In moto lungo le vie degli etruschi
Il Lazio è una regione magnifica ma bisogna farci l’occhio. La prima impressione, specialmente se si arriva dalla poetica Toscana o dall’ordinato Abruzzo, è quella di atterrare in un luogo selvaggio, caotico, quasi trasandato e poco attraente se non fosse che poi, magari dal folto intricato degli arbusti, inizino ad apparire i primi borghi, le prime rocce scure del colore del tufo consumato dal tempo che poi si trasformano in torrioni, mura possenti, abitazioni aggrappate alla roccia e così, quasi all’improvviso, il Lazio si svela in tutta la sua potente bellezza.
Cerveteri è uno di questi borghi.
Antico anzi, antichissimo, probabilmente risalente al IX sec. avanti Cristo, Etrusca col nome di KAISRA e poi romana col nome di Caere Vetus, rifugio dei Tarquini, gli ultimi re di Roma, oggi racchiusa dentro le alte mura del suo castello dimora di vescovi, papi o famiglie della nobiltà romana.
Una passeggiata tra le strette strade di Cerveteri circondate da abitazioni in pietra e poi si prosegue, seguendo le indicazioni, verso il sito archeologico che ospita una delle più stupefacenti necropoli etrusche al mondo. Ventimila tombe disseminate su 400 ettari, una parte recintata dove si entra pagando un biglietto d’entrata ma anche una buona parte di libera fruizione come ad esempio la meravigliosa Via degli Inferi, un percorso a piedi all’interno di un bosco costeggiato da tombe di diversa grandezza ed epoca. La suggestione qui è totale ma non da meno quella che si prova nella visita al sito vero e proprio dove si alternano tombe etrusche di grandi dimensioni, come la Tomba dei Capitelli del VI sec. a.C., ad altre più piccole e più antiche, organizzate come in un centro abitato con le sue vie, i suoi vicoli, le sue piazze.
La necropoli di Cerveteri apre un mondo, quello del popolo etrusco che rimarrà per sempre patrimonio della vostra cultura ed è veramente con una punta di nostalgia che lasciamo il luogo e la città, ma il programma di viaggio è foriero di nuove scoperte e nessuno è più pronto e curioso di noi.
Lazio on the road verso il porto etrusco
Imbocchiamo la SS1, l’antica via Aurelia la cui costruzione fu iniziata proprio per collegare Roma a Cerveteri e di seguito a Pyrgi, dove ai tempi degli etruschi sorgeva il porto di Cerveteri.
Oggi non ritroveremo più imbarcazioni etrusche o fenicie, anche il nome del borgo è cambiato, ma il fascino è alto ugualmente grazie al Castello di Santa Severa dove le onde del Tirreno si infrangono sotto le mura della fortificazione ricavata in parte anche con l’uso delle antiche e ciclopiche mura romane.
Un luogo bellissimo dove il rumore del mare trova eco tra le vie del borgo. Al suo interno il museo del mare e della navigazione antica. Imbrigliati nel traffico proseguiamo verso Civitavecchia e poi via, veloci imboccando la provinciale 7B direzione il monte della Tolfa.
Lazio in moto – Il monte della Tolfa
Roba da riders il monte della Tolfa, un bellissimo percorso che risale colline e montagne tra curve e tornanti attraversando antichi borghi scavati o aggrappati alle rocce come Tolfa dove, in compagnia di altri motociclisti che abbiamo sorpassato e ci hanno sorpassato nel classico balletto su due ruote che ogni volta va in scena quando un biker ne scorge un altro davanti a lui, facciamo una sosta per il pranzo.
Stiamo attraversando il cuore dell’antica Etruria, un territorio dove l’origine vulcanica del terreno e l’abbondanza di acqua hanno consentito alla natura circostante di crescere rigogliosa e di avvolgere tutto e tutti. Curve, alcune delle quali immutate dai tempi antichi e poi vallate e tornanti che disegnano il territorio, questi gli ingredienti di uno dei tratti più divertenti per i motociclisti laziali, la provinciale 3a che scende da Tolfa sino a Bracciano e il suo lago che sorge su una depressione di origine vulcanica.
Il lago di Bracciano e le tombe del parco Marturanum
Bellissimo, una passeggiata sul lungo lago, una attraverso le belle vie e lungo le possenti mura del castello dell’antico borgo e poi via, si rientra lungo la SP493 alla scoperta di nuovi luoghi, di nuove tracce che portino alla conoscenza del popolo etrusco.
Nel verde selvatico delle colline laziali ci immergiamo nelle suggestioni del Parco regionale Marturanum modellate nei secoli dalle attività vulcaniche. Qui il verde domina regalando riflessi di colori inusuali e bellissimi. Il parco ci regala anche importanti e ancora poco conosciute necropoli etrusche come quella di San Giuliano , immersa nella vegetazione che si raggiunge a piedi e mostra alcune tombe tra cui, la splendida Tomba del cervo e le “palazzine” datate VI sec. a.C. due grandi tombe affiancate.
Da Barbarano Romano si imbocca la SP41,poseguendo verso nord. Attraversiamo il bellissimo borgo, quasi fantasma di Vejano e poi via verso Blera città etrusca.
Blera la città etrusca
Blera è un luogo mitico e particolare. Di origini antichissime con in dote un nome etrusco (Plaise-ta, ovvero la città di Plaise) conserva nei pressi dell’antico abitato, inghiottita dalla vegetazione, una necropoli con diverse tombe che, lasciate nel più completo abbandono, si possono raggiungere anche in moto seguendo un sentiero che dall’alto del borgo arroccato su una roccia tufacea scende verso il bosco.
E’ la necropoli di Pian del Vescovo
Inquietante ma anche assolutamente fantastico poter godere di testimonianze così antiche e importanti nella più assoluta libertà. Forse sarebbe utile una riflessione su come preservare al meglio questo immenso e importantissimo patrimonio storico, per il momento però non ci resta che godere appieno di questa solitudine che ci permette di immergerci anima e corpo in un altro tempo, nella vita dei nostri antenati.
Parcheggiamo la moto all’ombra di una quercia per arrampicarci fino alla necropoli della “Casetta” con le sue bellissime tombe a dado, cerchiamo poi di proseguire lungo il sentiero ma anche qui, causa frane è tutto chiuso. Risalendo nuovamente il sentiero rientriamo nel borgo dal quale possiamo godere di una vista mozzafiato sulla valle sotto di noi che mostra non troppo lontano anche un tratto ancora originale della via Popilia, percorribile solo a piedi per arrivare sino al ponte etrusco detto “del diavolo”.
In moto verso Tarquinia
Nuovamente on the road guidiamo velocemente verso Tarquinia che vogliamo raggiungere prima che cali il sole per visitare una delle necropoli etrusche più belle e importanti del mondo. Corriamo quindi lungo la bellissima e disordinata campagna laziale ammirando uliveti secolari, distese di vigneti e tanto tanto verde.
Guidare lungo la SP42 è un piacere. La guida è sciolta senza essere noiosa e quando a Monte Romano imbocchiamo la SS1bis, più agevole ma meno interessante, aumentiamo la velocità. A pochi chilometri dalla meta ecco lungo la strada apparire l’antico acquedotto del periodo pontificio che dalla collina di Monterozzi scende sino a Tarquinia.
Suggestivo con lunghi tratti ancora in buono stato di conservazione questo grande acquedotto in stile romano venne edificato tra il 1680 e il 1753 e giunge a noi quasi come un’opera d’arte che appare e scompare tra la vegetazione inseguendo li tratti collinari che scendono sino all’antica città etrusca.
Lazio in moto – Tarquinia e la sua necropoli
Tarquinia ci accoglie tra le sue mura. Potente, evocativa, questa città, che cela antiche storie pronte ad essere svelate ad ogni angolo di strada, ad ogni crocevia e ad ogni chiesa o monumento che incontriamo, conserva poco fuori delle mura una delle più importanti e magnifiche necropoli etrusche.
La civiltà etrusca giunge sino a noi misteriosa e lontana, non avendo decifrato la scrittura che comunque non ha lasciato che piccole testimonianze (un solo testo) ricaviamo informazioni utili per conoscerla solo dalle tombe e dai pochi resti, giunti faticosamente sino a noi, di città o nuclei abitativi.
I primi studi approfonditi su questa meravigliosa cultura partono negli anni ‘60 con la scoperta delle prime necropoli, e Tarquinia, iscritta dal 2004 tra i patrimoni dell’Unesco, è una delle più suggestive ed importanti.
A passeggio nella storia
Una serie straordinaria di tombe dipinte accompagna il visitatore nella visita al sito dove è possibile ammirare alcune delle tombe più belle della cultura etrusca.
Avvolti dall’incanto e dalla pace che regna in questo luogo (siamo quasi in chiusura e i turisti rimasti sono veramente pochi) fatichiamo a ritrovare l’uscita, vorremmo attardarci, farci coinvolgere, cercare di conoscere ancora di più questo popolo ma il tempo è tiranno e così dopo un ultimo saluto a Tarquinia, che dette i natali a tre dei re romani (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo), intitolata a Tarconte eroe della mitologia etrusca per poi uscire dalle antiche ed alte mura per immetterci sulla SP3 direzione Tuscania.
La SP3 è una strada dolcissima, specialmente se affrontata al tramonto. Dolci colline che riflettono gli ultimi raggi del sole, grandi distese di campi coltivati a grano. L’arrivo a Tuscania è quindi facile ma suggestivo.
Arrivo in serata a Tuscania
A Tuscania la notte è silenziosa. Protetti dalle possenti mura di questo spettacolare e antico borgo riposiamo in uno dei tanti alloggi e B&B che questa località offre.
Una passeggiata tra i vicoli bui e appena appena illuminati ma molto suggestivi e una buona dormita. Tuscania regala al viaggiatore curioso diversi spunti alcuni di assoluta bellezza ed è con crescente curiosità che in mattinata ci regaliamo una lunga sosta in uno dei borghi più belli della Tuscia.