Da Ksamil e Butrint si guida verso Argirokastro
Un ultimo sguardo al piano che si apre da Butrinto verso il mare e verso la fortezza di Alì Pascià, che leggera e bianca sotto il sole “galleggia” immobile sulle tranquille acque dello Jonio, per poi riprendere il nostro viaggio verso una delle città più suggestive e particolari dell’Albania come Argirocastro.
La raggiungiamo dopo 75 Km e 2 ore e mezza di viaggio lungo la Sh81, la SH98, la SH78 ed infine la SH 8, a dimostrazione della varietà di strade e di percorsi capaci d’offrire piacevoli sorprese lungo un percorso che dal punto di vista del motociclista presenta tracciati molto divertenti con diverse curve e tornanti, mentre dal punto di vista naturalistico ti regala scorci paesaggistici molto particolari.
Syri kalter, l'”occhio blu”

Superata Bistrice lungo la rigogliosa SH99 troviamo, dopo un tratto di fuoristrada contrassegnato da qualche cartello Syri Kalter, più famoso al mondo come “l’Occhio blu”.
Siamo sulle pendici occidentali del monte Mali i Gjere e gli ultimi chilometri li percorriamo lungo una strada non asfaltata circondati da acqua e da una folta vegetazione ed è alla fine di questo percorso che ci attende l’Occhio blu, la sorgente carsica più ricca del paes
La particolarità di questo luogo è data proprio dal colore dell’acqua che, sgorgando da profondità ancora inesplorate, crea intensi riflessi che donano all’acqua tonalità che partono dal blu scuro per diventare sempre più chiaro fino ad arrivare a riflessi di azzurro che si stemperano nel verde.

Un ambiente unico e bellissimo dove, a poca distanza, si trova anche un ristorante costruito fisicamente sopra il fiume che qui scorre impetuoso.
Se vi sentite forti e preparati potrete tuffarvi senza indugio dentro la pupilla dell’occhio dove, vi avvisiamo, l’acqua non supera la temperatura di 10/12 gradi. Tuffo o non tuffo tutto intorno a noi risplende.
Nel tempo del comunismo questa zona era interdetta ai cittadini per essere a disposizione esclusiva per le vacanze della nomenclatura politica che qui soggiornava all’interno di piccole dacie che ancora oggi resistono immerse nella vegetazione.


Si rientra sulle strada – Delvina
Uscendo dall’incanto naturalistico di Syri i Kalter si riparte proseguendo lungo la SH99 che, ricongiungendosi con la SH78, attraversa l’invisibile confine che divide il distretto di Valona da quello di Argirocastro.
Si riparte in salita lungo curve e controcurve che, tra una natura prorompente resa lussureggiante da una zona ricca di acqua, si innalzano verso le cime dei monti.

Di godimento puro il fuoristrada che ci concediamo quando all’altezza di Muzine riprendiamo per un tratto la SH78 che rientra verso il distretto di Delvina.
Strade non proprio percorribili ma che consentono uno sguardo nel cuore di questa terra affascinante e ancora piena di contraddizioni. Lo sguardo verso le valli sottostanti è magnifico ed è quindi con rammarico che l’abbandoniamo per entrare, proseguendo sulla SH4, nelle suggestioni magiche dell’antica città di Argirocastro.
Argirokastro e la suggestione ottomana
La città si sviluppa e si distende lungo le pendici di una collina al cui apice sorge una maestosa fortezza. La visione è superba e molto particolare.
Con la sua struttura urbanistica di città ottomana, Argirokastro è caratterizzata da stradine che si dipanano tra le case e il bazar che si arrampica verso il castello che dall’alto della collina domina tutta la valle.

Ci inoltriamo così con la nostra moto dentro le vie dell’antico borgo pieno di auto e anche pullman che sfrecciano sull’antico acciottolato. Una cosa stranissima ma anche affascinante questo caos, che si allunga disordinato e rumoroso sino all’entrata della fortezza che merita una visita dettagliata e forse anche alcuni restauri.
La fortezza di Argirokastro

Il consiglio che vi diamo è quello di accettare l’invito a usufruire di una guida. La cittadella fortificata lo merita veramente.
Costruita intorno al XII sec. ha ospitato diversi popoli dominatori come Visigoti, Unni, Ostrogoti, Normanni. Dai suoi bastioni si gode di un panorama mozzafiato sulla città ma anche sull’intera valle e sul fiume Drino che si allunga sotto di noi.
Durante il periodo bizantino la città conobbe una fase di prosperità dovuta proprio alla posizione strategica che occupava per il passaggio e lo scambio delle merci. In questo periodo si identificava con il nome di Argyropolis che in greco significa “Castello argentato”. Nel XIX secolo divenne un centro di resistenza contro i turchi e le sue prigioni ospitarono detenuti finanche sotto la dittatura di Hoxha che qui nacque e, proprio da questa città, iniziò l’ascesa che lo portò s governare l’Albania con pugno di ferro per quarant’anni.

Uscendo dal castello ci immergiamo nella vita caotica del bazar, con le sue piccole botteghe piene di souvenir ma anche piccoli ristorantini dove è possibile gustare la cucina sia albanese che greca nelle tipiche atmosfere e tradizioni dell’antica cultura ottomana.
In partenza da Argirokastro
Ed eccoci di nuovo a macinare asfalto. Proseguiamo così per una ventina di chilometri lungo la E853 verso Tepelene, la città natale di Alì Pascià, per poi svoltare sulla SH75 lungo l’argine del fiume Vioussa ( Vjosa ).

La SH75 che si allunga parallela lungo il fiume è uno dei percorsi più belli – e anche impegnativi – che abbiamo affrontato lungo il nostro peregrinare attraverso l’Albania.
Qui il fiume, che riceve acqua dai diversi torrenti che scendono dai monti circostanti, scorre impetuoso e rumoroso, capace di regalare al motociclista itinerari interessanti sia dal punto di vista del tragitto vero e proprio che per il paesaggio di grande bellezza e fascino.
Il fascino del Vjose
Il fiume, uno dei più importanti della nazione, nasce in Grecia dalle pendici del monte Pindo. Lungo gli 80 chilometri nei quali attraversa la Grecia nord – occidentale prende il nome di Aoos per diventare, una volta superato il confine, Vjose, il nome con cui proseguirà sino al canale di Otranto, a una ventina di chilometri da Valona, per sfociare nel mare.

Proseguiamo lungo le anse del fiume sino a Permet, il cuore rurale dell’Albania: cibo buono, montagne, aria pulita e la miglior grappa del paese, questa la descrizione che di di questi luoghi danno i giovani che qui sono nati.
Circondati da conifere e pascoli ci sentiamo giunti nel cuore nascosto di questa terra, al confine meridionale di un territorio che regala al viaggiatore atmosfere antiche, genuine e per questo calde e accoglienti.
Strade di montagna, si guida verso Leskovik


Risaliamo verso Leskovik costeggiando bellissimi canyon e ponti dall’aspetto fragile e particolare. Ogni tornante riserva nuovi paesaggi che si rinnovano e si trasformano in continuazione.
Montagne dalle forme coniche si stagliano contro il cielo mentre le strade si fanno sempre più impervie e difficili ma non impossibili. All’altezza di Karshove la SH75 curva per proseguire verso Leskovik e da lì verso Korce.
Qui il gioco si fa duro e se non avete la moto giusta siete pregati di non infilare questo percorso, se invece avete la moto e la voglia di confrontarvi con strade piene di buche e tornanti stretti a U che risalgono verso le cime dei monti… allora proseguite.
Non ve ne pentirete, anzi sarete tentati di proseguire sino a Korce affrontando il centinaio di km più intensi della vostra vacanza nella terra delle Aquile.
Qui siamo veramente nell’antro delle montagne, in una terra attraversata da pochissimi mezzi e dai pastori. Il mezzo più usato sembra essere l’asino anche se sporadicamente si incontra qualche fuoristrada.
In lontananza sulla cima di un monte scorgiamo un tentativo di sviluppo innovativo che ci riempie di speranza: una fattoria ben tenuta con piantagioni ordinate e rigogliose, per il resto la natura selvaggia prevale e domina mentre con prudenza affrontiamo i numerosi tornanti, sempre più stretti, che si avvicendano e si allungano quasi all’infinito.
Leskovik
Leskovik, distretto di Kolonje, prefettura di Coriza. 1.995 abitanti che sembrano spuntare dal nulla. Calore, accoglienza, cordialità unita alla semplicità dell’offerta (cena semplice con prodotti della zona, colazione sublime con burro, yogurt, miele e marmellata di produzione locale) mette di buon umore e trasforma Leskovik in un posto che rimarrà per sempre nei nostri ricordi.


Dall’Albania alla Grecia, la frontiera è vicina
Dalla cime del monte, dopo una notte di riposo, è giunta l’ora di ridiscendere verso valle e verso la frontiera con la Grecia
Siamo purtroppo arrivati alla fine della nostra avventura con il cuore pesante e già carico di nostalgia. Attraversando la linea di confine che ci separa dall’Europa veniamo accolti da un doganiere curioso di informarsi se la nostra permanenza è stata piacevole.
Ci rivolge la domanda in italiano con un sorriso che si allarga felice alla nostra risposta… ”Torneremo presto, è stato fantastico”