Matera è emozione e potente suggestione. Un ritorno ad un mondo arcaico, alla storia dell’umanità nella sua dimensione più intima e quotidiana . La storia dei popoli nella sua crudezza ma anche nella sua meravigliosa pienezza.
MATERA…….Patrimonio dell’umanità e capitale della cultura europea nel 2019. Questo ma anche le scene del film di Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo” ci portano ad attraversare una terra forte e primordiale come la Basilicata.
Arriviamo in serata a Policoro dopo un viaggio estenuante sulla SS98 che dal Cilento ci ha portato sino alle bellissime coste della Basilicata. Pernottiamo vicino al mare, al Camping Policoro Village (http://www.policorovillage.net/) che festeggia con musica e balli l’ultima giornata di apertura. Un enorme campeggio immerso in una meravigliosa foresta di pini di fronte al Mar Ionio caldo e di un azzurro intenso. Già il nome richiama ad un mondo lontano, al periodo della Magna Grecia e alle sue popolazioni ed anche i romani hanno lasciato le loro impronte combattendo qui, ad Heraclea, il potente esercito di Pirro. Il caldo e il sole ci avvolgono quando in mattinata risaliamo per un tratto la SS94 direzione Matera.
Fin da subito veniamo risucchiati dal richiamo dell’entroterra di una regione ingiustamente poco conosciuta- L’impatto e forte. Il giallo in tutte le sue varianti è in questa stagione il colore dominante di questo territorio prevalentemente montuoso e collinare duro ma bellissimo. Qui la forza delle acque piovane ha formato i calanchi, e questi profondi solchi scavati nel terreno cretoso caratterizzano e disegnano la zona.
Questa è una parte dell’antica Lucania, di antichissime origini con una storia costruita da povera gente che qui da secoli combatte le asperità di un terreno franoso che vede al suo interno gruppi montuosi che possono ergersi anche sino a 2000 metri e un vulcano spento da cui hanno tratto origine laghi e laghetti.
Percorriamo la SS103 verso Craco, la città fantasma che prende il nome da Graculum, piccolo campo arato.
Il paese ci appare aggrappato ad una collina situata nella valle dei due fiumi che scorrono paralleli; il Gavone e l’Agri. Il paesaggio riporta con emozione a racconti e favole di antiche che producono un groppo in gola. Stiamo percorrendo questi luoghi antichi tagliando le colline su viadotti rialzati dal terreno che regalano uno scorcio di paese tecnologicamente all’avanguardia là dove non te lo aspetti. Una visione incredibile, un esplosione di colori morbidi e solari che ti avvolge e emoziona. Il passato rurale e una storia di tumulti e di lotte tra contadini e feudatari nonché di brigantaggo e violenza che oggi si stempera alla vista di queste dolci vallate. Sembrano lontane e improbabili le frane e le alluvioni che in realtà colpiscono questo territorio e che a suo tempo costrinsero anche gli abitanti di questo borgo ad emigrare in pianura.
Nel 2010 Craco è entrata nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Found (https://it.wikipedia.org/wiki/World_Monuments_Fund )
Rientriamo controvoglia da Peschiera sulla SS176 verso Pisticci e poi SS107 sino a Matera. Attraversiamo questa terra meravigliosa come solo l’Italia sa essere; adagiata con grazia su questo mare Mediterrano che regala solo grandi emozioni.
MATERA
Ci fermiamo subito fuori dal centro abitato.
A Misano, Circuito Marco Simoncelli, sta partendo la moto3 con i nostri corridori, il riminese Enea Bastianini e il cattolichino Niccolò Antonelli, tra i papabili per la vittoria. Vincerà il nostro Enea e si può ripartire in attesa della MotoGP alla volata della città. Grazie SkyGo!
MATERA
Dalla piazza centrale scendi alcune scale, attraversi una galleria e, alzando gli occhi la vedi……….
Lei è lì, di fronte a te. Puoi allungare la mano e toccarla.
All’improvviso sei immerso in un mondo diverso e unico e tutto quello che avevi immaginato è davanti a te, nella sua struggente bellezza.
Matera, “città dei sassi” o “città sotterranea”, i sui rioni Sassi costituiscono uno dei nuclei abitativi più antichi al mondo. Desideravamo da tempo visitarla e ora siamo qui, in questa bellissima giornata dove i colori della città si perdono e si confondono con i raggi color giallo del sole e si fondono dentro questa terra; la Basilicata dove il color giallo ocra della terra domina su tutto.
Entrare nei Sassi è come ritornare ad un mondo antico dove la violenza della natura ti colpisce brutalmente. Impossibile pensare che la vita dell’uomo, in questo sito dove le chiese si appoggiano sulle case e tutto si fonde dentro la montagan, fosse semplice o confortevole. Qui si ha piena consapevolezza della lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza, si sente l’odore di fatica e di sudore; di vita quotidiana.
La città è sorta a ridosso di un profondo burrone dove case e monumenti sono stati costruiti scavando nella calcarenite. I cacciatori nomadi conoscevano già queste zone nel paleolitico e i primi insediamenti stanziali nascono nel neolitico. Il nucleo urbano rimane più o meno invariato nel tempo e questo gli conferisce quel fascino particolare che aleggia a Matera dove ti senti parte della storia del mondo intero.
Solo nel 1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero dei Sassi verso quartieri limitrofi di nuova costruzione. I 15.000 abitanti di Matera lasciarono l’antichissimo nucleo urbano che solo dopo trent’anni di abbandono, nel 1986, finalmente venne recuperato e riportato all’attenzione del mondo tanto da essere dichiarato nel 1993 patrimonio dell’umanità e nel 2014 Capitale europea della cultura.
La città è piena di turisti che riempiono vie e locali. Noi troviamo un posticino appartato nell’androne di una delle case disabitate di fronte alle chiese rupestri per riposare, godere della stupenda vista e non perderci questa straordinaria stagione MotoGp sull’Ipad.
E’ rassicurante e allo stesso tempo esilarante sedere su questi antichi scalini con uno strumento che ti consente di connetterti con il mondo intero, un connubio ideale tra tecnologia e fragilità umana che ci fa sentire avvolti in un universo che ci ama.
Matera racconta una storia antichissima e libera emozioni e suggestioni forti. Noi la abbandoniamo dopo esserci concessi una lunga camminata senza meta alcuna lungo i vicoli e su e giù per le scalinate che la completano. Uscire dai Sassi è come riemergere dal torpore di un meraviglioso sogno per riprendere la strada alla ricerca di altri tesori da scoprire.
Ci sarebbe ancora molto da dire su questo sito; quello che ci piace ricordare è che la sua collocazione la rendeva quasi invisibile ai nemici o agli avventurieri di turno consentendo alla città di giungere fino a noi quasi intatta, preservata alla furia degli eventi di secoli di storia. Il pensiero che i suoi abitanti abbiano potuto godere di una certa tranquillità ci meraviglia ed entusiasma, così come il piacere di abbracciare con lo sguardo un territorio rimasto quasi immutato nella storia.
Il rombo della moto ci strappa dai nostri pensieri. Siamo di nuovo per strada e possiamo godere di un paesaggio unico come quello entro cui, sulla SS99, stiamo correndo verso il confine con la Puglia. Il paesaggio cambia nuovamente e si fa pianeggiante anche se carico di riflessi dorati e verdi pastello. Siamo sull’altopiano delle Murge. Una lunga strada che scorre diritta parallela a campi coltivati o lasciati per il pascolo degli animali. Una pianura bellissima che solo in lontananza veste il verde di colline dolci e basse. Direzione Gravina di Puglia che superiamo senza fermarci. La nostra intenzione è quella di attraversare il Parco nazionale Alta Murgia sino a Castel del Monte per visitare il conturbante ed esoterico castello fatto costruire dall’Imperatore Federico II.
Vaste distese steppiche si aprono innanzi a noi lungo la Provinciale 133 che percorriamo sino a che, in lontananza, come la corona di un re emerge la sagoma del castello a forma ottagonale che questa grande figura del medioevo, Federico II volle costruire quaggiù in cima ad un monte e circondato da pini.
Un corpo ottagonale, con otto torri anch’esse d’otto lati, senza ornamento alcuno che non sia fregio alla porta o alle finestre. Nessun segno di difese militari, non un
fossato, nè postazioni per gli armigeri, per i quali non vi sarebbe neppure alloggio. Dopo secoli d’abbandono la curiosità è più attuale che mai: cos’è Castel del Monte? un bizzarro labirinto, come crede qualcuno? un’altra delle residenze ideate per la caccia col falcone? un insieme di significati esoterici, dove astronomia, matematica e geometria rimandano un sapere perduto? o solo la pura esaltazione architettonica di un uomo, sia pur di grande ingegno? Noi non lo sappiamo, e sinceramente, davanti alla sua ispirata bellezza, non ci interessa più di tanto.
Siamo al tramonto, ancora lontani dalla meta, ma che importa!! Questo viaggio si sta rivelando uno stimolo incredibile per lo spirito e per l’anima e attraversare questo territorio di notte sulla nostra moto aumenta l’incredibile curiosità e meraviglia che si è impossessata di noi.
Percorriamo al buio la SS170 destinazione mare. Dopo giorni passati nell’entroterra tra la Basilicata e la Puglia sentiamo il bisogno di ritrovare il nostro mare; l’Adriatico e lo incontreremo a Bisceglie. Arriviamo tardi al Camping La batteria (si chiama proprio così, sic). Una pizza come solo al sud sanno fare; buonanotte a tutti.
Basilicata – Basilicata – Basilicata – Basilicata