Parma, capitale italiana della cultura
Il nostro viaggio alla scoperta del fiume inizia da Parma, che nasce e prende nome proprio da uno degli affluenti, il torrente Parma, del Grande Fiume.
Parma è uno scrigno di tesori che le hanno valso il ruolo di Capitale italiana della Cultura. Dall’antico Teatro Farneseal bellissimo Battistero in marmo rosa, uno dei più importanti monumenti medievali in Europa che l’Unesco individua come uno dei siti astronomici più importanti al mondo.
E che dire della magnificenza del Duomo che s’innalza al suo fianco, la cui bellezza esteriore fa da contraltare a quella, emozionante, celata al suo interno? Un insieme di eccellenze storico – architettoniche uniche al mondo che si sposano con il piacere di una gastronomia senza pari che le hanno valso anche il titolo di “Città con la miglior qualità della vita in Italia”.

In uscita da Parma inizia il nostro viaggio
E’ seguendo la direzione del torrente Parma che in una quindicina di km si arriva a Colorno su cui, magnifico, si erge il Palazzo Ducale, una monumentale struttura architettonica che si affaccia sulla piazza centrale del paese.
La prendiamo un pelo più lunga, da Sacca, da dove iniziamo a respirare le atmosfere uniche dei paesaggi fluviali su cui, alti, si slanciano i salici e i pioppi. Il fiume è ancora celato alla vista ma la sua presenza già si avverte nell’aria mentre cerchiamo di seguirne il corso lungo gli alti argini che cercano d’imbrigliarne il corso.

Non occorre poi tanto per iniziare ad incontrare, uno dopo l’altro, tre luoghi legati a personaggi che con la loro opera e il loro ingegno hanno segnato la storia di questo territorio.
Nel cuore della bassa pianura emiliano-romagnola
Bellissime queste provinciali secondarie, poco trafficate che si allungano costeggiando immensi campi coltivati e canali di irrigazione che sembra non finiscano mai. A tratti casolari e aziende agricole che mostrano orgogliose i loro imponenti cascinali. E ancora ponti che attraversano i canali mentre la SP34 prima e la SP41 poi si allungano come fusi nella piatta pianura.

Il primo paese che incontriamo è Brescello, dove il grande Giovannino Guareschi ha ambientato la saga, letteraria prima, cinematografica poi, di Peppone e Don Camillo. Con la storia del sindaco comunista e il parroco (demo)cristiano Guareschi ha raccontato la vita di queste genti e di luoghi.
Poco più avanti di Brescello, che in epoca romana fu un porto importante sul fiume, ecco Gualtieri, un borgo dalle origini lontane che deve il suo straordinario attuale fascino alla ricca famiglia dei Bentivoglio in cui emerge il Palazzo che, come in una gigantesca quinta teatrale, per bellezza rende unico il paese.
E’ in queste sale che è ospitato il museo dedicato ad Antonio Ligabue, che arrivato qui ventenne operò diventando immenso.


Poca strada ancora e siamo a Guastalla che attorno alla dinastia dei Gonzaga a cavallo del ‘600 raggiunse l’eccellenza. Poco oltre poi Luzzara, che più che alla storia antica deve la sua importanza per essere stato il paese dello scenografo, scrittore, poeta e pittore Cesare Zavattini, il vero cantore del Grande Fiume capace come è stato di raccontarne l’essenza attraverso un viaggio dalla sorgente al mare.
Ponti e canali lungo il Po
Non sempre la strada riesce a portarci a correre nelle vicinanze del fiume, anzi, ed è per questo che sono i ponti o i piccoli scali i luoghi più adatti per rimanere affascinati da questo flusso d’acqua, a volte placido, a volte impetuoso, che non cessa mai di scendere.
Lasciamo il ponte che sulla SS62 supera il fiume all’altezza di Borgoforte per seguirne l’argine. San Benedetto Po è la prossima irrinunciabile tappa dove troneggia il monastero che da lustro al borgo costruito dai Canossa.
Non stupisce quindi che proprio al suo esterno, davanti ai portici che circondano il convento una statua equestre stilizzata ricordi la figura di Matilde, la donna diventata regina che seppe far conciliare imperatori e papi e che amò tanto questo luogo da indicarlo come propria sepoltura.

La giornata termina a Ostiglia
E’ ormai notte quando giungiamo dopo una ventina di km a Ostiglia appena al di là del confine tra Emilia e Lombardia che da sempre si oppone sull’altra sponda a Revere, anticamente un’isola in mezzo alla palude e oggi un piccolo borgo all’interno di un’insenatura dove dell’antico splendore rimane il magnifico palazzo dei Gonzaga e l’altissima, affascinante torre del XII secolo.
Per oggi ci fermiamo qui, sperduti nella bassa Padana ma protetti dal grande fiume.