Oggi finalmente si parte, una vera vacanza con destinazione il sud girovagando in qua e in là alla ricerca di capolavori da visitare come a Spoleto e strade da scoprire. Il sud del nostro paese può offrire tutto questo e anche di più; posti unici al mondo e itinerari perfetti per gli amanti del viaggio in moto con tenda al seguito come noi.
Pensiamo di scendere attraversando gli antichi e ancora famosi percorsi costruiti dai romani e quindi, dopo l’uscita a Fano dall’autostrada A14, siamo pronti per imboccare l’antico percorso della via Flaminia, che collegava Roma a Rimini e da qui, attraverso le consolari Emilia e Popilia la pianura Padana e il nord.
Dall’uscita di Fano bastono pochi metri per imboccare la Flaminia e trovarsi così immersi nel paesaggio marchigiano così ricco di colori e di storia da riempire l’anima di qualunque viaggiatore si apprestasse ad attraversarla. Questa volta andiamo via veloci (se avete voglia leggetevi i posto sul blog dedicati alle Marche (il Metauro, Cantiano, FIORFiorenzuola di Focara e altri ancora ) scivolando leggeri lungo le bellissime strade di questa regione che abbiamo imparato ad amare man mano che la esploriamo. La giornata è di sole e i motociclisti, verso i passi montani, riempiono le strade di una domenica bellissima.

Dall’uscita di Fano bastono pochi metri per imboccare la Flaminia e trovarsi così immersi nel paesaggio marchigiano così ricco di colori e di storia da riempire l’anima di qualunque viaggiatore si apprestasse ad attraversarla. Questa volta andiamo via veloci (se avete voglia leggetevi i posto sul blog dedicati alle Marche (il Metauro, Cantiano, FIORFiorenzuola di Focara e altri ancora ) scivolando leggeri lungo le bellissime strade di questa regione che abbiamo imparato ad amare man mano che la esploriamo. La giornata è di sole e i motociclisti, verso i passi montani, riempiono le strade di una domenica bellissima.

Proseguendo di buona andatura verso il confine con l’Umbria, la Flaminia ci regala una delle sue piccole sorprese; all’altezza dell’imbocco della Scheggia, superato Cantiano, incontriamo un tratto della Vecchia Flaminia con i resti di strada romana e un ponte quasi intatto. La visione è suggestiva e inaspettata, svoltando nella vecchia Flaminia ci ritroviamo immersi in un altro tempo.

Pensare che 2000 anni fa carri trainati da due o più buoi solcavano queste strade mentre noi oggi l’attraversiamo in sella a 120 cavalli, rende giustizia all’evoluzione della specie e rende unici questi momenti per capire quanto grati dobbiamo essere a chi ci ha preceduto. Questo è uno dei tanti luoghi magici che incontreremo durante questo viaggio, e con grande emozione affrontiamo anche le curve e i tornanti del Passo della Scheggia che attraversa il confine delle Marche per accompagnarci in Umbria. Entrare in Umbria non può lasciare indifferenti. L’unica regione in Italia non lambita dalle acque del mare è un paese meraviglioso e profondamente affascinante. Impossibile rimanere indifferenti al suo fascino che si sprigiona attraverso un paesaggio ricco di colori e saturo di storia. Proseguiamo sulla provinciale 3 (SP3 ) una strada perfetta per la moto che curva dopo curva si apre alle valli e ai borghi che di volta in volta appaiono davanti a noi abbarbicati sulle montagne circostanti. Lo scorrimento è veloce, il verde dei boschi intenso e le città che attraversiamo ci appaiono meravigliose dentro questa bella giornata.


Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno sino ad arrivare a Spoleto dove curiosi decidiamo di fermarci. La città ti avvolge immediatamente in un’allegoria di bellezza e luminosità (www.comunespoleto.gov.it/) E’ un borgo splendido che sorprende e incanta. Vanta origini risalenti all’età del bronzo. Ci appare da subito una città viva, piena di turisti e di eventi, mostre (in questi giorni le sculture di Bottero) e altro che si susseguono lungo la città e ti accompagnano fino alla maestosa rocca di Albornoz che svetta potente sulla cima del monte Elia.

Città romana di indubbia fede alla causa che diventa sede abitativa, a periodi, di imperatori e grandi tribuni e senatori romani. Sotto i Longobardi diventa Ducato e centro di potere dell’Italia centro – meridionale. Distrutta da Federico Barbarossa passò, dopo conflitti e guerre interne allo Stato pontifico che inviò sul posto il suo miglior stratega; il cardinale Egidio Albornoz, grande figura del tempo che riuscì ad assoggettarla e a regalarle un nuovo periodo di prosperità e potere, strategico militare come rocca inespugnabile su una delle principali vie di collegamento tra nord e sud, ma soprattutto culturale.

Passeggiando attraverso le vie del centro possiamo visitare il Duomo con i suoi fantastici affreschi del Pinturicchio passeggiando poi lungo le mura della fortezza di Albornoz dalla quale possiamo godere di una spettacolare vista sulla città e sulla valle che la circonda. Pausa pranzo seduti lungo uno via del centro e poi ci sovviene l’ora di riprendere la via. Prossima fermata Tivoli. Uscendo da Spoleto, lasciataci alle spalle il fantastico profilo di questa città fuori dal tempo riprendiamo la provinciale 3 che tra vallate disseminate di torri e bastioni ci accompagna fino a Terni.


Pensare che 2000 anni fa carri trainati da due o più buoi solcavano queste strade mentre noi oggi l’attraversiamo in sella a 120 cavalli, rende giustizia all’evoluzione della specie e rende unici questi momenti per capire quanto grati dobbiamo essere a chi ci ha preceduto. Questo è uno dei tanti luoghi magici che incontreremo durante questo viaggio, e con grande emozione affrontiamo anche le curve e i tornanti del Passo della Scheggia che attraversa il confine delle Marche per accompagnarci in Umbria. Entrare in Umbria non può lasciare indifferenti. L’unica regione in Italia non lambita dalle acque del mare è un paese meraviglioso e profondamente affascinante. Impossibile rimanere indifferenti al suo fascino che si sprigiona attraverso un paesaggio ricco di colori e saturo di storia. Proseguiamo sulla provinciale 3 (SP3 ) una strada perfetta per la moto che curva dopo curva si apre alle valli e ai borghi che di volta in volta appaiono davanti a noi abbarbicati sulle montagne circostanti. Lo scorrimento è veloce, il verde dei boschi intenso e le città che attraversiamo ci appaiono meravigliose dentro questa bella giornata.


Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno sino ad arrivare a Spoleto dove curiosi decidiamo di fermarci. La città ti avvolge immediatamente in un’allegoria di bellezza e luminosità (www.comunespoleto.gov.it/) E’ un borgo splendido che sorprende e incanta. Vanta origini risalenti all’età del bronzo. Ci appare da subito una città viva, piena di turisti e di eventi, mostre (in questi giorni le sculture di Bottero) e altro che si susseguono lungo la città e ti accompagnano fino alla maestosa rocca di Albornoz che svetta potente sulla cima del monte Elia.

Città romana di indubbia fede alla causa che diventa sede abitativa, a periodi, di imperatori e grandi tribuni e senatori romani. Sotto i Longobardi diventa Ducato e centro di potere dell’Italia centro – meridionale. Distrutta da Federico Barbarossa passò, dopo conflitti e guerre interne allo Stato pontifico che inviò sul posto il suo miglior stratega; il cardinale Egidio Albornoz, grande figura del tempo che riuscì ad assoggettarla e a regalarle un nuovo periodo di prosperità e potere, strategico militare come rocca inespugnabile su una delle principali vie di collegamento tra nord e sud, ma soprattutto culturale.



A Terni ad essere sinceri ci perdiamo ma niente paura, riprendiamo la statale 3 proprio all’altezza del lago di Piediluco , una chicca situata tra l’Umbria e il Lazio, un lago lacustre secondo solo al Trasimeno a poca distanza dalle cascate delle Marmore. Qui possiamo riposare osservando le canoe della vicina Federazione nazionale Canottaggio scivolare sulle sue acque limpide e tranquille. Nel paese di Piediluco possiamo visitare anche un’antica chiesa datata anno mille che ospitò Francesco d’Assisi durante i suoi pellegrinaggi. Un altro tassello di bellezza e conoscenza che va ad aggiungersi ad un mosaico che andiamo componendo lungo il cammino.

Proseguiamo spediti verso Tivoli dove siamo intenzionati a visitare la Villa di Adriano. Imboccando la provinciale 79 ci apprestiamo ad attraversare il Lazio. Qui il paesaggio si modifica nuovamente con la campagna romana che ci accompagna sino a Tivoli. I borghi nati sulle pendici dei monti salutano la pianura coltivata che si stende dinnanzi a noi mentre la provinciale scorre tra curve e tornanti. I vari paesi ci accolgono con miriadi di auto che attraversano, a volte in totale anarchia i piccoli centri di paese e, arrivando in prossimità di Tivoli che si allarga verso le pendici dei monti Tiburtini siamo già padroni del traffico che, caotico si articola intorno a noi.

Manchiamo l’entrata alla Villa di Adriano per 7 minuti e a nulla valgono le nostre richieste di clemenza visto i chilometri fatti per raggiungere la meta. Un vero peccato per noi ma anche per un’Italia che invece avrebbe tanto bisogno di mantenere una certa elasticità specialmente in campo culturale. Insieme a noi rimangono fuori turisti venuti da ogni dove; Spagna, Germania, Inghilterra, Stati Uniti che non si capacitano di una chiusura di Domenica alle 17:30 e della rigidità con la quale vengono accolte le nostre suppliche. Dovremo rimanere qui per la notte e ci mettiamo alla ricerca di un campeggio che ci ospiti. Saliamo a visitare il centro, molto bello.

Tivoli si vanta di essere più antica di Roma e noi le crediamo. Qui Sabini e Latini commerciavano merci ma anche cultura e tradizioni affiancati da altre popolazioni autoctone che qui trovavano un mercato ricco e prospero. Sottomessa definitivamente da Roma ottenne comunque lo Status di Municipio romano e ospitò ville di illustri personaggi del Foro Romano nonché l’Imperatore Adriano che qui costruì l’immensa villa oggi considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Passeggiamo per le vie dell’antico centro, da Villa d’Este del 1600 alla Rocca Pia, bellissima e imponente costruita per consolidare la fine di rappresaglie tra guelfi e ghibellini e il ritorno allo Stato Pontificio. Lasciamo l’antica Tibur per arrivare un una bellissima azienda agricola poco distante dove abbiamo montato la tenda. La vista verso il mare e i colli romani è magnifica. Domani si riparte…….


Proseguiamo spediti verso Tivoli dove siamo intenzionati a visitare la Villa di Adriano. Imboccando la provinciale 79 ci apprestiamo ad attraversare il Lazio. Qui il paesaggio si modifica nuovamente con la campagna romana che ci accompagna sino a Tivoli. I borghi nati sulle pendici dei monti salutano la pianura coltivata che si stende dinnanzi a noi mentre la provinciale scorre tra curve e tornanti. I vari paesi ci accolgono con miriadi di auto che attraversano, a volte in totale anarchia i piccoli centri di paese e, arrivando in prossimità di Tivoli che si allarga verso le pendici dei monti Tiburtini siamo già padroni del traffico che, caotico si articola intorno a noi.

Manchiamo l’entrata alla Villa di Adriano per 7 minuti e a nulla valgono le nostre richieste di clemenza visto i chilometri fatti per raggiungere la meta. Un vero peccato per noi ma anche per un’Italia che invece avrebbe tanto bisogno di mantenere una certa elasticità specialmente in campo culturale. Insieme a noi rimangono fuori turisti venuti da ogni dove; Spagna, Germania, Inghilterra, Stati Uniti che non si capacitano di una chiusura di Domenica alle 17:30 e della rigidità con la quale vengono accolte le nostre suppliche. Dovremo rimanere qui per la notte e ci mettiamo alla ricerca di un campeggio che ci ospiti. Saliamo a visitare il centro, molto bello.

Tivoli si vanta di essere più antica di Roma e noi le crediamo. Qui Sabini e Latini commerciavano merci ma anche cultura e tradizioni affiancati da altre popolazioni autoctone che qui trovavano un mercato ricco e prospero. Sottomessa definitivamente da Roma ottenne comunque lo Status di Municipio romano e ospitò ville di illustri personaggi del Foro Romano nonché l’Imperatore Adriano che qui costruì l’immensa villa oggi considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Passeggiamo per le vie dell’antico centro, da Villa d’Este del 1600 alla Rocca Pia, bellissima e imponente costruita per consolidare la fine di rappresaglie tra guelfi e ghibellini e il ritorno allo Stato Pontificio. Lasciamo l’antica Tibur per arrivare un una bellissima azienda agricola poco distante dove abbiamo montato la tenda. La vista verso il mare e i colli romani è magnifica. Domani si riparte…….

Spoleto, Spoleto,Soleto