ci porta nel cuore della città che deve tutto a quell’oro bianco che si stende alle sue spalle.
E’ seguendo le strade che nei secoli sono state percorse a fatica e sacrifici da migliaia e migliaia di uomini che ci immergiamo al loro interno fino alla cava di Fantiscritti.
Un luogo straordinario che ha visto anche l’immenso Michelangelo Buonarrotti qui a sudare, lavorare, bestemmiare per estrarre la pietra da cui, quasi a sentirne già palpitare la figura finale, son nate alcune delle sue opere più grandi.

Ultimi chilometri di un bellissimo viaggio
Lasciamo le cave per terminare questo lungo viaggio nato sull’Adriatico dove il genio di Leonardo ha lasciato il suo segno per giungere fino a qui dove gli occhi di Michelangelo abbacinati dal riflesso del marmo trovavano pace nel blu del Tirreno che ancor oggi si staglia davanti.
Ma se un consiglio è ancor possibile dare prima di ripartire fate una sosta nella vicina Colonnata dove, grazie alle conche di marmo in cui vengono riposte le falde di lardo suino e la salata con gli aromi, nasce quella delizia per gli occhi e per il palato che in mezzo a due fette di pane casareccio renderà sicuramente meno triste l’addio.