ROMAGNA IN MOTO
lungo la valle del Marecchia
Romagna in moto lungo la valle del Marecchia
Inizio itinerario: Rimini – Lunghezza itinerario: 141 Km. – Tempi indicativi di percorrenza : 3 ore – Tempo indicativo di permanenza: 1 giorn0 minimo – Arrivo: Rimini
( per chi fosse interessato possiamo inviare file GPX per i navigatori )
La valle del Marecchia in moto
Wikipedia ci informa che il Marecchia è un fiume che bagna l’Emilia Romagna ma per noi riminesi e abitanti della Valmarecchia non è proprio così. Il nostro amato bellissimo fiume racconta non una ma tante storie; le storie che le genti di Romagna hanno tramandato da padri in figli, racconta di genti bellicose e pronte alla battaglia, di passioni profonde per l’avventura e, soprattutto, racconta la storia di un territorio, dagli Appennini al mare Adriatico, che trova centro e importanza nella città di Rimini.
Sempre Wikipedia ci racconta anche che il fiume nell’antichità si chiamava Ariminus e ha dato il nome alla città di Rimini, ma non racconta della vivacità di un territorio che, abitato da popoli di origine villanoviana, proprio per la sua posizione strategica era dedito ai commerci ed in continuo movimento tanto da attirare l’attenzione di Roma che era interessata a sviluppare un porto nel medio Adriatico per la sua flotta e scelse Ariminum trasformando un piccolo borgo in un’importante e strategico centro di commercio, baluardo del confine della Repubblica.
Rimini – fiume Marecchia
Da Rimini si guida verso l’entroterra
Noi partiamo da Rimini, la nostra città, dalla vera foce del Marecchia che, prima di essere deviato negli anno ’30 verso la nuova foce, passava sotto le arcate del meraviglioso e maestoso Ponte di Tiberio per allungarsi poi dopo una curva verso il mare Adriatico.
Risaliremo la Valmarecchia su su, fino a dove tutto inizia, alla ricerca delle sorgenti del fiume e, con loro, della nostra storia.
Un saluto alla città di Rimini da uno dei ponti più ammirati al mondo per la tecnica costruttiva e meglio conservati dell’età romana a duemila anni dall’inizio dei lavori. Fatto costruire dall’imperatore Augusto in pietra d’Istria nel 14 d.C. e terminato da Tiberio nel 21 d.C. il ponte apriva la via alla Pianura padana e segnava l’inizio della via Emilia una delle arterie più importanti di tutto l’assetto viario dell’Impero romano, quasi il proseguimento della consolare Flaminia che, qualche centinaio di metri prima, da Roma terminava all’Arco d’Augusto. Uscendo dalla città lungo l’antica e vitale via Aretina, oggi via Marecchiese andiamo incontro alla meraviglia di questa valle.
Ci lasciamo alle spalle la Castel Sismondo, uno dei capolavori dell’architettura del Rinascimento voluto da uno dei più famosi e affascinanti condottieri di quel periodo da cui prende il nome: Sigismondo Pandolfo Malatesta che amò talmente tanto la nostra città da decidere di renderla unica ed immortale elevandola con la sua corte a centro delle arti e della cultura del suo tempo.
Rimini – fiume Marecchia
La valle del Marecchia si apre innanzi a noi
con un panorama unico e incredibile dove, già da lontano, spiccano le rocce di San Leo, San Marino, Verucchio e Torriana.
Come onde congelate nell’attimo prima di rompere, questi blocchi fanno parte di una lastra calcarea che in un’epoca lontanissima, quando circa 15 milioni di anni fa ancora tutta la zona era sommersa dall’acqua, iniziò a scivolare dal Tirreno fin qui. Ma non è solo l’originalità della loro conformazione geologica a far di questi luoghi un posto unico, ma anche per le rocche e i forti che, ognuno con la sua storia, i Signori della guerra hanno lasciato fino a noi e che oggi impreziosiscono questo territorio.
Incontriamo il fiume una prima volta subito dopo Villa Verucchio svoltando verso Torriana su Ponte Verucchio. Alla nostra sinistra la rupe di Verucchio antichissimo centro villanoviano e centro malatestiano con la sua rocca che domina la valle. Torriana è alla nostra destra; altra rocca attestata a difesa del territorio che svetta sopra di noi. Il suo letto ampio e ciotoloso si getta a cascata proseguendo la sua corsa verso il mare. In questo punto la mano dell’uomo ha lavorato per costruire una centrale idrica modificando il letto del fiume che però scorre ugualmente lungo una gola profonda e selvaggia. Il bianco del terreno ciotoloso si mescola così al verde delle sue acque mostrando un quadro di colori splendidi e brillanti sotto il blu del cielo di questa giornata limpida e relativamente calda.
Cavalli che attraversano il fiume si incontrano nell’insenatura di Pietracuta. Qui le acque scorrono lente su un ampio letto di pietre bianch
e; in alto sopra di noi l’eremo della Madonna di Saiano costruita sul saxus jano come lo chiamavano i romani e probabilmente sopra un tempio pagano intitolato proprio a Giano. Si parla del Castello di Saiano già dal 1186. Abitato nel 1340 da Galeotto Malatesta aveva una struttura che permetteva un vista strategica della vallata a 360°. La chiesa attigua sembra fosse luogo di preghiera già nel 1300 testimoniando nel corso dei secoli l’antichissima tradizione mariana. Svetta la torre che si ritiene arrivare a noi dal VII sec. d.C.
Poco più in là possiamo scorgere Montebello con il suo meraviglioso castello che domina la Valmarecchia dai suoi 436 m. di altezza e nasconde la storia di “Azzurina”. Tutti posti da visitare e scoprire .
Valle del Marecchia – panorama
In moto è veramente fantasico!
Noi proseguiamo il nostro cammino sulla Marecchiese con lo sguardo verso il letto del fiume che attraverso gole e pianura risale insieme a noi, felice di accompagnarci per continuare a raccontare la propria storia.
A Ponte Santa Maria Maddalena ci fermiamo. Qui il Marecchia si allarga in dolci insenature che permettono a noi come a tanti abitanti di questo territorio della Romagna di poter godere nel periodo estivo di lunghi e rinfrescanti bagni. Qui si arriva anche da una suggestiva pista ciclabile che partendo da Rimini arriva qui dove possiamo goderci il meritato riposo.
Dal ponte possiamo scorgere la rupe di Maioletto di una struggente bellezza.
Le strade sono quelle preferite dai motociclisti che qui incontriamo a gruppi o solitari in risalita verso il passo di Viamaggio. Curve e tornanti lasciano il passo a paesaggi fatati e in qualunque bar, osteria o locanda ci si fermi la piadina, i formaggi e i salumi tipici della zona possono soddisfare anche i buongustai più intransigenti. Questa è la Romagna dei Malatesta e dei loro collerici e turbolenti vassali. Qui le battaglie si sono alternate solo ad altre battaglie rendendo la costruzione di rocche, forti e bastioni indispensabile alla sopravvivenza. È anche la Romagna dei Montefeltro che a tratti è rientrata nella disponibilità della famiglia marchigiana senza per questo mutare il carattere più vero dei suoi abitanti.
Valle del Marecchia – Maioletto
Valle del Marecchia – panorama
Immersione nel territorio
A Secchiano riprendiamo un ponte alla nostra sinistra e dopo aver nuovamente salutato il placido scorrere del nostro fiume e ammirato nuovamente Maiolo.
Stiamo spaziando con lo sguardo verso le pendici settentrionali del Monte Carpegna. Nelle vicinanze potremmo risalire a piedi sul monte di Maioletto dove, a strapiombo, sulla cima si ergono i resti dei bastioni poligonali dell’antica rocca. Noi ci siamo saliti diverse volte e vi assicuriamo che l’esperienza è quasi mistica. Anche qui tracce di battaglie combattute con violenza e ferocia tra i Montefeltro e i signorotti del luogo, ma nulla potè come una devastante frana che tra il 29 e 30 maggio del 1700 distrusse quasi completamente il borgo costringendo i suoi abitanti a trasferirsi, armi e bagagli, nell’attuale sede a Maiolo o meglio frazione di Serra. In lontananza lo sperone di San Leo, altro forte, altra fantastica storia. Dante Alighieri, grande conoscitore ed estimatore di questa valle la racconta spesso nella Divina Commedia mescolando aneddoti giunti alle sue orecchie ad avvenimenti che poi hanno trovato certezze nei documenti.
In moto verso il passo di Viamaggio
Attraversato il ponte di Secchiano, riprendiamo la via lungo il lato sinistro del fiume in località Pian di San Paolo verso Molino Baffoni. Un tragitto suggestivo immerso nel verde e nelle colline dolci di questa valle con uno sguardo al corso dell’acqua che scorre sotto di noi. Alla nostra destra si può ammirare il paese di Novafeltria, dove ci fermeremo giusto per un caffé.
Novafeltria è il centro più grande e più importante della Valmarecchia, luogo strategico per gli scambi commerciali già nell’antichità e ancora oggi pur avendo perduto la sua importanza rimane un grande paese, ricco e vivo di attività e movimento. Nella sua piazza principale il caffè Grand Italia, un appuntamento da non mancare.
Salutiamo molti motociclisti lungo la strada che sale verso Ponte Messa. Un percorso dei più entusiasmanti per noi motociclisti, curve e tornanti sino al passo di Viamaggio, momenti esilaranti mentre si risalgono i monti e il fiume sotto ci appare nella sua maestosità, adagiato come per tutto il percorso su un letto di ciotoli bianchi argillosi. A Ponte Messa fermata d’obbligo per acquistare pane al Mulino Ronci, il pane comune migliore di tutta la valle, un estasi per il palato che non ha eguali, un insieme di sapori semplici che riportano alla semplicità della nostra terra. Maritozzi e spianata vanno assaggiati assolutamente per poter ripartire in allegria.
Valle del Marecchia – panorama
Il Marecchia e la magia dei Della Robbia
A Ponte Messa attraversiamo nuovamente il Marecchia e con il letto del fiume che si articola sotto di noi iniziamo la risalita verso un altro stop che riteniamo interessante; vogliamo scendere al Ponte 8 Martiri o, più anticamente, Ponte di Casteldeci . Qui si racconta un’altra storia, più recente che riporta a noi i suoni terrificanti di bombardamenti e di cingolati che avanzano sulla Linea Gotica. Il Marecchia è nuovamente testimone di battaglie e rappresaglie che sconvolgono il nostro territorio e come in tutte le guerre reclamando il suo tributo di sangue. L’eccidio di 8 partigiani catturati in località Capanne e fucilati sul greto del fiume.
Qui il fiume ha continuato a scorrere nella sua discesa verso il mare e il paesaggio è decisamente suggestivo; selvaggio e quasi abbandonato dal nuovo assetto della via Marecchiese punteggiato di alcuni casolari che solo negli ultimi anni sono tornati a vivere.
Riprendiamo la via verso le nostre sorgenti che ci portano nuovamente a percorrere la Marecchiese sino a Badia Tedalda. Qui torniamo dentro il Rinascimento quando Badia Tedalda era uno dei centri più importanti per lo scambio delle merci. Siamo tra le pendici montuose dell’Alpe della Luna e la chiesa che sorge in posizione dominante si erge sull’antica Abbazia di San Michele Arcangelo testimoniata sin dal X sec.
Dentro la chiesa troviamo altorilievi della scuola dei Della Robbia una meraviglia che non potete perdervi.
Per chi non sapesse, i Della Robbia sono una famiglia di scultori italiani che visse e lavorò a Firenze nel XV sec.. Specializzati nella tecnica della terracotta policroma invetriata hanno lasciato capolavori di valore inestimabile che oggi possiamo ammirare nelle terre di Toscana, Marche e Romagna in particolare.
Benedetto Buglioni invece, di cui ammiriamo la Pala centrale e le laterali, si formò nella bottega di Andrea della Robbia, anche loro lasciando al mondo opere di insuperabile bellezza alcune delle quali possiamo ammirare a Firenze e Perugia.
Valle del Marecchia – panorama
Si arriva alla sorgente del fiume omonimo
Dopo aver riempito l’anima di tanta bellezza in totale solitudine nella chiesa di San Michele Arcangelo proseguiamo il nostro breve ma intenso viaggio lungo il Marecchia. Siamo quasi arrivati ma non importa, queste valli sono così dolci e ricche di sorprese che la fretta sarebbe impensabile. Qualunque percorso si voglia seguire per arrivare alla sorgente sarebbe foriero di meravigliose sorprese e di luoghi carichi di memorie e di storia.
Noi abbiamo preso la via Marecchiese per una forma di rigidità storica ma nulla ci vieta di vagabondare per i diversi percorsi che anche il nostro blog di volta in volta racconta.
Saliamo curva dopo curva, in piega con altri motociclisti sino alla Svolta del Podere. Siamo in prossimità del passo di Viamaggio e gli ultimi tornanti sarebbe da farli tutti d’un fiato, ma ora dobbiamo svoltare verso Pratieghi dove, nei pressi, nasce, da una sorgente in mezzo ai monti ed al verde, il nostro bellissimo fiume.
Siamo avvisati da cartelli che dobbiamo lasciare la moto e proseguire per un tratto a piedi e così facciamo sin dove il terreno ce lo consente.
Proseguiamo lungo le pendici del monte della Zucca circondati dai faggi che qui dominano con la loro signorile bellezza, percorriamo un sentiero che a tratti è intriso di acqua causa la stagione autunnale inoltrata, attraversiamo campi coltivati e poi di nuovo ci inoltriamo nel bosco sino a scoprire, seguendo le indicazioni il masso che indica il punto dal quale sorge il fiume. L’inizio di un viaggio che ha consentito agli uomini e alle donne della nostra zona di prosperare e svilupparsi in un territorio bellissimo e pieno di possibilità.
Sorgente fiume Mareccia
Sorgente del fiume Marecchia
Di ritorno veso l’Adriatico
Riprendiamo la via del ritorno proseguendo verso le Balze per un immersione nella natura attraverso calanchi di arenaria modificati dalle intemperie e poi lungo il torrente Senatello, affluente del Marecchia, verso Casteldelci meravigliosa, che domina dall’alto tutta la valle del Senatello. Di origini preistoriche i primi insediamenti. Terra d’origine di Uguccione della Faggiola signore di Pisa, Lucca e Arezzo e grande amico di Dante Alighieri che qui soggiornò, esiliato per ragioni politiche da Firenze nel suo viaggio verso Ravenna dove poi morirà.

Riattraversiamo ancora una volta l’anima pulsante di questa valle; il fiume Marecchia per rientrare da Ponte Messa verso Rimini in un viaggio a ritroso che ci riporta alle porte di Rimini. La rocca di Sigismondo Malatesta ci appare nuovamente e ancora ci sorprende con la sua strana struttura progettata appositamente per ingannare i nemici apparendo come un forte insignificante da lontano per poi trasformarsi all’approssimarsi in una rocca imprendibile.
Lasciamo la moto nel garage e proseguiamo a piedi verso il centro della città. Di ritorno dalla valle e dalle sorgenti di un grande fiume che qui trova fine alla sua corsa vogliamo salutare uno dei monumenti più conturbanti ed affascinanti del Rinascimento: il Tempio malatestiano.