In partenza da Coriza sotto la pioggia
La giornata annuncia pioggia, anzi temporali. Peccato, siamo qui a Coriza per riscendere per la seconda volta una delle strade dell’Albania che più ci hanno preso il cuore, la mitica SH75 che si allunga a pochi chilometri dal confine con la Grecia, tra paesaggi mistici e asfalti ostici.
A fianco di questo percorso adrenalinico il governo albanese sta costruendo un’autostrada a quattro corsie ma voi non lasciatevi fuorviare, esiste solo una via per motociclisti ed è giunta l’ora di imboccarla e iniziare la discesa.

Coriza città giovane e vivace
Il pernottamento a Coriza è stata un’autentica sorpresa. Città viva, divertente, ricca di quella gioventù albanese che guarda col cuore aperto il futuro, confortata da una crescita economica che dopo i decenni bui della dittatura è proiettata verso numeri a due cifre.
In gran parte sono qui per frequentare l’ università animando un centro storico capace di trasportare i visitatori nelle atmosfere tipiche del periodo ottomano; piccole case, dai tipici balconi e finestre oggi per lo più trasformate in locali e il caratteristico bazar animato dai piccoli negozi artigianali.
Poco lontano il centro moderno circondato da bellissimi negozi e locali alla moda mentre una spettacolare torre rossa, che con la sua fattura moderna svetta sulla piazza del centro, offre a tutti con pochi lek la possibilità di ammirare la città dall’alto.

1,2,3,via. Inizia la discesa
In partenza quindi, approfittando di una pausa che concede il tempo infiliamo velocemente la strada verso sud e già dal primo tratto possiamo assaporare il gusto di una guida impegnativa che si inoltra, chilometro dopo chilometro, dentro le impervie vallate di questa parte dell’Albania.
Qui ancora si può provare il gusto di percorsi immersi nel verde selvaggio delle foreste di una regione lasciata ancora al margine della rinascita dell’Albania ma, forse per questo, ancor più viva e unica per un viaggiatore assetato d’emozioni.
Tornanti a “U”, strade che guardano pericolosamente dall’alto verso valli profonde, montagne dalle cime aguzze e rocciose che si protendono lungo la strada. Questo ed altro è la SH75 mentre piccoli paesi e case isolate compongono il disegno di un angolo di terra difficile da dominare.

Si raggiunge Lekovik sotto la pioggia
Intanto l’acqua riprende a scendere per accompagnarci sino a Leskovik che nell’ultimo viaggio avevamo conosciuto come un piccolo paese sperduto tra i monti e che oggi ritroviamo in piena espansione con cantieri aperti occupati a ristrutturare la piazza del paese.
Ancora immutato il fantastico sapore dello yogurt al miele che qui, prodotto in casa e servito nell’unico ristorante della zona, assume un sapore ed un gusto difficile da dimenticare. Sono quei momenti, magari stupidi e intimi, che trasformano un viaggio nel Viaggio, ancorandosi nella memoria e nel cuore per sempre.
Attenti alle buche
L’ultimo tratto da Leskovik a Carshove è il più impegnativo ma anche il più adrenalinico. Qui le montagne salgono in altezza e si avvicinano formando canyon molto suggestivi.

La strada si restringe mostrando evidenti segni di degrado mentre curve e tornanti accentuano il loro angolo di chiusura. “Buca, buca, buca con acqua” dice Tognazzi in una celebre scena de “Il Federale” trasportando sul sidecar il professor Erminio Bonafé verso il confino.
Un torrente interrotto da una piccola centrale idroelettrica, poche case sparse e tanto verde ci accompagnano a Carshove, vicinissimi al confine con la Grecia. Qui ritroviamo il possente fiume Vjosa che dai monti dell’Epiro in Grecia scende verso Valona per sfociare, nelle vicinanze, nel mare Adriatico attraversando tutta l’Albania.
Il fiume Vjosa, direzione Argirokastro
Proseguiamo dunque verso Permet mentre il tempo, ora clemente, regala sprazzi di sole e il fiume sotto di noi accompagna il nostro girovagare lungo questo bellissimo percorso che ogni volta regala nuove emozioni.
Ponti in legno che, sospesi sull’acqua, sembrano quasi attaccati a fili sottili, altri in ferro, che da anni assolvono egregiamente al loro lavoro. Arriviamo dopo una serie di tornanti a Permet che si allunga lungo il Vjosa che in questo tratto si fa largo attraverso le rocce creando una serie di canyon di grande fascino.

Se trovate il sole e le bella stagione fermatevi in questo centro rurale fino a qualche anno fa poverissimo, simbolo di un mondo abbandonato a se stesso che produceva immigrazione e un economia legata alle risorse della terra mentre oggi ritrova anche attraverso il turismo termale come le terme, piccole ma graziose, inserite dentro una natura selvaggia a Petran, a 14 km dal paese, una piccola fonte di sostegno alternativa e uno stimolo alla riqualificazione della zona.
in piega verso Argirocastro
Curve e tornanti, tornanti e curve, non è ancora finita anche se il percorso si addolcisce parecchio mano a mano che si scende di altitudine. Kosine, Piskove, Kelcyre, piccoli paesi, agglomerati di case dai tetti spioventi che incontriamo lungo la strada, protagonista il grande fiume che continua la sua corsa insieme a noi.
Superata Dragot, attraversato un lungo ponte imbocchiamo la SH4 e torniamo a guidare verso sud direzione Argirokastro dove passeremo la notte.

Ultime curve e poi la salita verso il centro di una delle città più belle dell’Albania: patrimonio dell’umanità. Luogo di nascita del dittatore Hoxha, che l’ha favorita non poco durante gli anni del suo potere, Argirocastro ci accoglie con un caldo abbraccio nel suo piccolo centro per poi accompagnarci verso l’imponente roccaforte che dall’alto domina la valle.
In serata, mentre le mille finestre di questo paese si illuminano, coccolati dall’ospitalità dei ristoratori albanesi, veniamo trasportati in un altro tempo dove l’impero ottomano nella persona del suo sultano decideva della vita e anche della morte di questi piccoli paesi sperduti tra le montagne capaci ancor oggi di trasmettere emozioni uniche e sentimenti a chi ha la voglia e il coraggio di volerle conoscere, magari, proprio come noi, in sella alla propria moto.
Coriza – Coriza – Coriza