Piste che risalgono monti e alte dune, parchi archeologici, parchi naturali, antiche tribù. Ecco a voi la Namibia del nord pronta a svelarsi
Namibia del Nord, piccola premessa
Un paesaggio incredibile, dove la natura selvaggia e dirompente regala mutazioni di territorio repentine, Parchi Nazionali come quello dell’Etosha che si affianca a piccole riserve dove gli animali vivono e si riproducono nel loro ambiente naturale.
Le alte dune ai confini con l’Angola fanno da sfondo ai villaggi degli Himba mentre la costa atlantica scende verso sud regalando spazi aperti e incontaminati.
Questa è in sintesi la Namibia del nord, ma la sintesi non rende giustizia ad un paese unico e ricco di suggestioni.
Namibia in moto – i nostri itinerari – Namibia del nord
1°giorno: Windhoek – Otjiwarongo
Giornata particolare quella di oggi. Atterrati di prima mattina dopo una notte di viaggio in aereo ci sentiamo stanchi ma anche galvanizzati.
La Namibia ci accoglie con un caldo abbraccio e quando diciamo caldo più che affettuoso intendiamo caldo come temperatura
. Siamo passati dai gradi ad una cifra di Francoforte a quelli a due cifre: 30* gradi.
Espletamento delle procedure burocratiche ( già prima di atterrare ci erano stati consegnati dei moduli da compilare) e poi subito a contrattare il prezzo di un passaggio in taxi fino al nostro hotel. Ricordatevi sempre di contrattare
.
Dall’aeroporto alla capitale
45 km e’ la distanza tra l’aeroporto e la città, qualcosa di più per raggiungere l’Arebbush Travel Lodge, la soluzione che ci è stata proposta da Namibia Motorcycles tour. Un Lodge essenziale formato da casette che si allungano intorno a piscina e ristorante. Prezzo decisamente abbordabile e molto pulito.
Una volta sistemati arriva il momento di andare a prendere le moto che abbiamo noleggiato prenotando dall’Italia
. Una breve corsa in taxi
ed eccole, nuove fiammanti, la nostra porta in dote 50km quella di Simone ( che viaggerà insieme a noi per tre settimane) solo 2 km.
Sono talmente nuove che a Swakopmund ci attendono per il cambio dell’olio .

La Namibia Motorcycle
Passiamo qualche ora in compagnia dei ragazzi della Namibia Motorcycles ( con la quale collaboriamo direttamente nell’organizzazione di tours e noleggio moto sia in namibia che in tanzania ), divertenti, professionali, simpatici, Sarah prepara il caffè e Chris e Glenn preparano le moto.
Finalmente siamo pronti!!! Prima tappa Windhoek la capitale della Namibia che, diciamocelo francamente con quest’ultima non ci azzecca nulla .
Una capitale molto particolare
Residenza di un capo Nama nel XIX secolo, importante centro per il commercio delle pelli di pecora, sede del governo coloniale tedesco nel 1892, occupata dalle truppe sudafricane durante la prima guerra mondiale, oggi la citta’ e’ un’insieme disordinato di stili architettonici moderni e in stile coloniale abbastanza kitsch anche se dobbiamo ammettere che le sue strade larghe, la pulizia e l’ordine ci hanno colpito favorevolmente come anche l’accoglienza dei suoi abitanti .
Una passeggiata lungo Indipendentes Avenue, un passaggio alla chiesa luterana Cheistuskirche e poi via verso il nostro lodge.
Siamo sfiniti ma quando tutto sembra volgere verso una serata tranquilla arriva l’invito a cena degli amici di namibia Motorcycles
Windhoek by night che dire? Per ora nulla, in caso vi faremo sapere

Namibia on the road – pronti a partire
Oggi giornata dedicata al trasferimento da Windhoek verso nord.
Tutti ci avevano confermato la pioggia invece si parte con una bella giornata di sole
, che dire, un po’ di fortuna serve
Decidiamo per oggi di guidare lungo la B1 che praticamente e’ la loro strada nazionale, asfaltata per intero che attraversa da nord a sud o viceversa tutta la Namibia .
I chilometri da fare oggi sono circa 253, la strada è tutta diritta e non sarà particolarmente interessante ma ci serve per raggiungere la città di Otjiwarongo sviluppatasi a seguito dell’insediamento di una Missione tedesca nel 1891, oggi dedita principalmente all’agricoltura e all’allevamento.
Una sosta necessaria
Due le ragioni per una sosta, la prima un’escursione verso il Waterberg Plateau un altopiano i cui primi strati risalgono a circa 850 milioni di anni fa e che si innalza di 150 metri sopra la pianura. La seconda è la visita che domani mattina presto faremo al Cheetah Conservation Fund una fondazione che si occupa della salvaguardia e della conservazione dei ghepardi e di far conoscere a noi umani questo splendido felino.
Purtroppo a 80 chilometri da Otjiwarongo ci accorgiamo che la moto di Simone perde olio.
Questa non ci voleva .
Puntiamo diritti verso la città dopo aver avvisato i ragazzi della Namibia Motorcycles che ci guidano verso la prima Petrol Station dove un loro meccanico ci sta attendendo per un primo controllo.
Diagnosi: Il tubicino di mandata dell’olio del radiatore era difettoso e quindi perde olio.
Soluzione: parte Glenn da Windhoek con una nuova Royal Enfield che sostituirà quella difettosa.
Non ci resta che goderci la bella piscina dell’ Out of Africa lodge giusto per non farci mancare nulla oppure a scelta una passeggiata lungo le vie della piccola cittadina giusto per prendere confidenza con il clima africano.
Domani sveglia all’alba per l’incontro con i grandi e potenti felini e poi via verso l’Etosha National Park
2° e 3° giorno: Otjiwarongo – Namutoni, Onguna Safari Camps, Etosha National Park
Onguma Bush Camp a Namutoni
Giornata campale oggi per tanti motivi non ultimo l’arrivo in questo posto magnifico che si chiama Onguma Bush Camp e ti offre una riserva privata all’interno di uno dei parchi più belli di tutta l’Africa. dove anche le moto possono entrare se prenotano al Lodge.
Troppa pioggia per il Cheeta Foundation
Ma andiamo con ordine- vi ricordate che vi avevamo annunciato la visita di prima mattina al centro per la conservazione dei ghepardi? Il Cheetah Foundation – beh ci abbiamo provato ma le intense piogge della sera prima avevano reso il percorso difficile è scivoloso causa fango così al terzo guado da attraversare abbiamo gettato la spugna
.
Sarà per la prossima volta. Questo però non deve dissuadervi, la strada se non piove è in buone condizioni, calcolate che dovrete alzarvi all’alba per raggiungerla ma ne varrà comunque la pena.
Il nostro tour organizzato comunque la prevede :-).

Hoba e il grande meteorite
Rientrati sulla nazionale abbiamo impiegato il tempo guadagnato decidendo di guidare verso Hoba per visitare il meteorite più grande al mondo
.
Non ci ha sorpreso trovarlo qui in Namibia oramai abbiamo capito che qui tutto è possibile.
Abbiamo ripreso la Nazionale B1 fino alla cittadina di Otavi per poi svoltare a destra direzione Grottfontaine e dopo alcuni chilometri imboccata una sterrata in ottime condizioni la D2860 e abbiamo così raggiunto Hoba e il meteorite.

Un pò di storia e informazioni
Caduta sulla terra 80.000 anni fa nei pressi di Grootfonteine questo particolare meteorite può oggi essere visitato dietro pagamento di 250 dollari namibiani, essere toccato ( mentre tutt’intorno i sassi si arroventavano sotto il sole africano lui restava freddo al tatto) e potete anche salirci sopra e provare la strana sensazione di sentire la vostra voce amplificata da un eco che stranamente si avverte solo una volta posizionati al centro del grande sasso alieno.
Riprendiamo a guidare lungo la sterrata sino a Grootfonteine piccola cittadina dov’è già si scorge la frenesia e il rumore della vicina Zambia ma ancora non sono presenti il disordine e il degrado che invece domina lungo le strade della nazione vicina.
La riserva privata di Onguna
Riprendiamo il nostro viaggio verso nord, in serata siamo attesi Alla riserva di Onguma una riserva privata ai confini con il parco dell’Etosha che oltre ad offrire vari tipi di sistemazioni – dal Lodge, dove siamo noi, al camping o al campo tendato ci permette di attraversarla per i primi 10 chilometri con le nostre moto
regalandoci l’ebrezza di incontri con zebre, giraffe e altri tipi di animali
.
Non male eh
Cena con vista su una pozza d’acqua frequentata dai veri abitanti di questi luoghi, gnu, zebre, alcuni tipi di uccelli di cui non conosciamo il nome , impala e altri ancora che magari
non abbiamo visto
Per oggi terminiamo così domani sveglia all’alba e Safari all’Etosha.


Etosha National Park
Oggi più che la parte scritta sono le foto a raccontare la giornata.
Lasciati per un giorno caschi e abbigliamento tecnico in camera e le motociclette parcheggiate fuori dal lodge ci siamo concentrati sui Safari.
Ne abbiamo prenotato due, uno per l’Etosha e il secondo per godere di un meraviglioso tramonto dentro la riserva privata del lodge.
In un tour della Namibia la visita all’Etosha non è da considerarsi obbligatoria specialmente se avete visitato altre nazioni africane come il Kenya o il Botswana dove gli animali sono le vere star, qui di luoghi iconici da non perdere c’è ne sono tanti come ad esempio la Skeleton Coast con la sua strada di sale o il deserto del Namib solo per citarne alcuni però noi volevamo visitarlo non solo perché ha la maggiore varietà di animali dell’Africa ma anche perché il luogo è molto particolare.
Il “grande luogo bianco”
Etosha in lingua Oshiwambo significa “grande luogo bianco” e questo per significare il colore bianco del deserto salino che ricopre il 25% di tutta l’area .
E’ un luogo magnifico dove animali e uccelli vivono in armonia con la natura e con le sue leggi.
Leoni , zebre
, giraffe
, elefanti
e poi ancora Flamingo, aironi, ghepardi
e tanto altro potete incontrare nelle quattro ore di tour mattutino o pomeridiano seduti su un mezzo guidato dalle guide esperte e professionali che vi porteranno alla scoperta del parco.
L’escursione di mezza giornata organizzata dal nostro lodge l’abbiamo pagata 1100 dollari namibiani circa 60,00 euro a persona ma ne vengono organizzate di diversi tipi con prezzi variabili.
https://www.etoshanationalpark.org/ questo il link per ulteriori info.
Piccolo tour verso il tramonto
Nel pomeriggio dopo qualche ora di relax in piscina con vista sulla pozza d’acqua del lodge che richiama tanti animali siamo di nuovo risaliti su un’auto scoperta per un giro lungo la riserva dell’Onguna.
Ancora animali tra i quali a sorpresa quello con un enorme Black Mamba che pare sia un incontro raro anche se la zona e’ famosa per la loro presenza e poi ancora ghepardi elefanti
, sciacalli e in ultimo un meraviglioso tramonto
.
Domani si riparte in direzione di Opuwo a nord.
A domani dunque
4° giorno: Namutomi – Opuwo – La patria eletta dal popolo Himba
In partenza da Namutomi
Giornata lunga interamente trascorsa sulla strada.
La prima fantastica esperienza della giornata e’ guidare la moto e correre insieme alle giraffe. E’ l’ultimo regalo dell’ Onguma Bush Camp il lodge posizionato al centro della loro riserva dove abbiamo passato due giorni rilassanti e coccolati dal personale.
Le giraffe ci accompagnano fino alla svolta dove la B1 punta diritta verso nord.
Sarà un viaggio duro quello di oggi, 470 chilometri che inizialmente costeggiano l’Etosha a nord per poi allontanarsi verso Opuwo e il Kaokaland.
Opuwo e il popolo Himba
Opuwo ricopre un ruolo non scritto ma sicuramente accertato, quello di capitale del popolo Himba 12.000 persone che abitano le regioni settentrionali ( quelle più difficili e inospitali) con i propri villaggi mescolandosi al resto della popolazione.
Un viaggio quello di oggi non facile, che attraversa la parte meno conosciuta o frequentata dai turisti della Namibia ma anche quella dov’è le antiche tribù di questa nazione trovano casa .
Lungo le grandi pianure del nord
Attraversiamo le grandi pianure del nord dove ai grandi centri caotici e molto urbanizzati si alternano le grandi distese del deserto salino che comprende l’Etosha e i suoi dintorni in questo periodo, causa le abbondanti piogge, per buona parte allagato.
Palme dagli alti fusti si alternano a magnifiche acacie a ombrello in una linea retta che pare non debba terminare mai.
In serata raggiungiamo Opuwo che ci appare piccola con una concentrazione di giovani che si raggruppa intorno al supermercato e al bar del centro.

Arrivo a Opuwo
La nostra sistemazione per la notte è economica, semplice e disadorna ma per oggi va bene così, costa poco ed e’ pulita.
Domani andremo a scoprire questo centro nevralgico per i commerci e lo scambio culturale che è Opuwo e cercheremo anche di visitare un villaggio Himba.
Oggi possiamo raccontare solo dei tanti chilometri percorsi e di una temperatura che ad un certo punto segnava 41 gradi.
Alla scoperta dei luoghi
Opuwo ha due strade, 4 distributori di benzina, un ristorante e 2 supermercati, forse 3 e in tutti e tre si aggira in mattinata una importante concentrazione di culture diverse.
Nascosti dalle varie corsie che propongono ogni tipo di alimento si aggirano donne Herero con i loro abiti colorati e strani copricapi, Himba con i capelli raccolti in trecce e tenuti insieme da un impasto di terra rossa che le rende belle e uniche.
Poi ci sono gli autoctoni, le guide turistiche e pure noi che ci aggiriamo come fantasmi bianchi dentro un mondo colorato di tinte vivaci.
Un breve passeggiata, scontri ravvicinati con le donne che propongono le loro merci e poi ci mettiamo alla ricerca di una guida con la quale raggiungere uno dei villaggi Himba che circondano questa città.

I villaggi Himba
Troviamo l’amico di un amico ( li funziona così anche se appena prima l’inizio della città c’è’ un ufficio apposta che noi naturalmente non avevamo visto) che ci propone la visita a 200 dollari namibiani a testa e così carichiamo le moto di doni (olio, farina, riso) e imbocchiamo la sterrata che 11 chilometri e tre guadi più tardi raggiunge il villaggio.
Gli Himba sono un popolo che arriva da un tempo che si è’ perso nella nostra memoria ma che ostinatamente e tenacemente cercano di conservare usi e costumi nonostante l’evoluzione della specie e il progresso siano fattori che non aiutano.
La guida racconta che oggi si tende a far studiare i figli con la speranza che una volta terminati gli studi questi rientrino al villaggio, purtroppo però quasi nessuno ritorna tutti attratti dalle opportunità che il mondo fuori dal villaggio offre.
Usi e costumi Himba
Restano le donne, che qui ricoprono anche ruoli importanti pur relegate alla cura dei figli e della casa.
L’attività prevalente e’ quella dell’ allevamento e dell’agricoltura che tiene spesso gli uomini e i figli più grandi lontano da casa per lunghi periodi.
Non si può visitare un villaggio Himba senza portare qualcosa in dono, molto apprezzati sono lo zucchero, l’olio e la farina.
Si acquistano prima di partire con la guida e si consegnano al momento del saluto finale.
Scherziamo un po’ con le donne che ci spiegano le ragioni del loro abbigliamento molto particolare che invia messaggi chiari come quello di far capire se si è sposati oppure quanti figli si hanno.
Una simbologia molto curata che rende il loro abbigliamento molto importante e unico.
Le foto sono d’obbligo e su questo fronte ci accorgiamo di avere davanti modelle esperte e professionali. Loro sanno meglio di te come farsi fotografare.
È tempo di riprendere la moto, ci aspettano 270 chilometri di strada asfaltata prima di raggiungere Kamanjab dove sosteremo per la notte.
5° giorno: Opuwo – Kamenjab
Da Opuwo a Kamanjab, sosta obbligata prima di Twyfelfontaine
Il caldo è intenso, lungo la strada che si allunga diritta e abbastanza monotona, ad un certo punto il termometro della moto segna 42 gradi.
In serata raggiungiamo l’Anna’s lodge and Camping una guesthouse con una bella vista su un lago, accogliente e molto economica.
La giornata per oggi termina qui con una birra a bordo piscina e un’ottima cena.
Si inizia a scendere verso sud, domani si guida verso un altro dei luoghi iconici di questa terra: Twyfelfontaine e le sue antichissime incisioni rupestri.
We love Namibia
6° giorno: Kamenjab – Twyfelfontaine – Khorixas e la “Foresta pietrificata “
Da Kamanjab si aprono le fantastiche piste namibiane
Giornata fantastica quella di oggi, finalmente la Namibia inizia a mostrarsi per quello che è – una terra fantastica .
Di prima mattina il panorama intorno al nostro lodge offre già diversi spunti interessanti .
Le basse montagne che ci circondano sono chiazzate di verde e la sterrata che si apre e si allungA sulle sponde del lago promette bene .
Prima sterrata quindi da Kamanjab a Khorixas

Un tracciato lungo circa 110 chilometri facile e senza residui di sabbia. E’ la C35 che ci introduce in un territorio dove la sabbia del Namib fa la sua comparsa ma ancora non domina.
Sarà invece la C39 a regalare le emozioni più belle , una pista che si snoda tra aree sabbiose, rocce che si incastrano l’una sulle altre a formare sempre nuove figure, terreni dove il rosso del suolo si unisce al giallo intenso dell’erba che si è’ seccata sotto un sole
rovente.
La “Foresta pietrificata”
Un centinaio di chilometri di pista tenuta molto bene che nell’ultimo tratto, quello che ci accompagnerà fino al Twyfelfontaine Adventure Camp regala un paesaggio quasi lunare dov’è piccole montagne rocciose di alzano da una pianura completamente ricoperta di terra gialla.
Pochi chilometri prima della svolta ecco la segnalazione per la “ Foresta Pietrificata” una delle tante meraviglie della natura che la Namibia regala.


Questo parco la cui entrata costa circa 245 dollari namibiani a persona e prevede l’ausilio di una guida compresa nel prezzo mostra i resti di tronchi fossilizzati risalenti, secondo gli esperti a circa 280 milioni di anni fa quando la terra non era ricoperta di acqua
come ai giorni nostri.
I tronchi che spuntano dalla terra si compongono di tipologie oggi estinte portate probabilmente qui da piene e alluvioni.
Sembra che i cambiamenti climatici e l’aumento delle precipitazioni in questo territorio stia riportando alla luce nuovi tronchi a noi basta osservare quelli presenti dei quali uno raggiunge la bellezza di 40 metri.
Arrivo al Twyfelfontaine Adventure Camp
Raggiungiamo il lodge a pomeriggio inoltrato, guidare lungo le piste richiede attenzione e velocità ragionevoli.
Il Twyfelfontaine Adventure Camp è un campo tendato situato sotto una montagna composta da enormi massi di colore rosso intenso.
La suggestione del luogo ci coinvolge e dormire in queste tende fornite di ogni confort è veramente suggestivo.
Cena con vista verso le montagne che sembrano bruciare avvolte dai raggi del sole al tramonto e poi due chiacchiere intorno al fuoco .
Per oggi la chiudiamo qui, domani abbiamo diverse escursioni in programma ma per ora la Namibia ci saluta con una bella stellata di quelle che ti fanno pensare che il firmamento è vicino.

Non è così ma qui pare proprio che sia vero
7° giorno: Twyfelfontaine – incisioni e paesaggi di un mondo antico
Twyfelfontain e la terra dei Damara
Organ Pipes, Burn Mountaine, le incisioni rupestri, il Museo vivente dei Damara, queste sono solo alcune delle opportunità che questa zona offre.
Noi le abbiamo colte tutte così di prima mattina in sella alla nostra fantastica Royal Enfield Himalayan siamo partiti entusiasti e curiosi .
Il paesaggio intorno al Twyfelfontaine Adventure Camp è a dir poco incredibile. Domina il giallo in tutte le sue varianti che portano all’arancione e domina il deserto con la sua sabbia fine che diventa pericolosa quando si raggruppa sulla pista .
Dunque la D3254 sterrata e meno curata delle piste catalogate in C ( le B e le A sono asfaltate) ci accompagna verso la prima fermata, quella per le Organ Pipes.

Le suggestive ” Canne d’organo” e le “Montagne bruciate”
Riassumendo velocemente anche se la velocità non gli rende onore, trattasi di una formazione rocciosa che si allunga su l’antico letto di un fiume oggi prosciugato dove un gruppo di basalti forma colonne che assomigliano alle canne d’organo.
Come raccontarla in altro modo? Difficile se non con l’ausilio delle foto ma la meraviglia che si prova a passeggiare lungo il letto di un antico fiume circondati da questa esplosione della natura quella no, non riesci a descriverla .
L’entrata costa 250 Nad a persona e una guida ti accompagna per una ventina di minuti raccontando degli eventi e dei cambiamenti che hanno portato la roccia a essere così come oggi la vediamo.
Poco più lontano ecco apparire le Burnt Mountain, le montagne bruciate.
Colline ricoperte da una colata lavica che si e’ solidificata rendendo questo territorio unico per colori e paesaggi.
Al rientro siamo pronti a visitare il sito delle incisioni rupestri.
Le incisioni di Twyfelfontain
Altra visita, altra guida, altra meraviglia questa volta tutta umana.
2500 sono le incisioni presenti in questo sito che si presenta ricco di rocce di colore rosso acceso ammassate le une alle altre a formare suggestive conformazioni e figure.
Le incisioni risalenti dai 1000 ai 10.000 anni fa appartengono alla storia e alle usanze del popolo San e regalano immagini molto belle e raffinate nelle sue forme di giraffe, elefanti, leoni, addirittura foche e pinguini.
La passeggiata dura quasi un’ora e il costo è’ sempre di 250 dan.
Rientriamo nuovamente al resort per l’ultima visita della giornata, quella al museo vivente dei Damara.


Il popolo dei Damara
A questo antico popolo è’ stata dedicata una regione della Namibia, una regione d’entrata la quale, durante la dominazione del Sud Africa, seguendo la politica dell’apartheid sono stati deportati e li confinati.
Questo popolo una volta molto numeroso in Namibia oggi conta poche unità che cercano disperatamente e con ostinazione di tramandare le proprie usanze e la propria cultura soprattutto ai loro giovani ma anche a noi turisti.
Nascono così questi luoghi di rievocazione storica dove si racconta di usi, canti, danze, alimentazione e medicina che sono utili a noi per incontrare altre culture e a loro per sopravvivere in pace con il mondo che li circonda.
Un tramonto fantastico
Siamo al tramonto , all’ottima cena servita nel piccolo ristorante di fianco alla piscina e ai saluti.
Domani la costa degli scheletri ci aprirà i suoi cancelli e da lì potremo allungare lo sguardo verso l’oceano Atlantico.
A domani
8° giorno: Twyfelfontaine – Cape Cross ( la Skeleton Coast ) – Un tuffo nel gelido Atlantico
Dall’interno del paese verso la Costa Atlantica
La prima cosa che mi viene in mente riguardo a questa giornata è la grandiosità del paesaggio e la sua potenza evocativa, la seconda è la benzina .
Ma andiamo con ordine. Lasciamo il Twyfelfontaine Adventure Camp di prima mattina con uno sguardo carico di nostalgia per questo luogo così bello e tranquillo, immerso armonicamente nella natura.
Le prime sterrate, tra i solchi, nascondono sabbia e questo ci costringe a prestare molta, molta attenzione .
Una volta imboccata dopo una trentina di km, nuovamente la C39 direzione ovest la situazione migliora e diventa possibile godersi il paesaggio che ci accompagna con le sue alte dune sabbiose, le montagne che scure emergono quasi dalla terra gialla, macchie di verde ogni tanto e sassi.
Poco prima di raggiungere Bergsig la C39 svolta a sinistra. Grossi cartelli segnalano la metà finale di Torra Bay quindi difficile sbagliare solo un centinaio di km attraverso il deserto dove non incontriamo nessuno.

Un territorio ricco di minerali
Qui si entra in un territorio famoso per la ricchezza dei suoi minerali e rudimentali bancarelle lungo la strada, lasciate a se stesse, offrono una vasta scelta di quest’ultimi con offerta libera da inserirsi in dei rudimentali barattoli.
Concedetevi una sosta e se siete un po’ esperti tra sassi o altri oggetti d’artigianato troverete sicuramente anche pietre più pregiate.
La strada taglia il territorio diritta verso l’oceano Atlantico e verso i cancelli della “Costa degli scheletri” la Skeleton Coast che oggi è un’immensa riserva naturale e consente alle moto dopo essersi registrati, solo un passaggio in giornata, senza soste.
I cancelli della Skeleton Coast
Stregati e conquistati dalla forza di questo paesaggio così selvaggio ci avviciniamo ai cancelli del parco per chiedere informazioni e qui apprendiamo che il distributore di Torra Bay, che noi eravamo convinti fosse aperto, nella realtà ha sigillato le pompe di benzina proprio il giorno prima con la fine della stagione estiva.
Ci prende il panico . Di più!abbiamo già percorso circa 140 chilometri, ne restano altri 200 circa di costa disabitata e poco frequentata: non c’è la faremo mai!!!.
Di tornare indietro non se ne parla, troppi chilometri di sterrata, andare avanti crea incertezza. Un furto di benzina alle auto di un cantiere li attaccato ci pare al momento una buona idea ma fortunatamente la accantoniamo.
Non resta che pregare il responsabile del cantiere di aiutarci e darci qualche litro di benzina senza contrattare sul prezzo
.
Per voi che ci state leggendo invece il consiglio è quello di portarvi dietro qualche litro in più in una tanica .

La Skeleton Coast
La Skeleton Coast tra le tante meraviglie che la Namibia offre è forse quella più selvaggia e particolare.
Scendendo verso la costa il paesaggio muta diverse volte ma nulla vi preparerà allo spettacolo grandioso delle alte dune che poggiano su un vasto territorio salato dove il bianco riflette il sole, il vento solleva la sabbia e sassi e rocce affiorano dal duro terreno.
In lontananza l’oceano.
Nota importante, gli ultimi 4/5 chilometri presentano un fondo a tratti sabbioso e insidioso, guidare sempre con prudenza .
La C34 apre la via verso sud. Dopo tanti chilometri di sterrata la bella strada dal fondo duro di sale che scende diritta lungo la costa è veramente uno spasso. In fondo sono solo 180 i km che ci separano dalla metà.
La costa degli scheletri
La costa prende il suo nome dai tanti relitti di navi che lungo questo tratto così difficile si sono arenate. Se ne trovano ancora diversi lungo la costa anche se quelli più suggestivi sono a nord di Torra Bay, impossibili per noi da raggiungere vista la scarsità di benzina e di permessi. Sotto Torra Bay ne troviamo un paio comunque molto suggestivi.
Per il resto è una corsa verso sud dove il mare ogni tanto fa la sua apparizione tra dune di sabbia, conformazioni rocciose e vaste distese di sale.
Cape Cross, un’oasi sul mare
Qui la natura domina e il Cape Cross Lodge ci appare da lontano, isolato tra basse dune sabbiose di fronte al mare come un’oasi.
Oggi i chilometri percorsi sono stati molti, e l’accoglienza di questo lodge, che ricorda per qualche ragione alcune strutture del nord della Francia, è ottima.
Cena sulla spiaggia e camera con balcone vista mare.
Che dire, la Namibia ti strapazza ma poi sa come ricompensarti .

9° giorno: Cape Cross – Swakopmund
Partiamo da fine giornata
Il Tug Restaurant è uno dei ristoranti più glamour di Swakopmund. Si trova proprio di fronte al lungo pontile in stile americano che rappresenta la città e se non prenotate anticipatamente ( come noi) rischiate di dover attendere che si liberi un tavolo.
Una birra fresca ( le birre in Namibia sono gustosissime) e un piatto di calamari fritti e possiamo dire di essere arrivati.
Cape Cross e l’oceano atlantico
La mattinata era iniziata con il rumore della risacca atlantica. Il Cape Cross lodge si erge direttamente sulla spiaggia che confina con la riserva naturale nota soprattutto perché ospita una delle colonie di otarie più numerose dell’Africa.
Colazione, saluti calorosi con la direttrice qualche litro di benzina che ci consentirà di arrivare al prossimo distributore e si parte subito per la visita alla comunità di foche che, poco lontane da lì, sono tutte riunite sulla spiaggia crogiolandosi al sole in attesa di entrare in acqua.

Le otarie di Cape Cross
L’impatto con questo luogo non è mai scontato, l’odore acre di migliaia di otarie ammassate, il rumore continuo dei loro richiami, la vista di carcasse, escrementi è tutto quello che accompagna questa straordinaria concentrazione di animali che vivono in libertà. Puó anche costituire un problema ma se superate tutto questo allora l’incredibile vicinanza con questi animali resterà a lungo impressa nella vostra memoria.
l’Otaria del capo
La comunità di Cape Cross accoglie la più grande concentrazione al mondo di Otarie del capo anche conosciute come Otaria Orsina Australiana. Sono Otarie che spesso accompagnano i sommozzatori nelle loro immersioni che possono scendere anche fino a 60 metri. In acqua sono animali socievoli mentre sulla terra sono più impacciate e rifuggono il contatto umano.
Qui a cape Cross sono abituate all’uomo anche se non è una buona idea avvicinarsi troppo ma solo perchè prese dal panico potrebbero farsi male. Attenzione e rispetto devono essere quindi i principi che regolano questa visita così unica e suggestiva.

Si guida lungo la costa
Recuperata la moto riprendiamo a scendere lungo la C34 asfaltata e in buone condizioni che scorre diritta come un fuso fino a Swakopmund.
Lungo la strada una visitina alla cittadina di Hentie’s Bay che si allunga pacifica sulla sabbia fino al mare e l’incontro con il relitto di un grosso peschereccio per alcune foto.
Anche oggi i paesaggi si alternano mutevoli. Distese di sale dal bianco accecante, dune che mutano il loro colore a seconda della luce del sole, colline rocciose dalle sfumature che vanno dal marrone all’arancio e in fondo, unica costante di questa giornata, l’oceano Atlantico che da due giorni non ci abbandona.
Swakopmund ci attende alla fine della giornata
Fondata dai tedeschi nel 1892 per sopperire alla necessità di un porto oggi Swakopmund testimonia ancora il loro passaggio con una serie di palazzi e abitazioni che, dal punto di vista architettonico, ricalcano i gusti e la cultura tedesca e regalano a questa cittadina una dimensione romantica e singolare.
Un’atmosfera di altri tempi che non viene per nulla intaccata dai più moderni supermercati o dai grandi magazzini di merci varie che comunque hanno cercato di mimetizzarsi tra le strutture più antiche e raffinate.
Ampi viali i che portano verso il mare e un lungo pontile con un ristorante proprio sulla punta contribuiscono a dare un tocco singolare a questa cittadina.
Un brindisi al Tug’s Restaurant
Torniamo quindi al nostro tavolo con vista sul mare, ai calamari e al nostro gustoso boccale di birra fresca.
Domani resteremo in zona con una visita alla vicina Walvis bay, per ora ci godiamo la nostra cena e poi una buona dormita da una camera da cui si vede il mare.